Chapter fifty-nine

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-Natasha? Riesci a sentirmi?

La voce di Steve era ovattata, dire che la testa le stesse esplodendo era riduttivo per descrivere quella sensazione.

Aprí lentamente gli occhi trovando Barton e Rogers vicini a lei, quest'ultimo la stava delicatamente sorreggendo mentre si trovava in una posizione alquanto scomposta sul sofá di casa Barton.

Lentamente da sdraiata si mise seduta, sempre aiutata da Steve, mentre osservava ogni singolo particolare di casa di Clint.

La parete beige, il parche giallo ocra, il mobiletto accanto alla televisione accesa, il puff  viola prugna.

Conosceva la dimora come le sue tasche, anzi anche più di quelle. Tutto ciò era superfluo, ma almeno la stava aiutando ad ambientarsi nel tentativo di riprendere pienamente coscienza.
Era assurdo, come faceva a sentirsi disorientato in un ambiente a lei così familiare?

Intanto Barton si era allontanato velocemente per poi tornare pochi minuti dopo con un bicchiere d'acqua fresco, il biondo invece era inchiodato al divano non intenzionato a spostarsi.

Non prima di essersi assicurato che la sua amica fosse nel pieno delle sue forze.

L'ultima volta che Natasha si era sentito così frastornata era stato pochi giorni fa in seguito all'ipnosi da parte di un soggetto ancora ignoto.

-Cos'è successo? Ho ricordi abbastanza confusi.

Si arrese alla fine chiedendo spiegazioni, magari quelle l'avrebbero aiutata a ricordare cosa fosse accaduto nelle ultime ore.

Clint le porse nuovamente il bicchiere d'acqua che prima la Romanoff non aveva preso, questa volta lo afferrò e lo bevve voracemente.

Il fresco l'attraversò rapidamente passando dall'esofago fino al petto, raffreddando leggermente quel calore che sentiva dentro.

-Sei venuta qui e dato il tuo stato mi sono preoccupato non poco. Ti avevo parlato, ma senza ottenere risposta. Avevi un passo lento come se ti stessi trascinando sulle tue gambe a fatica, in conclusione ti eri messa a guardare la televisione con sguardo perso. Forse sono dovuto essere un po' brusco, ma per invitarti alla ragione ho stabilito un contatto visivo. Appena i nostri occhi si sono incrociati ho realizzato che eri sotto ipnosi, poi è arrivato Steve.

Barton fece una pausa facendo assimilare alla donna quanto era stato detto, la Romanoff continuava a reggere fra le sue candide mani il bicchiere ormai vuoto senza replicare.

Dopo un po' di silenzio Rogers prese parola e finí il racconto.

-Sei letteralmente svenuta dopo aver detto un nome, Wanda. Ti ricorda qualcosa?

Quel nome, Wanda. Wanda Maximoff.
Un ingranaggio scattò nel cervello di Natasha che subito collegò ogni cosa.

INIZIO FLASHBACK

-Natasha, vai via ti prego. Qualcosa sta arrivando.

La supplicò nuovamente Blue, ma la rossa, alquanto risentita, non si mosse di un millimetro.

-È una scusa, se non sai affrontare un discorso  come questo basta dirlo. Le bugie con me non attaccano, ne sei perfettamente consapevole.

In your mind - Marvel fanfiction. #Concorsoscrittura2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora