Capitolo 9- Collaborazione

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Fine ottobre...erano ormai passati mesi da quando mi innamorai di Yuriko e io non le avevo ancora detto nulla a riguardo. Non so che cosa mi fermasse, probabilmente avevo paura, ma sinceramente ne dubito....sono il primo a dire che avere paura di dichiararsi sia insensato. Non sapevo nemmeno fino a che punto potessero arrivare i miei sentimenti nei suoi confronti, magari erano semplicemente in un livello ancora molto basso. Le emozioni non le avevo ancora comprese bene, ma non è il momento di parlarne. Oggi voglio parlare del periodo in cui Ken mi aiutò a fare in modo che io mi dichiarassi a Yuriko, ovviamente con scarsi risultati. Oh già, ho rivelato come andrà a finire, quindi non ha alcun senso continuare a raccontare quel periodo della mia vita. Forse sì, è vero, però non è solo quello l'argomento principale, anzi, direi che è tutt'altro, forse. Non so nemmeno perché sto facendo questo inutile monologo prima di iniziare a raccontare, ma credo che ogni tanto un confronto diretto tra me e te possa servire. Infondo sono qui per questo, no?

SALTIAMO ALTRI MINUTI NOIOSI DI MONOLOGO E ARRIVIAMO A QUANDO INIZIA A RACCONTARE.

"Gabriel....Gabriel.... mi senti?" Mi disse Ken mentre eravamo al club.

"Sì scusami, mi ero distratto, cosa c'è?" Gli chiesi.

"È ora di andare, stiamo chiudendo... non ti sei accorto di che ore siano?"

"Ah, come è passato in fretta il tempo, sono ancora alla prima pagina del libro che ho preso....sono stato lento." Dissi ridendo.

"Non stavi nemmeno leggendo..." mi disse la ragazza dura intromettendosi.

"Tu che ne sai? Ora devo andare, scusatemi..." dissi.

A dire la verità, avevo passato tutto il pomeriggio a pensare a Yuriko. Nonostante io fossi per la maggior parte del mio tempo con lei, a causa del mio compito da tutor, volevo vederla anche quando non potevo.

È una sensazione veramente strana l'amore, mi fa sentire triste, ma non è una tristezza brutta, non saprei spiegarlo. È indescrivibile... pensai.

Dopo cena andai a casa di Yuriko, perché le avevo promesso che l'avrei aiutata a capire un argomento che ci sarebbe dovuto servire il giorno dopo, quindi tornai a casa abbastanza tardi...verso le undici e mezza se non ricordo male.

Durante quella sera, come tutte le altre in cui ero con lei, riuscivo a stare con la mente lucida, ero sereno. Come se, in sua presenza, i pensieri che mi facevano da ostacolo durante il giorno, svanissero nel nulla. Questo perché essendo in sua compagnia, non pensavo al fatto di volerla vedere e quindi non ero perso nei miei film mentali.

La stessa notte mi capitò di sognare ancora il bambino, ma non disse quasi nulla, anzi era seduto in terra con le gambe incrociate e con la schiena rivolta verso di me. Come se mi stesse mostrando la sua disapprovazione nei miei confronti. Si girò solo una volta con la testa, muovendo i suoi lunghi capelli e guardandomi con i suoi occhi invasi dalle occhiaie e mi disse:" amore... sei diventato completamente l'opposto di ciò che eravamo."

Quelle parole mi fecero capire molte cose... quando mi svegliai mi chiesi che cosa volesse dire con quella frase, ma l'unica soluzione che venne a galla, fu che lui fosse una parte di me ormai abbandonata e lasciata andare. Tuttavia non ne ero sicuro al cento per cento, anzi mi sembrava assurda come ipotesi, però era la più plausibile.

Non mi va di dirlo a Kevin, non mi è mai servito a nulla farlo...pensai date le altre volte in cui andai a parlargli dei miei sogni riguardanti il bambino.

Non ci feci molto caso e decisi di non pensarci, avevo altro a cui pensare.

Durante l'ora di pranzo, mentre eravamo in mensa, Ken iniziò a sospettare qualcosa riguardo il mio atteggiamento di quel periodo.

GENJITSU- La realtà in cui sono cresciuto è una bugia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora