Capitolo 28

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Dylan

Sette giorni dopo.

La camera di hotel ci ha accompagnato fin troppo per questi sette giorni o almeno per Chloe è stato così.
È uscita poche volte da questa stanza ma non perché non volesse, semplicemente non si è sentita bene. Questa gravidanza la sta tormentando di più rispetto alla prima e forse il suo corpo non si era ancora ripreso del tutto.
Forse dovevamo aspettare ad avere altri figli, anzi questo sicuramente, ma ormai siamo al sesto mese ed è impossibile tornare nel passato per cambiare le cose.
Dovevamo immaginarcelo che prima o poi ci saremo trovati in questa situazione, il sesso porta delle gravidanze e visto che noi in quel periodo avevamo deciso di intraprendere una relazione solo di quel tipo, be' che dire... È più che plausibile la cosa.
<<Dylan!>> mugola Chloe.
<<Buongiorno amore>> mi giro verso di lei e le lascio un bacio sulla fronte.
<<Che ore sono?>> chiede.
<<Non lo so ma tranquilla, abbiamo tutto il tempo del mondo per andarcene ok?>>.
Annuisce e continua a tenere gli occhi chiusi.
Rimane così per altri venti minuti abbondanti fin quando non si decide a svegliarsi del tutto.
<<Tobìa dov'è?>> chiede guardandomi.
Indico la parte sinistra del letto dove abbiamo dormito insieme io e lui.
Lei sorride e poi dice: <<siete proprio belli insieme>>.
<<Penso lo stesso>> confesso.
<<Avete un bellissimo rapporto, te ne rendi conto?>> mi fa notare.
<<Eh si>> affermo.
<<Lo stesso che potresti avere tu con il tuo di padre>> dichiara ed io subito mi acciglio.
<<Non voglio parlare di lui adesso>> dico secco e acido.
<<Va bene ma sai che ho ragione>> dice alzandosi. Sospiro e poi continuo a guardare Tobìa che ancora dorme.
<<Dylan...>> mi chiama con voce preoccupante. Poso nuovamente lo sguardo su di lei e la vedo ancora a sedere sul letto.
<<Che succede?>> chiedo alzandomi sui gomiti. Lei si gira verso di me e capisco subito che c'è qualcosa che non va.
<<Non riesco a muovere una gamba>>.
Subito mi alzo dal letto e mi posiziono difronte a lei. Le porgo entrambe le mani e lei si alza in piedi aiutandosi con le braccia.
<<Ce la fai?>> chiedo.
<<Ce la faccio ma riesco solo a stare in piedi, non sento la sensibilità della gamba e mi fa male>> risponde.
<<Ma è normale? Ti è successo prima d'ora?>> le domando con aria preoccupata.
<<No>> confessa.
<<Prova a fare qualche passo per piacere>>, arretro di due passi e lei, mantenendosi a me, prova a venirmi incontro.
Con la gamba sinistra riesce a fare dei veri e propri passi mentre con la destra no.
<<Forza, siediti sul letto. Ti aiuto a vestirti e torniamo subito a Los Angeles>> la avverto.
Annuisce ed inizia a spogliarsi.
<<Tu resta qui cinque minuti, dammi il tempo di fare giusto due cosette in bagno e torno subito. Rilassati, vedrai non sarà niente di grave>> le dico tranquillizzandola.
Annuisce ed io corro in bagno.
Inizio a cercare su Internet in modo da avere qualche risposta ma non capendoci niente deduco che stia perdendo solo tempo.
Dopo essermi lavato e vestito, ritorno da lei ed inizio a vestirla. Successivamente sveglio Tobìa e mi affretto a vestire pure lui. Mando un messaggio a Eleanor e le dico di salire all'ultimo piano per darmi una mano.
<<Dylan che cosa stai facendo?>> chiede lei cercando di alzarsi. Le porgo una mano e successivamente anche l'altra.
<<Ho chiamato i rinforzi>> confesso.
Poco dopo sentiamo aprirsi la porta e poi, senza fare troppe domande, Eleonor prende le due valigie in mano e insieme ad essere anche Tobìa. Aiuto Chloe fino ad arrivare alla macchina e una volta dentro ringrazio Eleanor.
<<Fammi sapere come va la situazione e cerca di stare tranquillo>> dice lei.
<<D'accordo, grazie ancora>>, le lascio un bacio sulla guancia e poi salgo in macchina.
Dopo quasi un'ora di viaggio arriviamo a casa e una volta dentro troviamo subito i nostri genitori.
<<E voi che ci fate qui?>> chiedo bloccandomi sulla porta. Mia madre, presa dallo spavento, fa un salto e poi si gira verso la nostra direzione.
<<Che ci fate voi qui semmai>> aggiunge.
<<Aiutatemi per piacere>> indico l'altro braccio di Chloe. Mio padre viene verso di noi e insieme la aiutiamo a sedersi sul divano.
<<Si può sapere che è successo?>> chiede subito dopo lui. Lo guardo e poi rispondo: <<Non riesce a camminare>>.
<<Questo lo vedo ma perché?>> domanda.
<<Se lo sapessi non starei per chiamare il medico>> rispondo secco.
<<Perché state parlando di medic.. Ragazzi che ci fate qui? Non dovevate tornare oggi pomeriggio?>> chiede la madre di Chloe scendendo le scale insieme al compagno.
Quando vedono Chloe a sedere sul divano si precipitano davanti a lei e poi mi chiedono che cosa fosse successo. Rispondo proprio come ho risposto a mio padre e poi esco fuori a chiamare il dottor Foster.
Il telefono squilla ma nessuno sembra poter rispondere dall'altra parte.
<<Dannazione rispondi>>.
Proprio quando faccio per chiudere la chiamata, sento una voce maschile rispondermi.
<<Pronto>>.
<<Pronto signor Foster, sono Dylan, il fidanzato di Chloe>> rispondo.
<<Ciao Dylan, come mai mi hai chiamato? È successo qualcosa?>> chiede.
<<A dire il vero sì. Chloe stamani si è alzata e non riusciva più a camminare. Una gamba riesce a muoverla ma l'altra no, dice che non la sente, in pratica è come se avesse perso la sensibilità e non so che fare. Con la gamba sinistra riesce a fare un passo ma l'altra deve strusciarla a terra per porter camminare>>.
<<Portala subito in ospedale. Oggi ho il turno qui, vi aspetto>> afferma.
Lo saluto e poi entro subito in casa.
<<Chloe forza, vieni. Andiamo in ospedale>> annuncio aiutandola ad alzarsi.
<<Cosa? In ospedale? Aspetta... Perché?>>.
<<Ho chiamato il Dottor Foster e ha detto che devi andare subito da lui>> le dichiaro rispondendo alla sua domanda.
<<Vengo con te>> afferma Catherine.
Annuisco e insieme ci avviamo alla macchina.

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora