Capitolo 41

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Mike
Volevo che questo momento non finisse mai, ma evidentemente non c'era davvero più nulla tra di noi.

Undici: Credo che si sia addormentato.
Hopper: Undi, non devi uscire di casa finché non siamo sicuri di ciò che dice Will.
Joyce: Non ti scrive più quella ragazza, tesoro?
Will: Negativo.
Max: Quindi credete che sia una spia?
Hopper: Possibile, Max.
Will: Hai detto qualcosa a Louis, Undi?
Undici: Non lo fare mai.
Dustin: E se fosse lui la spia?
Undici: Ma che dici, Dustin. Non farebbe mai una cosa del genere.
Dustin: Lo conosciamo solo da qualche giorno. Non possiamo esserne sicuri.

A un tratto mi svegliai.

Io: Non è un caso che è apparso nel momento in cui quella ragazza ha iniziato a scrivere a Will.
Undici: Lui è una brava persona.
Io: Anche Alexei pensavamo fosse buono e invece poi ti ha fatto del male.
Undici: Fidatevi di me.
Io: Come fai a conoscerlo così bene? Oh già. Non dirmelo. So il perché.
Undici: E sentiamo. Qual è il motivo?
Io: Sei sempre con lui.
Undici: Sto con lui perché sa ascoltarmi e non è permaloso.
Io: Era una frecciatina?
Undici: Ah, non lo so. Dimmelo tu.
Io: Non sei più la stessa di prima.
Undici: Dopo tanta sofferenza sono cambiata. (Sale di corsa in camera sua)
Hopper: Ragazzi, basta. Abbiamo cose più serie a cui pensare ora.
Io: Allora, invece di starvene qui a non fare nulla, rintracciate il luogo da cui arrivavano i messaggi sul telefono di Will. Non risolvete nulla parlando delle stesse cose! Se Undi è in pericolo allora non aspettiamo che qualcuno arrivi e se la porti via di nuovo, perché non voglio perderla!

Urlai sfogando tutta la rabbia che si era accumulata dentro di me. Tutti mi guardarono stupiti e creai un clima di silenzio.

Will: Ha ragione, Mike. Mettiamoci al lavoro.
Io: Contate pure su di me.
Joyce: Mike, non puoi fare nulla in quelle condizioni.
Io: Per lei potrei anche fare di peggio. Quindi non escludetemi o mi costringerete a fare tutto da solo.

Mi alzai lentamente appoggiandomi al muro.

Hopper: Bene, allora iniziamo.

Qualcuno suonò alla porta.

Louis: Sono Louis, signora Byers.
Joyce: Ei, Louis. Cerchi Jane?
Louis: È in casa?
Joyce: È in camera sua. Credo stia dormendo.
Undici: Fallo entrare. Vieni pure, Louis.

Quelle parole mi spezzarono il cuore in mille pezzi.

Louis: Scusate il disturbo...

Salirono entrambi in camera di Undici e io li osservavo mentre salivano le scale. I miei occhi erano lucidi.

Louis: Ei, tutto bene?
Undici: Alla grande.
Louis: Era Mike quello con i capelli neri?
Undici: Già.
Louis: Non avete ancora chiarito?
Undici: Ho deciso di chiuderla qui.

Mentre Hopper e gli altri controllavano il telefono di Will, io non facevo altro che continuare a guardare le scale.

Undici
Ridevamo tutto il tempo io e Louis. Mi raccontava delle storie divertenti e io non smettevo di ridere.

Io: Ho le lacrime agli occhi.
Louis: Era da tanto che non ridevi così?
Io: Già.
Louis: Che bella che sei quando ridi. Sei sempre bellissima.

Arrossii leggermente e sorrisi. A un tratto si avvicinò a me e mi baciò. Io ricambiai.

Max: Ei, ragazzi. Vi ho portato un po' di biscot...
Scusate... non volevo...

Scossi la testa e tornai in me.

Io: Non significava nulla. Giusto, Louis?
Louis: Assolutamente nulla.
Max: Comunque, ecco a voi i biscotti...
Louis: Che profumino!
Max: Già.

Max mi guardò e poi se ne andò chiudendo la porta.

Joyce: Li stanno mangiando?
Max: Sì...
Will: Non riusciamo a capire da dove viene il messaggio.
Hopper: Sicuramente non da New York, come ti aveva detto lei.
Mike: Scusate... E se venisse da Hawkins?
Hopper: Sì, ma dobbiamo capire da quale posto.
Mike: Dalla scuola forse...
Dustin: Intendi dalla stanza del ricetrasmettitore?
Mike: Non ne sono sicuro, ma potrebbe essere un inizio.
Hopper: Andiamoci ora.
Mike: Ci andrò io. È buio e io so come entrarci.
Joyce: Non puoi in questo modo, Mike.
Mike: Cosa ho detto prima?
Hopper: Va bene, ragazzo. Ti aspetteremo qui. Rimaniamo in contatto.
Mike: Bene. Tutto questo per te, piccola mia...

Louis: Io vado adesso... Ci si vede, Jane.
Io: A presto.

Louis andò via e io scesi in salone dagli altri.

Joyce: Ei.
Io: Dov'è Mike?
Hopper: È andato a scuola.
Io: E lo avete lasciato uscire da solo?
Hopper: Ha voluto lui.
Io: Papà, è buio e ha una distorsione.
Hopper: È stata una sua scelta.
Io: Perché è andato a scuola?
Hopper: Forse è da lì che arrivano i messaggi.

Mike
Ero in bici vicino casa di Steve e pedalavo con fatica.

Io:Mi sentite?
Hopper: Forte e chiaro. Dove sei?
Io: Gesù... non si vede nulla. Sono vicino casa di Steve.

A un tratto la comunicazione si interruppe.

Io: Pronto? Pronto?!
Hopper: Mike! Mike, mi senti?
Undici: Che succede?
Joyce: La linea... è saltata.
Io: Accidenti!

Qualcuno mi colpì alla testa e caddi.

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