31. Nyx

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Era tutto buio. C'era solo oscurità.

Non c'era odore, non un movimento, non un suono.

Il tempo era un'incognita, il motivo del perché era lì l'unica via che lo guidava.

Ma come poteva trovarla?

Luce. Si disse. L'elemento di lei presente in minima parte in lui. Era quello che li aveva sempre uniti, che li aveva sempre attratti.

La luce era quello che doveva cercare. Quando era nella sua stanza, prima di entrare nella mente di lei, la sentiva. Debole, fine, lontana. Ma c'era.

Doveva solo tentare di percepirla di nuovo.

Come? Nyx era oscurità. Fin da piccolo giocava con le ombre, si nascondeva in mantelli di oscurità, creava lingue di tenebra.

Era il suo elemento, come la luce era quello di Celya.

Nyx aprì le braccia e respirò a fondo. Richiamò quell'oscurità, aprendo le ali.

La tenebra rispose a quel richiamo come se lui ne fosse il padrone. Ma Nyx sapeva che non era così.

I poteri non venivano comandati. Spesso erano i poteri a comandare l'ospite. Perciò era necessario l'esercizio: bisognava farsi amico il potere. Non temerlo, non bramarlo.

Si doveva amare, doveva prendersene cura. E il potere si sarebbe fidato e l'ospite avrebbe fatto altrettanto. Convivenza, pace, amore, intimità. Il potere era un amico. Andava rispettato.

<<Sei molto consistente.>> Parlarci. Si, bisognava parlare con il proprio elemento.

Nyx sentì l'oscurità pizzicargli i palmi, scivolare gentile. Rideva. L'oscurità rideva.

<<Portami da lei. Aiutami a tirarla fuori.>> La pregò.

Ma l'oscurità non rispose. Si allontanò.

<<Devo trovarla. Ti prego.>> La voce spezzata, dalla possibilità di non riuscire. <<Non posso perderla.>> Una lacrima gli rigò il viso.

L'aveva lasciata andare. L'aveva persa quando si era allontanato. Era stato un codardo. Non si era fidato. E l'aveva persa.

Ma ora che aveva la possibilità di ritrovarla, non avrebbe ceduto. Non poteva perderla. Non poteva sentire la luce spegnersi.

Celya era diventata la sua luce. Prima di lei, la vita era un susseguirsi di eventi, senza uno scopo, una meta precisa. La vita scorreva e lui tentava di stare al passo.

Con Celya... Aveva trovato uno scopo, aveva capito il senso di tutto e vedeva più chiaramente ogni cosa. Era perso nella sua oscurità, Celya gli aveva mostrato la luce, gli aveva ricordato che dimorava in lui una piccola parte di essa. E quella parte ribolliva ogni volta che lui pensava a lei.

Ed eccola. Lontana, quasi impercettibile.

Ed era l'oscurità a mostargli la via. La tenebra di era riavvicinata, lo aveva avvolto in un vortice quasi soffocante per fargli sentire la luce più chiaramente e concentrarsi su di essa.

Nyx chiuse gli occhi, si lasciò sfiorare dalle ombre e fece scaturire quella poca quantità di luce che c'era in lui.

Lingue di luce e oscurità ora giocavano intorno a lui creando uno spettacolo mozzafiato, cercandosi l'un l'altra.

Ma Nyx si doveva concentrare. Aveva trovato la luce in lui e ora quella luce doveva guidarlo.

Un legame di luce e un legame di ombre.

Come lui aveva una parte di luce, anche Celya doveva avere una parte di oscurità.

Ed era tutto intorno a loro in quel momento. Il buio, gli incubi, la paura, era l'oscurità in lei. Ed era quella che la teneva ancora in vita, non la luce. La luce l'aveva sopraffatta, l'oscurità tentava di aiutarla.

A Court Of Light And Darkness {ACOLAD 1}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora