Capitolo 39

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Chloe

25 gennaio.

<<Dylan>> annuncio allarmata.
<<Si?>>, esce dalla cucina e vedendomi impacciata viene verso di me.
Mi guarda i pantaloni e vedendomi bagnata propri in quel punto lì spalanca gli occhi.
<<Ti si sono rotte le acque?>> chiede.
<<Si>> rispondo.
<<Merda e che dobbiamo fare ora?>> domanda successivamente.
<<Chiama subito il 911>> affermo seria.
<<Si si giusto>>, afferra il suo cellulare posto sulla tasca posteriore dei suoi jeans e subito si affretta a digitare il numero.
Rispondono quasi subito dall'altra parte del telefono e dopo avergli detto la via di casa, Dylan chiude la chiamata e si siede sul divano.
<<Ascoltami>>, mi gira dolcemente la testa e mi fa voltare verso di lui.
<<Tutto andrà bene ok? Stai tranquilla che adesso arrivano i soccorsi>> dice serio.
<<Vai a prendere la roba Dylan>> gli dico tra una contrazione e l'altra.
Spero che abbia capito che mi stia riferendo al borsone che pochi giorni fa abbiamo preparato insieme per l'eventuale arrivo delle bambine. 
<<Vado subito>>, si alza di scatto e si avvia immediatamente al piano superiore.
Dopo un po' Dylan torna e insieme aspettiamo i soccorsi. Solo quando arrivano riesco in un certo senso a calmarmi quasi del tutto e quando arriviamo in ospedale la prima persona che vedo, oltre ai vari infermieri, è il dottor Foster.
<<È il momento?>> chiede ai soccorritori.
<<Si, le acque sono già rotte>> confessa uno di loro. Lui mi guarda e mi prende una mano.
<<Stai tranquilla, ci penso io>>, subito mi trascinano dentro una stanza ma prima ancora di chiuderla sento le urla di Dylan che si allontanano sempre di più.
<<Non ce la faccio più>> confesso ad un'infermiera.
<<Deve resistere>> ammette lei.
Quest'ultima si posiziona in mezzo alle mie gambe divaricate e un'altra mi afferra la mano.
<<Signorina adesso mi deve ascoltare>>.
<<So che è stancante ma deve ascoltarmi perché sennò andiamo incontro a rischi seri. Spinga più che può e non smetta finché non glielo dirò io okay?>> dice seria.
<<Va bene>>.
Inizio a spingere e il dolore aumenta sempre di più. Non so dopo quanto, non so come, non so perché ma dopo una certa mi sento stingere l'altra mano, quella libera, e quando apro gli occhi vedo Dylan affianco a me.
Ha un camice verde addosso ed è tutto coperto. Si vede solo la testa.
<<Chloe ascoltami, devi spingere forte. Le bambine vogliono uscire>>.
Lo riconosco dalla volve.
Il dottor Foster ha preso il posto dell'infermiera e non appena realizzo ciò che ha appena detto, mi giro verso Dylan.
<<Fallo Chloe, fallo. Ci sono io qui con te>>.
Spingo sempre più forte e ad ogni spinta mi stanco sempre di più. Sento che manca poco alla loro uscita ma non faccio in tempo nemmeno a pensarlo che una esce e poco dopo pure l'altra. La liberazione dentro di me inizia ad assalirmi e chiudo gli occhi per un istante.
C'è silenzio nella stanza, tutti sono in silenzio.
Apro gli occhi e vedo Dylan in lacrime.
Sono lacrime di gioia.
<<Dylan non piangere>> dico con voce stanca. Lui si gira verso di me e quando il dottore lo affianca inizio a preoccuparmi.
Non ha una delle miglior facce.
<<Che sta succedendo?>> chiedo.
<<Chloe...>> inizia a dire Foster.
<<Cosa>>.
<<Le bambine non ce l'hanno fatta>> dice di botto quest'ultimo.
<<Mi dispiace>> aggiunge.
No.
Come.
Ditemi che è solo un brutto sogno, uno scherzo. Non è vero.

Mi sveglio di scatto e subito mi metto a sedere sul letto. Guardo la mia splendida pancia e dolcemente la tocco.
Dio santo.
Menomale che era solo un sogno.
Penso.
Faccio un bel respiro e mentre continuo ad accarezzarmi la pancia sento bagnato nella parte più infondo.
Infilo una mano sotto la camicia da notte è noto che tutti i miei slip sono bagnati.
Cazzo.
Riesco a riconoscere subito questa sensazione, non perché l'ho appena immaginata nel sonno, ma proprio perché poco più di un anno fa l'ho vissuta giusto qualche giorno prima del mio ventesimo compleanno.
<<Dylan aiutami, Dylan svegliati>>, lo scuoto e lui si sveglia di soprassalto.
Si siede vicino a me e si strofina gli occhi con i palmi delle mani.
<<Che ore sono?>> chiede.
<<Non lo so ma devi aiutarmi>> confesso.
<<Che succede?>> domanda.
<<Credo che si siano rotte le acque>> spiego.
<<Cosa!!??>> urla incredulo.
<<Chiama subito il 911>> lo supplico.
Si affretta a chiamarlo e nel mentre mi tiene la mano. Quando riattacca salta giù dal letto e corre in camera delle bambine.
Porta in camera nostra il borsone che pochi giorni prima avevamo preparato insieme.
<<Calmati ok? Cerca di stare tranquilla>>.
<<Ho sognato che mi si rompevano le acque e che le bambine morivano>> dichiaro spaventata. Gli si illuminano gli occhi dallo spavento ma per non trasmettermi energie negative inizia ad accarezzarmi una gamba.
<<Non accadrà>> afferma serio
<<Quando hai terminato il tempo?>> domanda.
<<Il 20>> rispondo.
<<Lo aveva detto il dottor Foster>>.
<<Dylan ti prego non iniziare>>.
Lui resta in silenzio e tra un dolore e l'altro mi aiuta a calmarmi stando accanto a me e non lasciandomi mai sola.

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora