Capitolo 48

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Dylan

La rabbia e la delusione verso me stesso per non aver trovato la donna che amo da nessuna parte, è tanta, troppa. L'ho cercata ovunque, ho chiamato tutte le persone più immaginabili ma nessuno sa niente. Nessuno l'ha vista.
Nessuno l'ha sentita.
Sono infuriato nero.
Devo trovarla, ma mi serve molto più tempo invece di una settimana. Tra 6 giorni devo partire nuovamente per parigi ma non posso, non in queste condizioni perlomeno.
Nell'immediato chiamo mia madre e aspetto che risponda.
<<Pronto amore, sono felice che tu mi abbia chiamato>>, mia madre risponde tutta euforica dall'altra parte del telefono.
<<Ciao mamma, devi aiutarmi>> dico nell'immediato.
<<Ma certo tesoro, di cosa hai bisogno?>>.
<<Credo di aver perso sia Chloe che i miei figli>> confesso passandomi una mano tra i capelli bagnati. Sono da poco uscito dalla doccia e non mi sono neppure asciugato.
Appena sono uscito dalla quest'ultima sono corso qui per cercare di trovare una soluzione ma niente.
<<Che cosa stai dicendo Dylan?>> domanda lei confusa più che mai.
<<Hai capito, non farmi ripetere>>.
<<Ma come...>> la sento distruggersi.
La voce le trema e gli si inclina allo stesso tempo. Mi dispiace sentirla così, vorrei non averla incastrata in questa merda ma è l'unica che può capirmi e aiutarmi.
<<Crede che tra me e Wendy sia successo qualcosa>> spiego.
<<Ed è vero o no?>> chiede.
<<No assolutamente! Cioè una via di mezzo mamma, ma non l'ho tradita>> rispondo.
<<Dylan che cazzo vuol dire una via di mezzo??>> urla lei.
<<Mamma ti spiegherò poi, adesso mi devi aiutare a trovarla>> insisto.
<<Cosa vuoi che faccia?>> mi chiede.
<<Non lo so nemmeno io... Credevo che tu potessi aiutarmi. Ho chiamato tutte le sue amiche, i suoi colleghi... Ho provato a chiamare Richard o Rachel per sentire se era tornata a New York ma non è lì, nemmeno loro l'hanno sentita oggi. Pensa che, da quanto ero disperato, ho persino chiamato Noah>> dichiaro iniziando a fare avanti e indietro per tutta casa. Dio santo.
Non fraintendetemi. Non ho salvato in rubrica il numero di Noah, semplicemente ho curiosato in un'agenda vecchia di Chloe sulla quale ha scritto tutti i numeri dei suoi amici.
<<L'ex?>>.
<<Si lui>>.
<<La situazione dev'essere peggio di quanto pensassi>> ammette.
<<Esatto, ed è per questo che non posso partire tra una settimana per Parigi>> confesso.
<<No questo no Dylan. Lo capisci che c'è in ballo il tuo lavoro?>> chiede infuriata nera.
<<E tu lo capisci che c'è in ballo la ragazza che amo? L'unica che io abbia mai amato realmente>> gli ricordo.
<<Si ok Dylan, lo capisco ma...>> la blocco.
<<Nessun ma mamma. Io ho bisogno di trovarla al più presto, non posso perdere tempo>> annuncio.
La sento sospirare e resta in silenzio.
So di starla deludendo, ma se lei non è in grado di venirmi incontro allora non può nemmeno aiutarmi. Io non posso lasciare l'America senza aver chiarito le cose con Chloe, senza aver riabbracciato i miei figli e senza aver passato un po' di tempo con loro. Chloe deve sapere tutto perché lei non sa niente e chissà che cosa starà pensando. 
<<Mamma ti prego... Ho bisogno del tuo aiuto, non voltarmi le spalle proprio adesso. In un momento così difficile cazzo...>> dico disperatamente cercando di convincerla.
<<Va bene va bene>>.
<<Quindi mi aiuterai?>> chiedo.
<<Si>> risponde.
<<Oddio grazie, grazie, grazie>>.
<<Cosa posso fare?>> chiede nuovamente.
<<Mamma ho bisogno di trovarla>> replico.
<<Hai provato a chiamare i suoi genitori? Se vuoi ho il numero di Catherine>> annuncia.
Perché sono così stupido?
Perché non mi è venuta in mente prima questa cosa? In effetti potrebbe essere andata a stare per un po' dai suoi genitori.
<<Mamma sei un genio>> dico avviandomi a passo svelto verso il piano superiore.
<<Modestamente lo so>> dice lei scherzando.
<<Adesso devo lasciarti, voglio correre da lei>> mi affretto a dire.
<<Tesoro ma è tardi, magari saranno già tutti a dormire>> cerca di spiegarmi lei.
<<Se saranno tutti a dormire vorrà dire che domani mattina tornerò da lei, ma adesso so che me ne pentirei se non andassi>>.
<<Va bene, tienimi aggiornata ti prego>>.
<<Si va bene>>, la saluto e poi riattacco.
Mi affretto a vestirmi e subito, nell'aria ghiaccia di Los Angeles, esco di casa e salgo in macchina. Non so quanto tempo ci metto ad arrivare davanti casa dei suoi genitori, poco suppongo, ma mi sembrano ore, si ore infernali.
Arrivato difronte casa busso, ma nessuno mi apre. Busso di nuovo e Catherine apre la porta.
<<Dylan che sorpresa... Che ci fai qui?>>.
<<Ciao, c'è Chloe?>> chiedo diretto.
<<No>> risponde.
<<Catherine...>>.
<<Dylan non c'è>> insiste.
<<Sai qualcosa di lei? Non so... Ti ha chiamata? Ti ha detto dov'è?>> chiedo.
<<No, nulla>> risponde.
Sospiro.
Non so se crederle o meno. Loro sono complici, hanno sempre avuto uno splendido rapporto. Non mi meraviglierei se entrambe si sono messe d'accordo per farmi stare lontano.
<<Va bene, ma ti prego... Se sai qualcosa avvertimi. Ho bisogno di parlarle>> ammetto.
<<Non so cos'è successo ma vedi di cambiare Dylan. Non sbaglia mai una sola persona nella coppia, quando c'è un problema è colpa di entrambi, ma cerca di mettere le cose in chiaro. Sia nella tua testa sia nella vostra relazione>> mi consiglia.
Perché questo consiglio mi sa di falsità?
Mi sembra strano che la madre stia così tranquilla, pur sapendo che la figlia non si trova e che non è con me. Sarebbe la prima ad andare in paranoia.
È sua figlia, è tutta la sua vita.
Proprio com'è la mia.
<<Sei sicura di non sapere dov'è?>> chiedo.
<<Sicura>> conferma.
<<E perché sei così tranquilla?>>.
<<Perché so che sta bene. È grande e vaccinata, ovunque sarà, saprà badare a se stessa>> afferma.
<<Catherine...>> insisto per la milionesima volta. Non me la racconta giusta.
<<Dylan basta per favore, è tardi e ho sonno. Chloe qui non c'è. Non voglio essere scortese però è meglio che tu vada>> aggiunge.
<<Va bene me ne vado>>, faccio un passo indietro. Mi guarda e sorride.
<<Buonanotte>>, mi giro e faccio due passi.
<<Dylan>> mi richiama.
Mi volto nuovamente e aspetto che parli.
<<Tu la ami?>> domanda.
Mi spiazza questa domanda ma rispondo con tanto di sincerità.
<<Con tutto me stesso>>.
<<Davvero?>> chiede.
<<Si>>.
<<Non è uno scherzo vero?>> si assicura.
<<Non lo è mai stato per me. L'ho sempre amata e sempre lo farò>> confesso.
Borbotta qualcosa a bassa voce ma non capisco. È lontana da me, non tanto, ma abbastanza da non riuscire a sentire i sussurri.
Apre la bocca ma sembra ripensarci e si limita a rimanere in silenzio per altri secondi.
<<Allora riprendertela Dylan, non è mai troppo tardi per ricominciare. Buonanotte..>> mi chiude la porta in faccia ed io rimango come uno stupido a fissare quest'ultima.
Cosa voleva dire?
Dannazione.
Me la riprenderò, questo è certo, ma se non so dov'è: come faccio a trovarla?

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora