Capitolo 50

1.3K 50 19
                                    

Dylan

Finisco di tirare un ultimo destro nel sacco da pugile e per oggi possiamo dire che il mio allenamento è terminato.
Tre ore di allenamento, dopo più di tre settimane fermo, non sono male.
Lasciate che vi aggiorni su quanto accaduto ieri sera. Come già sapete sono andato a casa dei genitori di Chloe, mi hanno aperto ma l'unica persona che mi ha rivolto parola è stata sua madre. La conversazione già la sapete, è inutile che ve la ridica, solo che... mi ha lasciato con tanti dubbi in testa. 
Sento come se mi avesse mentito.
Secondo me sa dov'è la figlia solo che, per proteggerla, non me lo dice.
Ma vabbè... Vorrà dire che lo scoprirò da solo.
Quando sono arrivato a casa mi sono ritrovato due messaggi da mia madre. Ero troppo arrabbiato con me stesso, troppo deluso che non le ho risposto e sono andato subito a letto.
Stamani mi sono alzato alle cinque e ho iniziato subito allenamento. Adesso sono le otto del mattino e sto aspettando che mia madre esca da lavoro. A regola dovrebbe uscire tra poco, li sono le cinque del pomeriggio.
Aspetto 10 minuti e successivamente la chiamo. Il telefono squilla ma nessuno sembra voler rispondere.
<<Dylan>> mia madre finalmente risponde e con aria allegra pronuncia il mio nome.
<<Mamma>>.
<<Allora? Ci sono novità? Com'è andata ieri sera? Ho provato a scriverti e a mandarti due messaggi la notte scorsa, stavo lavorando però mi sono ricordata che forse da te erano l'una e passa e così ho pensato che forse eri già andato a letto>> chiede curiosa.
<<A dirti la verità mamma avevo letto i tuoi messaggi, solo che non avevo voglia di parlare con nessuno>> confesso.
<<Deduco allora che sia andato male l'incontro>> opta.
<<Già>> ammetto.
<<Ne vuoi parlare?>> chiede.
<<Non c'è molto da dire. Sono partito di casa alle 11, più o meno 10 minuti dopo sono arrivato davanti casa dei suoi genitori e mi ha aperto sua madre. Mi ha detto che non sa dov'è la figlia e poi mi ha chiesto se la amavo per davvero>> spiego.
<<E tu?>> domanda.
<<Gli ho detto la verità: che la amo con tutto me stesso>> rispondo.
<<Tesoro...>> dice con voce dispiaciuta.
<<Non chiamarmi così, tantomeno con questo tono dispiaciuto. Non voglio che provi pena per me>> dichiaro.
<<Nessuno qui prova pena per nessuno, mi dispiace solo sentirti e vederti così. Io so quanto la ami, non l'avrei mai detto che tu un giorno avresti potuto trovare una persona come lei e ne tantomeno che ti potesse rendere felice come lo eri prima del suo allontanamento, infatti è per questo che voglio aiutarti>> annuncia.
<<E come?>> chiedo.
<<Dopo cena ho intenzione di chiamare la madre, così poi ti farò sapere>> risponde.
<<Si ma io nel mentre cosa posso fare? Non ho intenzione di girarmi i pollici>>.
<<Perché non vai dal suo fisioterapista? Non dico proprio dentro ma potresti aspettarla fuori, magari la becchi>> mi consiglia.
Ho già detto che mia madre è un genio?
<<Mamma sei fantastica, non so davvero come ringraziarti. Adesso vado a farmi una doccia visto che mi sono appena finito di allenare e poi corro subito>>, la sento ridacchiare dall'altra parte del telefono e poi infine aggiunge un: <<Non c'è di che>>.
La saluto e riattacco.
Corro a farmi la doccia e nel giro di un quarto d'ora sono già pronto.
Sono quasi le 8:30, non so quanto mi ci vorrà ad arrivare, non è lontano come posto ma non è nemmeno vicino. È meglio che mi dia da fare.
Altri 30 minuti dopo arrivo finalmente a destinazione. Spero davvero di trovarla perché non ho la minima intenzione di fare viaggi a vuoto. Ho bisogno di parlarle, ora.
Non appena parcheggio la macchina mi guardo intorno e subito mi accorgo che di fronte alla struttura c'è una macchina molto familiare. So che potrebbero avercela migliaia e migliaia di persone ma sono più che sicuro che quella macchina è del padre di Chloe.
Scendo e chiudo a chiave la mia.
Non appena mi avvicino, vedo una figura muscolosa apparire alla mia destra e quando metto a fuoco noto che è davvero Chris.
<<Christopher>> lo chiamo.
Lui alza lo sguardo e mi saluta.
<<Ciao Dylan, come stai?>>.
<<Si va avanti, tu?>>.
<<Sto bene grazie, che ci fai qui?>> chiede.
Potrei fargli la stessa domanda ma mi limito a rispondere educatamente.
<<Potrà sembrare da Stalker ma stavo cercando Chloe. So che oggi ha la sua prima visita qui e volevo cercare di vederla>> spiego.
Lo vedo irrigidirsi e successivamente annuisce.
<<Capisco>>.
<<Voi ancora non sapete niente?>> domando.
Spero che mi dica qualcosa, mi basta anche una sciocchezza, un messaggino mandato di nascosto, una chiamata durata pochi secondi. Mi basta semplicemente sapere che sta bene.
<<Ehm a dire il vero...>>, si interrompe quando sentiamo la porta del bar chiudersi.
<<Ciao Dylan>> Catherine mi saluta e quando mi accorgo che ha i miei figli con se riesco a capire tutto. Chloe deve essere per forza qui.
<<È qui vero?>> chiedo ad entrambi.
Loro due si guardano ma subito Catherine interviene dicendo: <<Ti sbagli Dylan. Stamani è venuta davanti casa nostra per lasciarci i bambini e successivamente se ne è andata. Ha detto che tornerà presto a riprenderli, non so se stasera o domani>>.
Dovrei crederle o no? Se questa è la verità allora perché sono qui e stranamente è proprio oggi che lei aveva la prima visita con il fisioterapista?
<<Capisco che Chloe sia vostra figlia, capisco che siete delusi e arrabbiati dal mio comportamento. Lo sono anche io, sto provando di nuovo odio verso me stesso, un odio che solo Chloe era riuscita a far svanire. Però se sapete qualcosa vi prego di non mentire, di non tacere, non tanto per me e per come sto senza di lei ma almeno fatelo per i bambini. È giusto che abbiano i genitori insieme e non separati>> gli ricordo.
<<Credo che entrambi non vogliate far passare ai vostri nipoti quelli che ha passato Chloe per ben diciotto anni della sua vita no?>> chiedo.
Loro si guardano e Chris sembra intenzionato a dire qualcosa ma lei lo precede.
<<So che sei preoccupato per Chloe ma noi non possiamo aiutarti mi dispiace Dylan, adesso scusaci ma dobbiamo andare>> aggiunge lei.
<<Ma quelle cose che...>>, lei lo zittisce dandogli una gomitata.
<<Ci penseremo più tardi>> replica lei.
<<E il mio caffè?>> chiede sempre lui.
<<Dio santo Christopher. Lo prenderai a casa su. Adesso andiamo>> insiste lei.
<<Va bene>>, lui mi guarda e mi saluta con una pacca sulla spalla.
<<Dalle solo un po' di tempo Dylan, ok? È al sicuro stai tranquillo>> dice e sale in macchina. Guardo la donna difronte a me e successivamente mi inginocchio per salutare mio figlio.
<<Immagino che non posso portarmi a casa nemmeno loro>>, indico i miei figli e Catherine scuote la testa.
<<Va bene>>, lascio la mano a Tobìa e lui subito torna dalla nonna.
<<Ciao Dylan>> mi saluta lei.
<<Ciao>> dico infine io.
Che cazzo.
Li vedo sfrecciare via con un pezzo della mia famiglia e con la consapevolezza di non poter vedere ancora la mia donna.

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora