Do you know who you are?

12.

Il moro aveva proprio ragione, la fase due era esattamente davanti agli occhi di Louis che la mattina dopo aver mandato in confusione tutti, si trovava davanti al palazzo che rappresentava la sua casa discografica, con la quale aveva firmato il famoso contratto.

"andiamo Lou" si ripeteva tra se e se mentre, con aria molto tesa, sistemava un ciuffo di capelli che si era posizionato davanti alla sua fronte. Con il sole scottante che gli baciava la faccia, indossava il suo miglior completo, "è il tuo momento" disse infine per poi prendere un respiro profondo e entrare lì dentro, tramite la gigantesca porta girevole.

"Signor Tomlinson" ecco la segretaria che aveva sempre quel sorriso accecante, che agli occhi del liscio, era la cosa meno falsa di tutto quel palazzo, "capelli tinti, occhi azzurri, occhiali neri, e sorriso bianco come il quarzo, se non ti conoscessi, il fatto che ti scopi il capo, non sarebbe una brutta cosa" si ripeteva ogni volta che le rivolgeva la parola; Louis sorrise, anche lui in maniera falsa, verso la ragazza per poi rispondere "si, ho un appuntamento alle dieci e mezza", a quel punto il viso della donna si piegò verso il quaderno che teneva stretto tra le sue lunghe e sottili braccia, per poi con un dito, scorrere lungo tutti i nomi, "ah si, eccoti" alzò lo sguardo sorridendo, tirando su gli occhiali con un dito, "che coincidenza" aveva risposto il ragazzo ironicamente facendo una risata isterica, "allora mi lascia andare o vuole vedere se sono davvero Louis Tomlinson?" chiese sorridendo, il tono sarcastico del liscio era udibile a milioni di chilometri, ma la ragazza, forse era la giornata o magari era sempre così, non lo aveva percepito, allora gli fece strada con la mano di salire.

Davanti ai suoi occhi si apriva un'ampia sala, tutta luminosa, color terra di siena, che faceva risaltare il soffitto bianco panna dal quale scendevano enormi lampadari ricoperti da milioni cristalli pendenti, che attualmente erano spenti. Percorrendola potevi trovare sia alla tua destra che alla tua sinistra, dei divani e delle poltrone con al centro un tavolino, rigorosamente abbinati al pavimento, con ornamenti in pizzo bianco, questi ultimi erano abbinati al soffitto, "non si fanno mai mancare niente" disse mentre puntava gli occhi verso un angolo bar, che aveva come clienti due signori molto spaventosi e muscolosi, simili molto a quelli che occupavano le poltrone e i divani, con i loro bicchieri di alcolici posti sui tavolini, a sorseggiare e parlare, aspettando il loro turno.
Alla fine della sala vi era un enorme scalinata, che portava solo fino ai primi tre piani, era giusto un urlo alla gente che entrava, tipo "sono una scalinata di cristallo più brillante del tuo futuro", e due ascensori, uno a destra e uno a sinistra che portavano a tutti i piani.

Il castano si mise di fronte alle porte lucide e a specchio dell'ascensore per aspettare il turno e dopo aver atteso qualche minuto riuscì a prenotarlo, a quel punto le porte si aprirono e si posizionò al centro per poi premere il numero trenta, nonché l'ultimo piano del palazzo.

"questa musica fa schifo" aveva brontolato ad alta voce.

L'ascensore emise un suono leggero e le porte si aprirono, a quel punto, gli occhi del ragazzo furono travolti dall'intensità della luce del sole che regnava su quel piano, "inferno con il sole? mi è nuova questa" disse dopo essere uscito con una mano davanti agli occhi. Aveva un corridoio di fronte a se, con una porta enorme marrone, "andiamo Louis" disse dopo aver guardato l'orologio che segnava esattamente le dieci e mezza.

"signor Tomlinson" una voce, profonda e spaventosa, lo aveva accolto mentre, dopo aver bussato e aver sentito il permesso per entrare, spingeva con forza la porta davanti a se, "salve" disse semplicemente il ragazzo, mentre si schiariva la gola, si diresse verso l'uomo per stringergli la mano e ad un certo punto sentì "si accomodi, la prego" concluse il signore mentre gli venivano indicate due poltrone sulle quali il più piccolo decise di sedersi mentre guardava negli occhi il capo.