Capitolo 42

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Mike
Ero a terra. Privo di sensi. Dopo un po' mi svegliai riconoscendo una voce.

Steve: Ei, Mike. Scusami. Pensavo fossi qualcun altro.
Io: Che ti salta in mente, Steve? Mi hai quasi spaccato la testa.
Steve: Lo so, amico. Solo che ho visto movimenti strani tra i cespugli di casa mia. Essendo buio pesto, non sono riuscito a vederti. Comunque, che ci fai da queste parti a quasi mezzanotte?
Io: Undi è nuovamente in pericolo.
Steve: Quel coso gigante è tornato?
Io: Non c'entra il Mind Flayer.
Steve: I russi? Oddio, non dirmi che devo tornare in quel centro commerciale, perché ho avuto esperienze terribili. Quell'ascensore poi...
Io: Nemmeno i russi. Non sappiamo chi ci sia dietro.
Steve: Adesso dove stai andando con quella caviglia?
Io: A scuola. Nella stanza del ricetrasmettitore.
Steve: Vengo con te.
Io: No, non voglio mettere nessuno nei guai.
Steve: Mike, non puoi andare lì da solo e...
Io: Devo invece.
Hopper: Mike, mi senti?
Io: Forte e chiaro.
Hopper: Bene, la linea è tornata. Dove sei?
Steve: È con me.
Dustin: Steve?
Steve: Ciao, secchione.
Hopper: Sei arrivato a scuola?
Io: Quasi. Ho avuto un contrattempo.
Max: Undi, come mai vi siete baciati?
Undici: Zitta, Mike potrebbe sentire.
Max: Non credo.
Hopper: Credi male invece. Il walkie-talkie è attivo.
Io: Passo e chiudo.
Steve: Mike...

Andai verso la scuola pedalando il più veloce possibile nonostante il dolore morale e fisico.

Max: Non volevo che sentisse... Pensavo che fosse inattivo.
Will: Bel casino...
Hopper: Abbiamo altro a cui pensare ora.

Arrivai a scuola ed entrai usando la chiave che mi aveva detto il professore di scienze. Mi aveva nominato "guardiano del ricetrasmettitore".
Andai verso quella stanza e la aprii, ma non vidi nulla di strano. Mi sedetti con le spalle appoggiate alla scrivania e il viso tra le mani. Avevo perso tutto.

Hopper: Mike, mi ricevi?
Io: Non c'è nulla qui. Solo una vecchia stanza con vecchi fottuti ricordi.
Undici: Mike, posso spiegarti per favore?
Io: Non c'è nulla da spiegare. È tutto così complicato.
Undici: Mike, ascoltami.
Io: No, ho ascoltato abbastanza menzogne. Adesso voi ascolterete me.
Undici: Torna a casa.
Io: Non sei nessuno per dirmi cosa devo fare. Se ami tanto quel tizio, allora vai da lui. Fatti proteggere da lui e non da uno che darebbe la vita pur di salvarti. Fatti baciare e coccolare da uno che conosci da poco e non da chi ha fatto di tutto pur di tenerti lontana da quei russi e da Brenner.
Hopper: Ma certo... Brenner... Ecco chi è il nostro anonimo.
Undici: Mike... abbiamo preso la nostra scelta...
Io: E la rispetterò. Io ti amo, Undi. Non dimenticarlo mai. Continuerò a farlo anche quando tu mi ricorderai solo come "colui che ti ha donato la sua cantina." Passo e chiudo.

Chiusi la comunicazione e cercai di usare il ricetrasmettitore. Era rotto. Provai a sistemarlo. Ricordo che Brenner lo usò una volta e quindi potrei provare a rintracciarlo tramite questo apparecchio. Solo che sembra inutilizzabile. Sono passati anni e non so se sarà ancora utile. Tentar non nuoce.
Dopo diversi minuti di tentativi, riuscii a sistemarlo. Non del tutto... ma andava bene.
Sentivo dei passi nel corridoio e mi nascosi sotto la scrivania.

Brenner: Mike, lo so che sei qui. Puoi pure uscire. Inutile nascondersi.
Io: Non la prenderete di nuovo.

Hopper: Aspettate. Sentite?
Dustin: È riuscito a sistemarlo!
Joyce: Parla con qualcuno.
Undici: Con Brenner...
Hopper: Ascoltate la conversazione. Io e Jonathan andremo lì.

Brenner: Siete riusciti a scoprire la famosa ragazza che scriveva a Will Byers. Lo stesso Will che è entrato nel portale.
Io: E che noi abbiamo salvato. Voi lo avevate nascosto a noi, alla sua famiglia! Siete solo dei criminali. Volevate usare una ragazzina per combattere un Paese. Volevate distruggere la vita di Undici solo per vincere una guerra!
Vi rendete conto di cosa stavate per fare? Stavate per portare via la ragazza che... la ragazza che amo.
Brenner: Non avevo scelta.
Io: Ne trovavi un'altra. La sua vita è più importante.
Brenner: Più importante della tua anche?
Io: Certamente.
Brenner: Devi amarla così tanto da dare la tua stessa vita. (Ride puntandogli una pistola)
Io: Sarei disposto a tutto. L'ho già detto.
Brenner: Non saresti dovuto venire qui stasera. Ti sei messo in un bel guaio.
Io: Uccidimi pure se devi.
Brenner: Devo, perché nessuno deve sapere che siamo qui e tu sai troppe cose.

Guardai il ricetrasmettitore e poi mi voltai verso Brenner.

Io: Allora fallo. Che aspetti.

Sparò.

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