Capitolo 40

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Chloe

5 giorni dopo
30 gennaio.

Sono passati cinque giorni dal parto e credo che siano stati cinque giorni più lunghi della mia vita. Vi ricordate quel sogno che ho fatto la notte e del 25? Bene... Gran parte delle cose che ho sognato sono accadute realmente ma altre no. Appena sono arrivata in ospedale mi hanno subito portato in sala travaglio ed è stato il dottor Foster ad assistermi.
Le bambine stanno bene, sono nate sane e salve. Ho avuto tanta paura devo ammetterlo, però Dylan non mi ha mai lasciato.
Dopo essere arrivata in ospedale, mia madre mio padre sono corsi da noi e dietro si sono portati anche Tobía.
Il dottor Foster è stato il migliore, anche questa volta è riuscito a tranquillizzarmi durante il parto ma devo ammettere che non è stato per niente facile.
Nessun parto lo è ma quello che ho affrontato per Tobía non è nulla in confronto a quello che ho passato per le bambine.
Insomma, non è stato per niente facile però sono qui e anche le bambine ed è questo l'importante per me.
Due giorni fa sono tornata a casa e non poteva mancare una festa a sorpresa fatta dai miei e da suo padre insieme alla sua compagna.
È stato bello tornare a casa ma ancora di più è stato bello vedere Tobia stare con le bambine. Sono splendidi insieme e come mio solito non ce l'ho fatta a trattenere le lacrime.
Quasi sicuramente tutti voi sarete curiosi dei nomi che io di là abbiamo scelto per le nostre figlie e adesso credo che sia arrivato il momento di dirveli.
Le nostre figlie si chiamano Hope e Marylin.
La prima a nascere è stata Marylin mentre per ultima Hope. Sono entrambe bionde, proprio come me e per mia solita fortuna quanto scommettiamo che entrambe prenderanno gli occhi del papà? Succederà proprio come è successo con Tobía. I capelli li prendono da me mentre gli occhi li prendono dal padre.
A proposito di Dylan, non ti ho aggiornato su una cosa. Alla vista delle nostre due nuove figlie Dylan è scoppiato a piangere. Era davvero da tanto che non lo vedevo versare una lacrima ma è sempre bello in un certo senso perché anche se odio vederlo piangere, i suoi occhi quando sono rossi e pieni di lacrime credo che si trasformino in una delle sette meraviglie di questo mondo. Posso dire che per la mia vista sono l'ottava meraviglia del mondo.
Questa volta è stato più facile metterci d'accordo io e Dylan sui nomi, non abbiamo fatto tante storie come per Tobia e sono contenta. Erano mesi che avrei voluto dirvelo ma ho voluto aspettare il momento giusto.
In questo momento sono sdraiata sul letto di me e Dylan, le bambine sono a fianco a me stanno dormendo tranquillamente. Fino ha 10 minuti fa Dylan era in giardino a giocare insieme a Tobía ma prima ho sentito chiudersi la porta al piano inferiore perciò non so dove siano in questo momento.
Può darsi che si erano entrati oppure che si siano scordati qualcosa in casa per poi tornare a giocare fuori. 
<<Mamma si può?>> dice Dylan aprendo la porta con in braccio Tobía.
<<Certo entrate ma fate piano>>, chiude la porta e vengono entrambi a sdraiarsi affianco alle bambine.
<<Come sono belle>> confessa Dylan.
<<Sono belle tanto quanto è bello Tobía, non è vero amore?>> chiedo al bambino.
Lui mi sorride e gattona fino a me.
Lo prendo in braccio e gli faccio appoggiare la testa sul mio petto.
<<Come ti senti?>> domanda.
<<Motivatamente bene però non posso andare avanti a antidolorifici, non vedo l'ora di iniziare il percorso di riabilitazione>> ammetto.
<<Ci credo piccola>>.
<<Però vabbè dai, non ci voglio pensare al momento. Lunedì la inizierò però fino a lunedì non posso continuare a pensarci, vedrò di distrarmi in qualche modo stando con le bambine e con Tobía ma senza faticarmi troppo>> spiego.
<<Ti aiuterò anch'io stai tranquilla>> mi rassicura e successivamente lascia un bacio in fronte a Marylin.
<<Non so come avrei fatto senza di te>> confesso allungando una mano verso di lui.
<<Non pensarci adesso, pensa invece che siamo una grande famiglia che si sta allargando sempre di più>>, mi afferra una mano e la bacia dolcemente.
<<Più ci penso e più non ci credo. Mi sembra tutto così surreale. Pensare a come eravamo partiti e vederci ora con due case tutte nostre, tre figli e una relazione bellissima è una grande soddisfazione per me>> dichiaro aperta.
<<Mi sembra incredibile anche a me però è successo e evidentemente ce lo meritavamo tutti e due>> replica.
<<Eh già>>, sospiro e sorrido.
<<Ti rendi conto che gli è bastato 10 minuti per addormentarsi?>> chiede Dylan guardando Tobía.
Lo guardo pure io e gli accarezzo la testa.
<<Lascialo stare su, si sarà stancato a giocare con te>> gli ricordo.
<<Mi sono stancato io che sono un uomo, figuriamoci se non si è stancato lui che è un bambino>>, mi guarda e sorride.
<<Che avete fatto?>> chiedo.
<<Abbiamo giocato per terra con la casetta di plastica, nulla di che. Anche se...>>, si annusa sotto l'ascelle e assume una faccia un po' schifata. Cerco di non ridere per la sua espressione ma è davvero difficile.
<<Forse è meglio che vada a farmi una doccia>> annuncia lui mentre si alza dal letto.
<<Va bene, ti aspetto qui>> lo avverto.
Annuisce e poi scompare dietro la porta.
Continuo a vedere i miei 3 splendidi figli dormire fin quando non ho l'istinto di andare in bagno. Lentamente appoggio Tobia sul materasso, facendo attenzione a non svegliarlo e successivamente mi alzo dal letto. Mi aggrappo alle cose per raggiungere la porta e la stessa cosa faccio nel corridoio, sperando di non cascare. Quando finalmente arrivo davanti la porta del bagno la apro ma mi blocco nell'immediato. Dylan è sotto la doccia, e nudo e si sta tenendo il suo membro in mano.
Muove la mano su e giù per darsi piacere, quel piacere che purtroppo io non sono più riuscita a dargli da cinque mesi a questa parte.
Rimango dietro la porta ad ammirare la sua bellezza. Mi eccita vederlo eccitato ma mi dispiace di non essere io a farlo.
Purtroppo non abbiamo potuto più fare nulla dopo settembre. Lui è partito tre mesi e quando è tornato sapevamo entrambi che dovevamo tenere le nostre emozioni da parte proprio per non rovinare nulla e per non rischiare il non arrivo delle bambine.
Io ancora non posso fare nulla a causa della gamba però... Dannazione. Non posso pensare a queste cose ora. So solo che non sono stata una fidanzata utile in questi mesi, ho solo richiesto aiuto negli altri senza mai dare nulla a nessuno. È vero che non potevo, tutti lo vedevano e nessuno mi ha mai fatto pesare questa cosa ma adesso riesco a capire che a certe persone e in particolare a Dylan ho dato solo delle mancanze e mai delle certezze.

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora