"SVEGLIATI,FIGLIOLA! Per amor di circe. È la quinta volta che ti chiamo! Hai la sabbia nelle orecchie,stamattina?" Serafina si alzó a sedere di soprassalto. I lunghi capelli ramati le fluttuavano in disordine intorno al volto. Gli occhi,di un verde intenso,erano pieni di spavento. Quella cosa dentro la gabbia....Le sembrava di sentire ancora la sua risata gorgogliante,un rumore orrendo. Poteva avvertire il suo astio feroce,la sua collera. Si guardò intorno con il cuore che le martellava nel petto,per assicurarsi che non fosse lì con lei,ma le bastò poco per capire che non c'erano mostri nella sua stanza.Solo sua madre. Che comunque a modo suo faceva paura! "Proprio oggi che devi startene a letto a perdere tempo? Il Dokimì è stasera e ci sono mille cose da fare!" Sua altezza Isabella,Regina Di Miromara ad una finestra all'altra,aprendo le tende. La luce del sole filtró attraverso le lastre di vetro destando vamposi ciuffi di vermetti piumati raggruppati tutti intorno alla camera. Sbocciarono allegramente pennellando i muri di giallo,blu cobalto e magenta. I raggi dorati accarezzarono attaccate al pavimento che scintillarono nel grande specchio dorato,rifflettendosi sulle pareti corallo levigato. Sylvestre il cucciolo di Serafina,un piccolo polpo verde appollaiato ai piedi del letto,schizzò via disturbato dalla luce. "Non puoi risolvere tutto con un incantesimo mamma?" chiese Serafina,con la voce ancora roca di sonno. " O chiederea Tavia?" "Tavia si sta occupando della tua collazione," ribatté Isabella. "Comunque la risposta è no,di certo non si adopera un incantesimo per aprire le tende. Come ti ho già detto un milione di volte. . ." ". . . non si spreca la magia per queste schiocchezze," concluse Serafina,rassegnata. "Proprio così. Datti una mossa,Serafina: L'imperatore è l'imperatrice sono già qui. Le tue dame ti aspettano in anticamera,la camera Canta Magus è venuta per le prove del suo incantesimo e tu te ne stai lì,molle come una spugna," aggiunse Isabella. Caccio con la mano un piccolo branco di pesciolini violetti della finestra e guardò fuori. " Il mare è così calmo che si riesce quasi a vedere il cielo. Speriamo che non si levi il vento ad agitare le acque." "Mamma cosa ci fai ancora qui? Non hai un intero regno da governare?" Tagliò corto Serafina.Di certo Isabella aveva meglio da fare che starsene lì a commentare il tempo. "In effetti è così,grazie per avermelo ricordato," risposte Isabella,bella,seccata,"ma ho affidato Miromara nelle mani capaci di tuo zio Valerio per un'oretta." Così dicendo,attraversò la stanza per raggiungere il letto di Serafina,Lasciando che il bell'abito grigio di seta marina le ondeggiasse intorno. Le sue squame argentee brillavano e i folti capelli neri erano accuratamente raccolti in Cima alla testa. "Ma guarda queste conchiglie!" Escamò,aggrottando le sopracciglia alla vista degli Strombi bianchi ammucchiati sul pavimento di fianco al letto. "Scommetto che sei stata sveglia fino a tardi a sentirle,vero?" "Per forza,mamma! Il mio esame di fine quadrimestre sulla spedizione a Merrow è la settimana prossima." "Non c'è da stupirsi che io non riesca a tirarti fuori dalle lenzuola stamattina," commentò Isabella.Prese una conchiglia e se la portò all'orecchio. " La conquista merrowingia delle terre di Thira del professore Giovanni Bolla," ripeté,prima di metterla da parte. "Non dovresti perdere il tuo tempo con questo tipo! Bolla é di quelli che si inventano le cose stando in poltrona.Innafidabile. Dice che gli opafago sarebbero stati trattenuti dalla minaccia di sanzioni. Che Fesseria ! Gli Opafango sono cannibali e ai cannibali non interessano i decreti di legge.Il popolo delle sirene ha mandato un messaggero per metterli in guardia e avvertiti che,in base alle leggi,dovevano pagare la multa,e loro se lo sono mangiato." Serafina gemette."E ti stai trattenendo qui per questo? Non è un pó lezioni di politica?" "Non è mai troppo presto per la politica," rispose Isabella."I soldati di Miromora,I Guarrieri dell'acqua,hanno circondato gli Opafango. Un'azione di forza,stavolta,non di diplomazia. Ricordati,Sera: mai sederti ad un tavolo di negoziazione con dei cannibali,se no vuoi ritrovarti nel loro menu." "Sì,certo lo terrò a mente," sospirò Serafina,levando gli occhi al cielo. Si mise seduta sul letto,un enorme conchiglia di capasanta color avorio ,e si stiracchio.Una metà della conchiglia,rivestita di morbidi e rigogliosi anemoni rosa,era il giaciglio dove dormiva. L'altra metà invece era sospesa,come se fosse un tettuccio sorretto da quattro coniglie turritelle. Il bordo era decorato finemente con incisioni e incrostazioni di vetro di mare e ambra e un spesso velo di erba sargassa pendeva dal baldacchino. Piccoli ghiozzi arancione e dragonetti di strisce blu sfrecciavano tra le fonde fitte. Le dita sottili e carnose degli anemoni solleticavano Serafina mente si alzava dal letto. Si infilò una vestaglia di seta marina bianca ricamata d'oro,con inserti di madreperla e perle barocche. Le due squame,che erano di un color rame splendente,scintillavano nella luce sottomarina. le ricoprivano la coda e il torso si combinavano a meraviglia col riflesso rame scuro dei suoi capelli. Quel colore che veniva dal suo padre,il principe Consorte Bastiaan,rampollo della mobile casata di Kaken nel Mare di Marmara. Le pinne di Serafina, di un rosa aranciato con qualche tocco di verde,erano folti e flessibili. Aveva il corpo agile e la grazia di una nuotatrice d'immersione. Il suo incarnato era olivastro e uniforme,ma quella mattina la sua faccia sembrava un po' pallida e c'erano dei segni sotto i suoi occhi. "Che cosa succede?" domandò Isabella,nuotando il suo pallore. "Sei bianca come il ventre di un pescecane. Non ti senti bene?" " Ho dormito male.Un brutto sogno ," spiego Serafina Chiudendosi la vestaglia. "C'era qualcosa di orribile dentro una specie di gabbia. Un mostro.Voleva uscire e io dovevo fermato ma non sapevo come." Le immagini le tormentavano vivide e spaventose alla mente. "Incubi,niente di grave. È facile fare brutti sogni quando si è un po' in ansia," minimizzo Isabella. " C'erano anche le Iele,le streghe del fiume. Volevano Ho andassi con loro," proseguì Serafina. " Sei tu che mi hai raccontato le storie delle Iele. Mi hai detto che sono le più potenti della razza e quando ci chiamano bisogna andare. Ti ricordi?" Isabella sorrise, coda che accadeva di rango. "Certo. Ti ho raccontantp queste storie quando eri piccolina. Ti ho raccontato che le Iele Ti avrebbero chiamata quando avrebbero anche tirato le orecchie se non ti fossi comportata da brava Principessina della stirpe di Merrow. seduta composta e tranquilla. Era tutta schiuma di mare.Sciocchezze . . ." Serafina sapeva che Vrâja e le streghe del fiume non esistevano ,eppure aveva percepito qualcosa di reale nel suo sogno. "Loro erano qui. Davanti a me. Così vicine che mi sarebbe bastato allungare una mano per toccarle," mormorò. Poi scosse la testa. "Ma ovviamente non è così. Ho cose più importanti di cui occuparmi,oggi". "Giusto.L'incantestimo è pronto?" "Ah,ecco perché sei qua," esclamò Serafina."Non per augurarmi che vada tutto bene o per parlare delle pettinature o del principe o di tutte quelle cose di cui normalmente le madri chiacchierano con le loro figlie,nossignore. Sei venuta ad assicurare che io non combinano pasticci con l'incantesimo." Gli occhi azzurri di Isabella brillavano "Gli auguri sono irrilevanti e le pettinature anche. Quel che conta è l'incantesimo E deve essere perfetto,Sera." PERFETTO.Per quanto sera facesse del suo meglio negli sudi,degli incantesimi e nelle competizioni equestri ,le aspettative di sua madre erano sempre un gradino più su. "Non c'è bisogno che ti ricordi che si saranno la corte di Miromara e quella di Matali al completo," proseguì Isabella. "Non puoi permettersi la minima sbavatura. E sopratutto devi tenere sotto controllo l'emozione. Quella è il Nemico da combattere. O vinci tu o vince lei. Questa non è una battaglia Campale o uno stallo in parlamento,è solo un Dokimí." "Certo,certo. SOLO un Dokimí," convenne Serafina,Sentendo avvampare le pinne. " SOLO la cerimonia durante quale Alítheia mi proclama di sangue reale o mi uccide .Solo l'occasione in cui devo riuscire a cantare un sortilegio bene come sa fare la CANTA MAGUS. Solo il momento in cui mi fidanzerò e giudicherò di fare una figlia al regno,un giorno. Non c'è niente di cui preoccuparsi." Ci fu un momento di silenzio imbarazzato.Poi Isabella fu la prima a parlare."Una volta," confessò,"Ho avuto i terribile crisi di nervi. I miei ministri anziani erano venuti a discutere un'importante iniziativa commerciale e io. . ." Serafina la interruppe,rabbiosa " Non riesci proprio a fare la mamma e basta,per una volta? A lasciare da parte la regina?" Isabella ebbe un sorriso triste."No,Sera," rispose."Non posso." Nella sua voce vibrava una nota di tristezza. "C'è qualcosa che non va?" Domando Serafina,inquieta. "I Matali sono arrivati senza problemi ?" Sapeva che i fuori legge erano pronti ad attaccare i villaggi nei punti più isolati. La banda peggiore era quella dei predatori che portavano via tutto au malcapitati: lire di mare,gioielli,armi e perfino gli ippocampi in groppa ai quali i viaggiatori cavalcavano. "I Metali stanno benone,sono attivati stanotte, Tavia li ha già visto,dice che sono pó stanchi. E del resto mi storpierei del contrario, è un bel villaggio dall'Oceano Indiano al Mare Adriatico." Serafina ne fu sollevata.Nek gruppo non c'erano soltanto il Principe ereditario e i suoi genitori,l'Imperatore e l'Imperatrice,ma anche sberla,la cugina del Principe
.Neela era la migliore amica di Serafina,e lei aveva una grande voglia di rivederla. "Desiderio si è già recato a dar loro il benvenuto?" chiese. Isabella esitò. "Veramente ci è andato io padre" disse alla fine. "Perché? Pensavo che toccasse a Des," insistette Sera. Suo fratello non vedeva l'ora di incontrare i Matali. Lui e Mahdi,il principe ereditario, erano in ottimi rapporti.
" Desiderio ha dovuto raggiungere il confine occidentale. Con quattro reggimenti di Guerrieri dell'Acqua," spiego Isabella.
Serafina era sbalordita."Ma come?" Esclamò."Quando?" "La notte scorsa. Per ordine di tuoi zio."
Valerio,il fratello di Serafina,era il commendante in capo di Miromara,il numero due dopo la regina.
"PERCHÉ?" Serafina era allarmata. Ogni raggiamento contava tremila guarrieri.Doveva esserci una minaccia molto seria alla frontiera occidentale per mobilitare così tanti soldati.
"Ci è giunta notizia di un'altra incursione. Ad Acqua Bella,un villaggio al largo della Sardegna."
"Quanti ne hanno persi?"Serafina aveva paura della risposta. "Più di duemila." Isabella girò la testa,ma non prima che sia figlia vedesse brillare le lacrime negli occhi.
Le incursioni erano cominciate un anno prima. Sei villaggi Miromarani ne erano rimasti vittima da allora.Nessuno sapeva
Niente perché gli abitanti venissero presi o dove finissero e nemmeno chi c'era dietro a quelle razzie. Era come se,dopo aver messo a segno il colpo,gli assalitori semplicemente svanissero nel nulla. "Qualche testimone,stavolta?" Domandò Serafina." Si sa chi è stato?"
Isabella,di Nuovo padrona di sé,si girò a guardarla. "No.pregi gli dei prima oppure si riesca risolvere questo mistero.
Tuo fratello pensa sia opera di Terragogg."
"Degli UMANI? Ma non può essere. abbiamo incantesimi potenti per difenderci da loro. Funzionano da quando è stato creato il mondo sottomarino,quattromila anni fa. Non possono toccarci . . .Non sono in grado"
Rabbrividì all'idea che gli umani potessero in giorni trovate il modo di sciogliere i loro incantesimi di protezione. Il popolo delle sirene sarebbe stato strappati dagli oceani d migliaia di reti brutali. Sarebbero stati comperati e venduti oppure imprigionati in piccole vasche per il di divertimento dei Terragogg. Sarebbero stati decimati come tonni o i merluzzi.
Nessuna creatura del mare o della terra era più avida dei pericolosi Terragogg. Perfino selvaggi Opafago erano meglio: arraffavano solo quello ve riuscivano a mangiare.
I Terragogg no,loro prendevano tutto,comunque. "Non credo nemmeno io che sia opera degli umani," confermò Isabella."L'ho detto a tuo fratello. Ma hanno avvistato un grosso peschereccio vicino ad Acqua bella e Desiderio si è messo i. Mente ne c'entri qualcosa.
Tuo zio invece sospetta che ci sia Ondalina dietro le incursioni e che stiamo progettando di attaccare Cerulea. Così ha
Andato quei reggimenti al confine fine dimostrazione di forza."
Erano brutte notizie. Ondalina, il regno dell'artico,era in nemico di vecchia data. Aveva mosso guerra a Miromara,uscendone sconfitto,un centinaio di anni prima,e Aveva avuto tutto il tempo per coltivare il proprio rancore per i termini
dell'accordo di pace
"Come sai,gli Obdaliniani hanno infranto il fatto del PERMUTAVI tre mesi fa," proseguì Isabella."Tuo zio pensa che l'ammiraglio Kolfinm lo abbia fatto perché voleva impedire il tuo fidanzamento con il Principe ereditario di Matali sarebbe utilissima per loro così come lo è per noi."
Il piano di Ondalina preoccupava Sera,che tuttavia si sentiva molto lusingata del fatti che sua madre gliene stesse parlando.
"Potemmo rimandare il Dokimí ,propose. "Avresti in tempi di convocare il concilio dll sei Acque per diffidare Ondalina.
L'Imperatore Bilaal è già qui. Dovresti chiamare il presidente di Atlantica,l'anziano di Qin e la Regina di Acque Dolci."
L'espressione di Isabella mutò dalla preoccupazione all'impazienza e Serafina capì d'aver detto la cosa sbagliata.
Il Dokimí non si può rimandare. Da questo dipende la stabilità del regno.La luna è piena e la marea è alta. È tutto pronto.
Ogni ritardo giocherebbe a favore di Kolfinn."
Ansiosa di leggere il consenso nello sguardo Della Regina,Sera vi provò di nuovo. "E se mandassimo in altro reggimento al confine? Stanotte ho sentito questa conchiglia." Prese uno strombo dal mucchio sul pavimento. " Eccola
: DISCORSI DELLA DIFESA. dice che effettivamente a volte basta una dimostrazione di forza a dissuadere In nemico e. . ."
Isabella non la lasciò finire. "Non credo che imparerai a governare ascoltando le conchiglie fino a tardi!"
"Ma una dimostrazione di forza ha funzionato con gli Opafago! L'hai detto due minuti fa."
"Sì,ma la situazione era diversa.Cerulea non era minacciata da incursioni,così la regina Merrow aveva potuto dislocare dei soldati. Come spero che tu abbia ormai capito,Sera,abbiamo sei reggimenti in tutto. Ne ho già dati quattro a Desiderio. Se ne mando in altro al confine rimaniamo con uno solo."
"Sì,ma . . ."
"Che cosa facciamo se quelli che hanno attaccato Acqua Bella se la pendono con Cerulea e noi abbiamo solo in reggimento per difendere i nostri i Metali?"
"Abbiamo anche la tua guardi personale,i Giannizzeri," insistette Serafina,ma la sua voce si stava facendo debole come la speranza di fare bella figura con sua madre.
Isabella le batté sulla mano." Latri mille soldati Sì e no.non bastano per una difesa efficace.
Pensa,Serafina,Pensa.come quando giochi a scacchi. il pericolo viene da diverse direzione ,dal pedone come della regina. Devi tenere d'occhio tutta la scacchiera, non il singolo pezzo."Scosse la testa con area Infelice.
"Tra poche ore sarai proclamata ufficialmente erede del trono di Miromara: devi imparare a pensare!"
"Ma io penso! Per gli dei,Mamma! Perché devi sempre trattati male?" Gridò Serafina
"Perché i tuoi nemici ti tratterebbero assai peggio!" le urlò Isabella di riamando.
Il silenzio pesante che cadde di nuovo tra madre e figlia di spezzato da un bussare frenetico.
"Avanti!" Ringhiò Isabella.
Le porte della stanza si spalancarono. un paggio di Valerio nuotò dentro lo slancio. s'inchinò a entrambe le sirene,po' di rivolse alla regina.
"Il mio signore Valerio mi manda a chiedere di poter conferire con voi urgentemente in privati,vostra Grazia."
"Che cosa succede?"
"Ci riferiscono di una nuova incursione."
Le mani di Isabella di chiudere in un pugno. "Puoi dire al tuo signore che sarò da lui tra poco."
Con Un ultimo inchino il paggio lascio la stanza.
Serafina di girò verso la madre. "Vengo con te."
Isabella scosse la testa. " Preparati per stasera," disse laconica.
"È la tua priorità. Deve andare tutto bene. Abbiamo un bisogno disparato dell'alleanza con Matali. .Ora più che mai."
"Mamma,senti. . . "
Troppo tardi. Isabella era già andata via.
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Deep Blue
FantasyNON SAPPIAMO CHI SIAMO FINCHÈ NON VENIAMO MESSI ALLA PROVA Serafina, figlia di Isabella, Regina di Miromara, si prepara a diventare a sua volta sovrana di uno dei regni più antichi e gloriosi degli abissi. Un grande onore e insieme, a volte, un p...