Capitolo 83

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Chloe

Dopo pranzo i bambini corrono in salotto per giocare insieme, mentre io e Dylan siamo rimasti in cucina a sistemare tutto.
<<Hai finito di preparare la valigia dei bambini?>> mi chiede lui.
<<Sì>> rispondo.
<<Fammi indovinare ti ha aiutato il tuo amichetto?>> chiede scorbutico.
<<Sì, si è offerto lui stesso>> ammetto.
<<Che carino>> dice a presa per il culo.
<<Riuscirete mai ad andare d'accordo?>>.
<<No>> dichiara.
<<Sei arrabbiato con me?>> chiedo seguendolo con lo sguardo.  
<<No, ma non capisco perché debba stare sempre vicino a noi e alle nostre figlie>>.
<<È un mio amico Dylan.. Gli voglio bene>>.
Lui si gira di scatto verso di me e mi guarda male. Stringe i pugni per non fare scenate isteriche e si irrigidisce.
<<E per questo deve sempre stare intorno a noi immagino>> sbotta.
<<Non capisco quale sia il tuo problema. Io ho accettato la tua amicizia con Wendy, non capisco perché tu non possa fare lo stesso con James>>. Capisco che il suo problema è la gelosia, ma io cosa dovrei dire? Malgrado sappia che Wendy ci ha provato spudoratamente con lui, io la sto accettando la loro amicizia. Non capisco perché lui non debba accettare la mia nonostante James non ci abbia mai provato, neppure minimamente, con me. 
<<Perché quello ci prova con te ma tu non te ne accorgi>> ringhia.
<<Allora ogni essere umano che si avvicina a me ci prova secondo il tuo ragionamento>>.
<<Esatto>> replica.
Sono esausta ormai. Non lo sopporto quando ha questi scatti, inutili direi, di gelosia.
<<Dylan io non ce la faccio a sopportare questa tensione. Ci siamo appena riconciliati e adesso stiamo di nuovo discutendo per James. Per lui!! Ti rendi conto?>> confesso stanca.
<<Credi che io mi diverta a parlare sempre di lui? Se vuoi saperlo no, anzi mi irrita abbastanza proprio come mi irrita lui stesso, ma non ci posso fare nulla se sono geloso>> afferma.
<<Ti avrò ripetuto almeno un centinaio di volte che non ti devi preoccupare di questo, perché l'unica persona che amo sei te>>, mi avvicino a lui e gli accarezzo una guancia.
<<Se tu mi mettessi davanti una scelta è ovvio che sceglierei te, ma vorrei che tu non lo facessi perché James è davvero importante per me. Non tanto quanto lo sei te ovviamente, ma lo è perché è l'unico amico che mi è rimasto>>.
Prima avevo Samuel, ma poi ha deciso di allontanarsi dal gruppo intero e l'ho perso.
Ho perso persino Noah, anche se so che nel profondo lui ci sarà sempre per me.
<<Te l'ha detto pure lui che non ci ha mai provato con me e che tra di noi non c'è mai stato nulla, ed io ad oggi te lo confermo. Sei tu l'unico che voglio, dico davvero Dylan..>>. Cerco in tutti i modi possibili di rassicurarlo e spero di starci riuscendo perché odio vederlo così spaventato di una cosa inesistente.
Perché lo è.
Il sentimento amoroso che posso provare, secondo Dylan, per James è inesistente.
<<Ripetilo ti prego>> mi scongiura.
<<Sei l'unico che voglio>> ripeto sorridendo.
Di scatto mi bacia passionalmente e mi tira sempre di più verso il suo corpo.
Con una mano passa sotto la sua maglietta, che in questo momento sto indossando io, e mi tocca l'entrata attraverso il pizzo dello slip.
<<Dylan, ci sono i bambini nell'altra stanza>> gli ricordo in tal caso se ne fosse dimenticato.
<<E allora? Se fai silenzio non se ne accorgono>>, si morde il labbro inferiore e quasi perdo il controllo. Sa che mi fa effetto, proprio come so che fa effetto pure a lui.
Solo che io posso provocarlo, lui no, non può.
<<Non puoi provocarmi in questo modo>>.
<<E perché no? Hai paura di perdere il controllo per caso?>> chiede divertito.
<<No>> mento.
<<E allora permettimi di continuare>>, si avvicina a me ed inizia a baciarmi il collo.
La mia pelle diventa nutrimento per la sua fame. La sua lingua bagnata, venendo a contatto con il collo e con la clavicola, mi provoca mille brividi lungo le spalle.
<<È una follia Dylan>> gli ricordo.
Chiudo gli occhi per godermi il momento e mi lecco le labbra presa dall'eccitazione.
<<Lasciati andare. Fai che l'eccitazione prenda il sopravvento piccola>> sussurra al mio orecchio. La sua voce calda mi penetra, mandando a puttane il mio cervello.
<<Hai accettato?>> chiede prendendo l'orlo della mia maglietta. Apro gli occhi e lo guardo.
Poso il mio sguardo sulla porta di cucina, ormai chiusa e poi ritorno a guardarlo.
<<Sì>> rispondo sorridendogli.
Mi sorride a sua volta e mi afferra per le natiche. Dolcemente mi posa sul bancone della cucina e mi sfila la maglietta.
Guarda attentamente il mio seno scoperto e lecca un capezzolo.
<<Sei splendida>> mormora.
Quando posa nuovamente le labbra sopra le mie tutto il resto scompare.
Quasi mi dimentico che i nostri figli sono nella stanza accanto. Le nostre lingue iniziano a giocherellare tra di loro e le sue mani vagano in tutto il mio corpo.
Poco dopo mi fa sdraiare su quest'ultimo e si piega sulle ginocchia fino ad arrivare all'altezza della mia entrata. Mi guarda prima ancora di scostare le mie mutandine, poi lentamente posa la lingua sul clitoride.
Mi mordo il labbro inferiore quando con tre dita mi penetra. La sua lingua si muove in circolo e le mie gambe si aggrappano a lui.
Gli circondano il collo e quando sento di star per venire, scatto a sedere e afferro il suo meraviglioso ciuffo. Gli strattono qualche ciocca all'indietro e vengo sulla sua lingua.
Mentre torna su a baciarmi, gli sbottono i jeans e afferro la sua erezione.
<<Piccola fermati>>, mi prende il polso e mi blocca con il movimento.
<<Non toccarmi, rischierei di venire subito e non voglio. Mi sono eccitato troppo nel vederti in quello stato>> confessa a qualche millimetro di distanza dalle mie labbra.
<<Non ho tempo per i preliminari, voglio entrare subito dentro di te>> aggiunge.
<<E allora fallo>>, mi tolgo definitivamente le mutandine e poi allargo le gambe.
Non sembra stupirsi delle mie parole.
Ormai mi conosce a memoria.
Mi penetra completamente e soffoco in gemito nell'incavo del suo collo.
<<La prossima volta voglio sentirti urlare>>.
La sua voce è bassa, roca e tremendamente persuasiva. Stringe forte i miei fianchi e con le spinte si fa sempre più deciso.
Riesco a vedere il paradiso e oltre.
Pagherei oro per sentirmi così a vita.
Continuo a concentrarmi sui nostri corpi, sulla loro fusione. La sua pelle è calda quando la tocco, ma le sue mani sono fredde.
<<Sto per venire>> mugola lui.
Osservo la sua bellezza e mi concentro solo su di lui. Vederlo in questo stato è sempre stato il mio punto più debole.
È troppo tutto questo.
Vengo pronunciando il suo nome in tono saudente. Lui guarda i miei occhi prima ancora di chiuderli e assaporare gli ultimi attimi di piacere. Mi aggrappo a lui per non cadere e mi sorregge posandomi un braccio dietro la schiena. Con un'ultima spinta riversa la sua eccitazione dentro di me, e per soffocare un gemito mi morde il collo.
<<Vado in bagno>> confesso infilandomi la sua maglietta. Mi afferra un polso e sventolandomi le slip di pizzo in faccia dice:
<<Prendi queste o verserai il latte a terra>>.
Arrossisco e gli tiro uno schiaffo sulla spalla.
<<Fai la disinvolta o capiranno che ti ho scopato>> mi sussurra all'orecchio.
<<Non sanno nemmeno che cos'è il sesso Dylan!!>> esclamo a mia volta.
<<Hai ragione, credo di dovergli dare delle lezioni private allora>> ammette lui.
<<No! Guai a te>> lo avverto.
Ride e poi mi lascia andare.

Nothing more 5 || amore incondizionato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora