Scoperte - Diego

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Lo guardo ed è tutto così dannatamente giusto quello che sento, quello che provo che mi fa paura. Addosso è come se avessi una pellicola trasparente che mi ricopre e mi avvolge e di volta in volta, da quando l'ho conosciuto, ne alzo un pezzetto alla volta gettandolo via per sempre e rivelando il me che è sempre stato nascosto. Ma allo stesso tempo mostrare quello che ho sempre tenuto celato perfino a me stesso è difficile e spesso mi ritrovo a chiedermi se questi sentimenti non siano in realtà solo come una foglia trascinata dal vento che prima o poi si fermerà per poi finire calpestata. Ma può sul serio essere ingiusto il mio cuore che batte più forte ogni volta che lo vedo? Può la mia anima scaldarsi solo quando sono vicino a lui? 

"Quello che provo per te può essere amore?". Gli chiedo con il cuore in mano, in piena crisi. 

Una sua mano si posa sulla mia guancia e con il pollice mi accarezza quel punto appena sotto l'occhio. "È l'innamoramento, è questo il fuoco che ci sta bruciando. Che ci fa fare cose da pazzi come il tuo prendere l'aereo per stare qua due notti solamente, è il mio continuo cercarti appena sveglio, é il pensarci quando non siamo vicini, è mandare all'aria i nostri lavori per stare assieme solo poche ore, è stare svegli una notte intera a parlare, è tirare pugni e riceverli senza dire nulla. Ci stiamo solamente innamorando, ma è quando questo sentimento si spegnerà che dalle ceneri nascerà il vero amore e solo se saremo bravi resteremo uniti per costruire la nostra storia sulle braci". 

Serro gli occhi e mi lascio accarezzare dalle sue parole. "Non mi stupisco che sia tu a scrivere parti delle vostre canzoni". Sorrido sulla sua mano e poi gli do un bacio lieve sul suo palmo. "Quindi mi sto innamorando". 

"Lo sei già". Mi corregge lui. 

"E se fosse tutto sbagliato?". 

"Un poeta una volta disse: là fuori oltre a ciò che è giusto e sbagliato esiste un campo immenso. Ci incontreremo lì". 

Appoggio la fronte sulla sua e ingoio un gomitolo di filo spinato che mi fa bruciare la gola e gli occhi. 

"Un passo lo hai già fatto". Mi dice ancora. "Ora devi solo farne un altro e poi un altro ancora fino a raggiungermi, fino a quando riuscirò a prenderti per mano". 

E fanculo. 

Lascio tutto al caos e mi lascio divorare da lui. 

Facendomi scivolare in quel cosmo dal quale mi sono sempre tenuto a distanza. 

E lo bacio. Con foga, con ardore e desiderio. Perché è quello che volevo non appena l'ho visto seduto a quel tavolino traballante a bordo strada. 

Le sue mani corrono sul mio corpo e mi tengono stretto per non farmi scappare. Mai più. Come se così facendo potesse legarmi a lui per l'eternità. Ma quello che invece mi ritrovo a pensare io è il kintsugi, dove le sue mani sono quella colatura d'oro preziosa in grado di riparare ogni crepa dentro di me, donandole una nuova forma e una nuova vita. Perché fin dal nostro primo incontro ha iniziato a ricompormi. 

Due colpi leggeri alla porta ci riportano alla realtà, tirandoci fuori con forza dal nostro mondo denso e appiccicoso fatto di zucchero e passione. 

Si passa entrambe le mani sul viso, sfregandoselo e dopo aver scosso la testa da un lato all'altro va ad aprire la porta. 

Lascia entrare una ragazza con un carrello pieno d'abiti e un cesto pieno di quelle che credo siano creme. Mi avvicino e con un dito sfioro quello che c'è scritto e quando leggo struccante per il viso mi volto verso di lui e con lo stesso dito sfioro un suo zigomo, rendendomi conto dello strato pesante di trucco che porta e del quale non avevo nemmeno fatto caso essendo stato abituato a vederlo proprio così attraverso Emma. "Forse avevi anche il rossetto". Dico passando il pollice sulle sue labbra. 

Dentro Al Mio Vuoto Ho Messo I Tuoi BaciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora