Chloe
<<È tutto ok?>> chiede Dylan abbracciandomi da dietro. Gli scosto le mani e mi allontano.
<<Non ce l'ho con te Dylan, ma non pensare che tutto d'ora in poi sarà rosa e fiori perché io non dimentico>> lo avviso.
<<Hai ragione, scusa>> dice pentendosene.
<<Bene>>, mi avvicino al letto e poco dopo mi ci siedo sopra. Lui fa lo stesso e mi guarda.
<<Cosa c'è che non va? Oltre a noi dico..>> chiede Dylan confuso.
<<È che non so... Il gesto di tua madre è qualcosa di stupendo e lo apprezzo, ma abbiamo da poco comprato casa laggiù. Ho le ragazze lì, un lavoro, i miei amici... Vorrei non rinunciarci>> confesso.
<<Va bene perfetto, allora vorrà dire che ci trasferiremo definitivamente lì a New York>> replica lui senza farsi troppi problemi.
<<Non è così semplice>> gli faccio notare.
<<Perché?>> domanda subito dopo.
<<Perché qui ho la mia famiglia Dylan..>>.
<<Ti riferisci ai tuoi genitori?>> domanda.
<<Si>> rispondo.
<<Non devi darmi una risposta adesso lo sai>> mi ricorda. Lo guardo e poi dico: <<Lo so>>.
<<Ma sopratutto voglio che tu stia tranquilla>> dice accarezzandomi una guancia.
<<Lo sono, solo che non so... Tua madre ha fatto questo gesto per toglierci il problema di Parigi, ma è come se adesso mi fossero venute in mente altri pensieri, altri problemi a cui pensare>> spiego. Lui si avvicina a me e mi afferra entrambe le guance.
<<Io non voglio questo e nemmeno mamma lo vuole. Mi dispiace che invece di averti tolto un peso te ne abbia aggregato uno in più però devi sapere che qualsiasi decisione prenderai, a me starà bene>> confessa lui.
<<Non si può avere tutto dalla vita, vero?>> domando innocentemente.
<<Purtroppo no>> risponde.
<<Vorrà dire che cercherò di decidermi al più presto>> lo avverto.
<<Prenditi tutto il tempo che vuoi. Scegli te, per me è indifferente. Basta averti con me>> mi rassicura lui. Annuisco e lo ringrazio.
<<Credo che adesso sia arrivato il tuo momento>> annuncio.
Lui mi guarda confuso e alza un sopracciglio.
<<Che vuoi dire?>> chiede.
<<Voglio dire che forse sia arrivato il momento di sapere che cosa è successo a Parigi>> rispondo. Lui si incupisce e per qualche secondo distoglie lo sguardo.
<<Sei proprio sicura di volerlo scoprire ora?>> chiede per sicurezza.
<<Sì sono sicura>> affermo.
<<Va bene. Be' vediamo... Da dove posso iniziare?>> domanda.
<<Dall'inizio direi>>.
<<Giusto>>, si alza in piedi ed inizia a fare avanti e indietro per tutta la stanza.
<<Quindi..?>> lo incalzo.
<<È successo qualcosa già il primo giorno, cioè al mio arrivo>> confessa.
<<Qualcosa del tipo?>> domando.
<<Lei si è seduta sulle mie gambe e..>> si blocca. Gesù maria, non sono pronta ad ascoltare il resto ma voglio saperlo.
<<E?>> lo invito nuovamente a parlare.
<<E si insomma... Mi è venuto duro, ma l'ho subito spostata Chloe. Ti giuro che non c'è niente tra me e quella>> ammette fermandosi davanti a me. Provo solo schifo in questo momento. Non ci credo.
Gli è venuto duro stando con un'altra ragazza e non con me. Non ci voglio credere.
<<Poi?>> lo sprono a dirmi di più.
<<Dopo quel giorno non è successo più nulla per ben due settimane. La mattina mi alzavo, andavo a lavoro, lavoravamo insieme ma non c'era nessun contatto fisico, solo un feeling lavorativo e basta>> continua a parlare.
<<Poi una sera siamo usciti con amici insieme a mia madre e Mathias. C'era anche lei e ci siamo un po' ubriacati, ma anche lì non è successo nulla fino all'ultima volta>> spiega.
<<Che cos'è successo?>>.
<<Non siamo andati a letto insieme ma c'eravamo quasi, è quasi successo>> annuncia.
<<In che senso è quasi successo?>> insisto.
<<Mi ha baciato, l'ho respinta ma lei continuava a strusciarsi su di me ed è come se avessi perso il controllo di me stesso>>.
<<E cosa hai fatto?>>.
<<Siamo tornati a casa prima di tutti, ci siamo chiusi in camera mia e mi ha baciato di nuovo. L'ho respinta un'altra volta e l'ho bloccata al muro, impedendomi di toccarmi per la terza volta>> dice rispondendomi, si spera, sinceramente.
Mi guarda con occhi impauriti.
Sa benissimo come mi sento in questo momento e ha paura, riesco a percepirlo dalla voce tremante e dalla carnagione pallida.
<<E lei?>> domando infine.
<<E lei a quel punto si è fermata, ma ricordo che quella notte abbiamo dormito insieme>> dice infine. Bene, e adesso cosa dovrei fare io?
Resto in silenzio e mi alzo dal letto.
Mi avvicino al mio portagioielli e lo prendo in mano. Lo apro, ma mi fermo quando Dylan inizia a parlare nuovamente.
<<Di qualcosa ti prego>> mi scongiura.
Prendo l'anello che mi aveva regalato e mi giro per guardarlo. Glielo porgo e poi dico: <<Volevo mettermelo stasera, dopo tanto tempo, ma credo che tu debba darlo a Wendy o a qualsiasi altra ragazza>>.
Non è vero. L'avevo indosso fino a oggi pomeriggio. Fino a poco prima del suo arrivo a casa mia. Me l'ero tolto per farmi la doccia e, come sempre, lo avevo lasciato dentro il mio portagioielli giusto per non rovinarlo.
Me lo sarei rimesso subito, ma me ne sono dimenticata lì per lì.
<<Che cosa stai dicendo?>> domanda.
<<La verità, voglio stare sola e questo non posso perdonartelo>> rispondo.
<<Ma non è successo nulla!!>> esclama.
<<Questo lo dici te>> ribatto.
<<Si lo dico io, ma davvero. Per me lei non è importante, io non voglio lei, io voglio te>>.
<<No tu non mi vuoi>> affermo seria.
<<Io ti voglio eccome>> replica.
<<No>> ringhio.
<<Sì>>.
<<Dylan no!>> urlo e alzo il tono della voce.
Lui si zittisce e stringe i pugni lungo i fianchi.
<<Lei non significa niente per me>>.
<<Menti, significa qualcosa invece>> ammetto in tono amaro. Non gliela farò passare liscia questa volta, non posso.
<<Ma se non è successo nulla>>.
Ancora? No vabbè non ci credo.
<<Come puoi dire questo? Ci sono stati dei baci, un'intesa fisica abbastanza chiara ed evidente, lei si è strusciata su di te e tu glielo hai permesso, avete dormito insieme e tutto questo mentre tu stavi con me. Mentre ero incinta Dylan!!!>> gli ricordo.
<<Lo so e mi dispiace>>, abbassa la testa ed io mi giro richiudendo il portagioielli.
<<Voglio che tu te ne vada>> gli ordino.
<<Non mi aspetto che tu mi perdoni adesso, ma permettimi di starti vicino>> dice ignorando la mia richiesta.
<<Come non mi aspetto che tu creda al fatto che mi dispiace per tutto quel che ho fatto sia a Parigi sia qui con te e con i nostri figli>> aggiunge in tono dispiaciuto.
<<Voglio dimostrarti che ti amo, che voglio solo te perché è così e tu devi credermi. Hai avuto una forza immensa a sopportarmi per tutti questi anni, a sopportare tutti miei sbalzi di umore e la mia prepotenza, ma lascia che ripari ai miei errori. Se non vuoi che lo faccia per te allora lasciamelo fare per i bambini. Lasciami continuare a stare insieme a te, magari non come una coppia, ma sotto lo stesso tetto>> mi scongiura di nuovo.
<<Non puoi pretendere che io già da domani torni a casa con te>> gli ricordo.
<<Lo so, ma pensaci>> mi consiglia.
Lascio passare qualche secondo, ma poi le parole mi escono di bocca e gli dico un mio pensiero.
<<Non sembri te.. Il vecchio Dylan mi avrebbe scongiurato di tornare insieme, quasi imposto diciamo>> dico sorpresa.
<<Ho capito tante cose. Ho capito di essere stato un coglione con te e di aver sbagliato sin dall'inizio. Sono un'emerito cretino e mi dispiace per essere stato cieco per ben due anni e mezzo>> dice scusandosi.
<<Non sono riuscito a vedere che tutto ciò di cui avevo bisogno lo avevo già. Credevo di aver bisogno anche di Parigi, del mio lavoro e della vita che conducevo laggiù. Tutto quello di cui avevo bisogno e di cui ho bisogno sei tu, è la mia famiglia, la nostra famiglia e mi dispiace non averlo capito prima. Ero troppo concentrato sul lavoro e sul farvi stare bene in un futuro che vi ho trascurato, ma questo l'ho capito solo dopo averti perso>> spiega.
<<Dicono meglio tardi che mai>>, sospiro e distolgo lo sguardo.
<<Già, ma avrei dovuto aprire gli occhi prima. So che ci vorrà tanto, ma io sono disposto anche ad impegnarmi per tutta la vita affinché tu possa arrivare alla conclusione di voler passare la vita con me. E credimi che lo farò, mi impegnerò a rimettere apposto tutto quanto. Spero solo di riuscirci. Voglio vivere una lunga vita, serena e piena di lusso, ma tutto questo non riesco ad immaginarmelo senza di te>> gli vengono gli occhi lucidi e lo stesso effetto a me fanno le sue parole.
<<Quando ti sentirai pronta, se mai succederà, accetta le mie scuse e continua ad amarmi. Voglio invecchiare con te>> afferma serio.
Mi afferra il viso con entrambe le mani ed infine dice: <<Voglio invecchiare con la donna che un giorno diventerà mia moglie>>.
Una lacrima salata mi scende lungo il viso, ma lui me la asciuga subito.
Odia vedermi piangere, malgrado sappia di esserne la ragione.
<<Dovresti uscire>> gli consiglio.
<<Si me ne andrò, ma tu pensaci e prenditi tutto il tempo che vuoi>>.
Non annuisco, mi limito a restare in silenzio.
Mi lascia un bacio sulla fronte e poi se ne va via, sparendo dietro la porta di camera.
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Nothing more 5 || amore incondizionato
ChickLitCOMPLETA. ⚠️⚠️ A BREVE IN REVISIONE ⚠️⚠️ Questo è il sequel di "Nothing more 4 || strade opposte" e ULTIMO LIBRO della serie Nothing More. È consigliabile leggere prima gli altri quattro libri e da ultimo questo per capire meglio tutta la storia. ...