Capitolo 32

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Chloe

Due giorni dopo.

Ho sempre desiderato avere una famiglia tutta per me con un fidanzato, dei figli e una casa tutta per noi ma nei miei piani non ci avevo inserito una quasi perdita della gamba e dei problemi alla placenta. 
Non si sa mai a cosa si va incontro nella vita ma dopo tutto il dolore che ho provato in passato a causa di mio padre e di altre problematiche che ho avuto nella mia infanzia, speravo che il futuro mi riservasse cose migliori e non questo.
<<Chloe ti ho portato pane e nutella, proprio come piace a te>> dice posando il vassoio sulle mie gambe.
<<Grazie ma penso di mangiarle dopo, voglio ancora riposare>> ammetto.
Lui annuisce e posa quest'ultimo sul comodino affianco a letto.
<<Come ti senti?>> chiede Dylan sdraiandosi sul letto.
<<Normale>>.
<<Ne vuoi parlare?>> domanda.
<<È che non può essere... Non deve succedere Dylan, non a me>>, mi infilo le mani tra i capelli e butto la testa all'indietro.
<<Ei ei calma>>, mi prende una mano e me la bacia dolcemente.
<<Ma calma cosa, ti rendi conto che devo passare tre mesi a letto?>> chiedo innervosita.
<<Chloe ti prego>> inizia a dire preoccupato.
<<Voglio portarle alla luce entrambe, non solo una o peggio ancora nessuna delle due. Le amo di già, le ho amate sin dal primo momento che sapevo di averle in grembo>> affermo.
<<Non accadrà niente di tutto ciò, andrà bene e quelle due bambine saranno tra le nostre braccia>> afferma Dylan stringendomi forte la mano. Me la bacia di nuovo e poi torna a guardarmi con i suoi occhi verdi.
<<Non permetterò che ti accada niente, ne a te ne alle nostre figlie>> aggiunge.
<<Ma non l'hai sentito il medico? Ha detto che devo smettere di lavorare, non devo muovermi e fare movimenti bruschi, non posso fare nulla perché rischio di perdere le bambine. Per non parlare della gamba...>> sbotto.
<<Chloe>> mia mamma subentra in stanza e dietro di lei c'è mio padre.
Da oggi in poi mia madre starà qui dalla mattina fino alla sera e quando potrà ci sarà anche mio padre.
Aiuteranno Dylan con la casa, con Tobìa e be' in parte aiuteranno anche me.
<<Amore ti ho detto di stare un attimo fuori per lasciare tempo a Dylan di parlargli>> la brontola il dottore.
<<Ed io sono entrata lo stesso>> gli fa notare mia madre incrociando le braccia.
Mio padre ruota gli occhi al cielo e gli punta un dico contro.
<<Ti avverto: ti lascio dieci minuti, non di più>> l'avverte e poi chiude la porta.
Mia madre si avvicina a me, facendo attenzione alla pancia e poi mi abbraccia.
<<Amore come stai?>> chiede preoccupata.
<<Sono stanca di ricevere questa domanda, come dovrei stare? Guardami e la risposta puoi dedurla anche da sola>> rispondo.
<<Ho paura di non tornare a camminare>> ammetto subito dopo.
<<Non devi nemmeno dirlo per scherzo perché sai che non sarà così. Te lo giuro.
Pagherò i migliori specialisti, fisioterapisti o chiunque sia in grado di farti camminare di nuovo>> afferma serio Dylan.
<<Si esatto, troveremo un modo. Tu adesso devi pensare solo a stare bene, non agitarti>> subentra a dire mia madre.
<<Si ma io devo cominciare ad essere realista, devo vivere con la convinzione, seppure piccola, di non riuscire più a camminare>> dico mettendomi a sedere sul letto.
Ormai sono avvolta da un'uragano di malessere interiore e conoscendomi non andrà via facilmente.
Ancora non ci credo... La mia vita potrà cambiare da un momento all'altro.
<<Senti non dobbiamo pensare a questo adesso Chloe, ti prego. Sì ci sono delle possibilità, ma hai sentito cosa ha detto il dottore? Ha detto che solitamente non è così grave come sembra, in altri casi sì ma sono sicuro che il tuo caso non è uno di quelli, altrimenti credo che ci avrebbe già avvertito>> mi rassicura Dylan.
<<Dobbiamo portare pazienza amore e avere speranza>> dice mia madre afferrandomi la mano libera. Nei suoi occhi leggo il terrore, è mia madre e la capisco.
<<Scusa mamma ma voglio stare con Dylan>> confesso e lei annuisce abbassando lo sguardo.
Ecco lo sapevo... C'è rimasta male.
<<D'accordo non preoccuparti, noi siamo giù in soggiorno. Sei vuoi qualcosa chiamami e te lo porto>> dice con un tono dolce.
<<Voglio Tobìa>> ammetto.
<<Adesso è con Mia ed Erick, lo hanno portato fuori perché stamani, quando ancora eri in ospedale, non smetteva di chiedere di te. Voleva la sua mamma ma per fortuna sono riusciti a calmarlo e adesso sono fuori. Diciamo che hanno trovato un modo per distrarlo>> spiega.
<<Che cosa gli avete detto?>> domando.
<<Che saresti tornata oggi, che cosa pretendi Chloe. È piccolo>> risponde lei.
<<Dovete dirgli che sto bene>> dico secca.
<<Lo sa ed è quello che gli ripetano in continuazione i genitori di Dylan>> spiega
<<Bene>> dico e abbasso lo sguardo.
<<Bene, allora io vado>> dice mia madre.
<<Ci vediamo dopo>> dico e mia madre quando esce. Mi giro verso il mio ragazzo, lui mi guarda ed io guardo lui.
<<Ho paura>> confesso.
<<Non averne, troveremo una soluzione>> afferma lui ed io annuisco poco convinta. Lentamente mi abbraccia e lascia un veloce bacio sulla mia pancia.

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora