NELLA SELVA

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Camminavanella selva, fitta e oscura. Ad ogni passo, sentiva lo strato di foglie scricchiolaresotto i suoi piedi. Tutto era silenzioso, calmo. Non sembravano essersi dellefiere in torno, ma non poteva abbassare la guardia. In caso di morte, la suaunica via di salvezza sarebbe stata l'arco, insieme ovviamente alle freccedalla punta d'ossidiana dategli dal vecchio al villaggio. Gli aveva dato ancheun pugnale, la cui lama era sempre d'ossidiana. Non c'era stato alcun «sei pronto» o nientedi simile, soltanto un «Buonafortuna. Sappi che è stato un piacere.»Piuttosto inusuale per un mentore che ti aveva addestrato per anni, ma a luinon era importato particolarmente. Aveva poi deciso di dare la caccia a quellupo, quella bestia che, tempo fa, gli aveva fatto scoprire la sua vera natura.E per poco non lo aveva ammazzato, ovviamente. Era nella foresta da quasi unasettimana, e ormai al villaggio avranno iniziato a darlo per morto. La forestanera gli ricordava le lezioni teoriche che gli erano state impartite, quandogli avevano spiegato chi combattono e perché, e quali sono i suoi poteri. «Usa gli animali perché pullulano nella sua dimensione,e sono più facili da controllare, menti più semplici, anime meno complicate rispettoad un essere umano. E sono anche killer migliore, se necessario.» Questo gli era stato insegnato. Ma era logico che unessere che viveva in un bosco, che letteralmente è un bosco, si servadegli animali per i suoi piani. Qualsiasi essi fossero. Man mano che avanzavala foresta era sempre più buia e fitta, e più spaventosa. E tutto quel silenzionon aiutava. Sapeva che era solo, ma si sentiva osservato. Come se la bestiache stava cacciando fosse la, pronta ad uccidere, ma stesse pazientando, come sesi stesse gustando la caccia secondo per secondo. "Sono ancora io ilcacciatore?" si chiese. Si era addentrato nella foresta, da solo. Nella tanadel lupo, letteralmente! Ma cosa gli era passato per la testa? Perché non avevaavvisato gli altri Discendenti per farsi aiutare nella caccia? Quella bestiaera riuscita ad eliminarne dieci da sola, ed erano bravi tanto quanto lui, senon di più! Era stato impulsivo, e lui di solito non lo è. Ma quel lupo avevadato prova di grande potenza: le bestie che li cacciano spesso si trasformano,e hanno anche varie trasformazioni, e già solo la prima di quel lupo erasufficientemente forte per maciullare un plotone di normali umani. La secondaaveva invece massacrato dieci Discendenti esperti. "Vuol dire che l'ammazzeròprima che possa trasformarsi. Prima che possa rivelare la sua vera natura." Si disse.Ma nemmeno lui era convinto dei suoi pensieri. Sentì qualcosa dietro di lui,uno scatto, un fruscio. Era stato rapido, troppo rapido. Iniziò atendere la corda. I sensi allerta. Un ringhio, dalla parte opposta. Si girò, un altro fruscìo. "A sinistra." Si disse, e girò l'arco da quella parte. Un altro fruscìo, un altro, e un terzo ancora. "Troppo veloce, non riesco a seguirlo." Sperò che, in caso fosse stato troppo lento per difendersi con l'arco, l'armatura in duro cuoio e stringhe d'acciaio fosse sufficiente. Sentì un rantolo a destra. Senza pensarci, scoccò. La freccia saettò verso la siepe, la bestia la evitò, e, per un attimo, vide una sua zampa, nera come la notte. Incoccò una seconda freccia, e rapido scoccò verso la siepe dove la bestia cercava di andare, inducendo l'arresto della sua corsa. Vide chiaramente i cespugli muoversi dove il lupo si era fermato. Puntò l'arco. Ma, prima che potesse scoccare, la bestia saltò fuori, urlando, ringhiando e sibilando, mentre le sue nere e possenti zampe si allungavano, così come li artigli, le fauci divenivano ancora più grandi di quanto non fossero. Willem scartò a sinistra, evitando l'attacco della bestia per pochissimo. Questa si fermò al centro della radura, ringhiando e sbuffando. Era due volte più grande di un normale lupo, le zampe lunghe e snelle, pugnali come artigli, un corpo esile, eppure massiccio e robusto. Aveva quattro orecchie, due avanti e due dietro. Willem sapeva anche della bocca sul ventre. Doveva stare attento sia a quella che agli artigli, oltre alla bocca normale. Il volte del lupo era incastonato da quelle che sembravano perle, luminose nonostante il buio penetrante del bosco. Idem per gli occhi. Una luce bianca, spettrale. La bestia scattò verso Willem, che rapido scoccò la sua freccia, per poi scartare di lato e correre verso il dardo, pianto al suolo. Ma il lupo gli stava dietro, non lo mollava, era oltremodo veloce. Quando la bestia tirò un fendente, Willem saltò, e roteò fin dietro il mostro, la freccia pronta. Scoccò. Il lupo mosse rapido il braccio. La punta di viola ossidiana lo penetrò da parte a parte, sangue sgorgava dalla ferita e cadeva al suolo. Non era una ferita mortale, ma almeno lo avrebbe rallentato. La bestia si tolse la freccia con la bocca, e Willem ne scoccò una seconda nel mentre. La bestia tese l'altra zampa, e la freccia penetrò nelle sue carni, tra spruzzi di sangue che bagnarono le foglie. Willem stava per scoccare una terza freccia, stavolta fatale, visto che la bestia non aveva altre zampe a disposizione. Ma aveva ancora la seconda bocca. Questa si spalancò, e le viscere del lupo andarono verso Willem, simili ad orrendi tentacoli. Il cacciatore usò la freccia come coltello, tagliando le estremità di quei carnosi tentacoli. Scoccò la freccia, ma il lupo, rapido, mosse una zampa, spezzando il corpo del dardo a metà. Una seconda freccia stava già sfrecciando verso la creatura, che la parò nuovamente con la zampa. Poi, le sue gote fecero per gonfiarsi. Willem subito balzò di lato, un attimo prima che l'ululato del lupo potesse investirlo. Tutto venne fatto a brandelli da lame d'aria. Willem scoccò un'altra freccia, e la bestia la schivò, interrompendo il suo ululato tagliente. La faretra era quasi vuota ormai. Scoccò. La bestia schivò ancora, per poi lasciar andare i suoi tentacoli verso Willem, che scattò ancora di lato, mentre le budella della creatura spaccavano il terreno. Ultime due frecce. Willem le incoccò, e poi corse verso il lupo. Sapeva che era una mossa suicida, ma sapeva anche che era la sua ultima chance. Ferì con le punte delle frecce il fianco della creatura, per poi volteggiarle alle spalle, pronto a scoccare. Ma anche lui era ferita. Sentiva la schiena bruciare, sangue scorrere lungo la spina dorsale. Nemmeno lui sapeva come fosse successo, tanto si era mosso rapidamente. Il lupo si girò verso Willem. Corse verso di lui, lo afferrò. Gli artigli penetrarono la carne, un dolore atroce, indicibile. Ma Willem riuscì a puntare le frecce al busto della creatura. Scoccò, e le frecce trapassarono carne, ossa, muscoli, tutto. In un ultimo verso, a metà tra un sibilo ed un ululato, la bestia disse: «Ehnooooòm!!!!!!», per poi morire. Era fatta, il lupo era morto, almeno per il momento. Ma anche Willem si sentiva morire: quelli artigli avevano aperto profondi squarci nelle sue carni. Crollò a terra. "Ma si, una dormita me la merito" si disse, mentre chiudeva gli occhi.

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⏰ Last updated: Apr 16, 2021 ⏰

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