13. Gelato

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"Quindi, come dicevo, è stato Manuél a lasciarla, perché mai Carmelita dovrebbe scusarsi? E poi, perché tutti sapevano della sua relazione clandestina tranne Julio? Magari c'è qualcosa sotto..." Ely continua a parlare a vanvera di questa telenovela messicana mentre io continuo a lavorare e a prestargli ben poca attenzione.
"So che hai già risposto a questa domanda, ma sei sicura che non serviate i tacos? Carmelita li mangia continuamente, sono come una droga per lei"
"No Ely, non serviamo nè tacos, nè enchiladas o burritos. Continuare a chiederlo non cambierà la risposta" sbuffo sfregando sul bancone per togliere una macchia di cioccolata.
"Allora forse dovremmo andare in un ristorante messicano una di queste sere" borbotta appoggiando la guancia sulla mano.
"Sai cosa si dice dei ristoranti messicani?"
"No, cosa?"
"Che non facciano entrare i rompiscatole come te" mi beffeggio di lui.
"Sei molto crudele Clark, sappilo" borbotta con lo sguardo imbronciato.
Vorrei ribattere, ma la porta della caffetteria di apre distraendomi dalla macchia di cioccolato e da Ely.
Dei ragazzi con la giacca gialla e blu dei Bruins stanno entrando e tra loro scorgo anche la chioma bionda di Owen.
Sta ridendo con un suo compagno di squadra mentre si dirige a un tavolo vuoto per prendere posto insieme agli altri.
Ely si volta curioso a vedere chi abbia fatto capolino nella stanza e si volta con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata dall'euforia.
"Oggi è il mio giorno fortunato. Cinque ragazzi della squadra di football sono seduti proprio alle mie spalle" commenta entusiasta.
"Svelta, dammi il grembiule e quel block notes che ti porti dietro. Mi fingerò un cameriere"
Vorrei ridere, ma dalla sua espressione seria dubito che si tratti di uno scherzo...
"Sai, a volte credo che cadendo dal seggiolone tu abbia sbattuto incredibilmente forte la testa" farfuglio uscendo da dietro il bancone dopo aver sfilato la penna dal taschino del grembiule.
Ely fa una smorfia seguendomi poi con lo sguardo mentre mi incammino verso il tavolo.
Giunta dinnanzi a quei bestioni sfoggio un sorriso e recito la mia battuta da copione.
"Cosa vi posso portare?" Domando attirando la loro attenzione.
Uno dietro l'altro i loro sguardi prendono a posarsi su di me, mentre Owen mi sorride mantenendo un'espressione divertita.
"Ehi Clark" mi saluta.
"Ciao stronzo Owen" ribatto mantenendo un sorriso, questa volta più spontaneo di quello che mi ero preclusa di sfoggiare venendo qui.
"Quindi, che vi porto?" Chiedo nuovamente.
"Il tuo numero di telefono conta?"
Sposto lo sguardo sul ragazzo che ha parlato serrando le labbra in un sorriso tirato.
"No, mi spiace. Però potrei portarti dei tentativi di approccio meno squallidi e più originali, che dici?"
Il ragazzo, un tipo dai capelli castani, due occhi verde scuro e una fossetta sulla guancia, sorride ammiccante.
"Se prima che tu aprissi bocca pensavo che fossi un tipo interessante, ora credo di essermi innamorato" scherza lanciandomi uno sguardo malizioso.
"Sono Justin, comunque" mi tende la mano presentandosi, ma io la guardo con scetticismo alzando un sopracciglio.
Sollevo poi nuovamente lo sguardo su di lui costringendolo a sottrarla senza averla neanche stretta.
"Smettila di fare l'idiota Jus, ha un ragazzo" Owen tenta di venirmi in soccorso beccandosi un'occhiata stupita dall'amico che poi torna a puntare i suoi occhi su di me.
"Ecco perché non cede al mio fascino" ironizza ancora una volta facendomi alzare gli occhi al cielo.
Dovrei avere un cartello in fronte con su scritto Continua a provarci anche se ti sto palesemente rifiutando.
I soli ragazzi che hanno cercato di entrare nella mia orbita non si sono scoraggiati dalla mia acidità, ma anzi si sono solo invogliati a non mollare.
"Non cedo al tuo fascino perché ho di meglio, intendi?"
Justin non sembra demordere, ma sfoggia un sorriso furbo.
"Touchè, Clark..."
Vengo sorpresa dal fatto che conosca il mio nome, ma poco dopo realizzo che Owen mi ha salutata nominandolo prima.
"Tuttavia non trovo ci sia di meglio" ribatte.
"Oddio ti prego, cura il tuo ego perché ha qualcosa che lo rende estremamente snervante" dico.
Sorride scuotendo la testa.
"Smettila Justin, siamo venuti qui per mangiare." Lo rimbecca ancora Owen salvandomi.
"Portaci qualche dolce, muffin o cose così..." dice il biondo riportandomi alla tranquillità.
Alzo gli angoli della bocca tentando di ringraziarlo silenziosamente.
"E scusalo, non sa gestire gli ormoni" aggiunge.
"Bè, allora ti porto una camomilla, eh Jus?" Mi beffeggio di lui beccandomi un'occhiataccia e un sorriso sotto i baffi.

Cinnamon Junks 2 (Beginningless story) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora