Capitolo 4

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Erano le due di pomeriggio ed Harry si era finito di preparare per andare alle prove del concerto che si sarebbe tenuto la sera stessa.

Era scombussolato, dopo che Lux e Lou erano usciti dalla sua stanza era rimasto da solo con i suoi pensieri e, dopo una doccia e un riposino in cui non si era riposato a causa dei suoi incubi, aveva capito che non ci stava capendo più niente: se da una parte aveva una voglia matta di risentire quella risata e rivedere quel meraviglioso sorriso, dall'altra, la sola idea che avrebbe dovuto sottostare a quello che gli diceva lei, gli dava un fastidio enorme.

Sospirò e si passò una mano fra i capelli, poi prese il telefonino ed uscì dalla stanza trovando appoggiata al muro l'oggetto dei suoi pensieri che l'aspettava.

<<Pronto?>> gli chiese Angie mentre lo guardava "scannerizzandolo", aveva l'aria stanca e abbattuta.

Non riesce a dormire, constatò.

<<Sì andiamo>> rispose e si avviarono in completo silenzio nella hall dell'hotel. Per un momento gli era parso che lei sapesse dei suoi incubi.

Arrivarono al luogo dove si sarebbero dovuti esibire in venti minuti, era uno stadio incredibilmente grande ed Angie, appena Harry salì sul palco, iniziò a dare ordini agli altri bodyguard in modo che lei potesse continuare a sorvegliare il cantante e, intanto, avere lo stadio perlustrato da cima a fondo.

Dopo un'ora e mezza di prove, i ragazzi ebbero qualche minuto di pausa e scesero dal palco per rinfrescarsi.

<<Piaciuto lo spettacolo?>> chiese alla bodyguard mettendosi accanto a lei, aveva avuto il suo sguardo puntato addosso per tutta la durata dello show.

<<No>> rispose secca guardando dritto davanti a sé, nessuna traccia del sorriso, tantomeno della risata, di quella mattina.

<<Ah>> disse bevendo <<E come mai?>> chiese.

<<Non è il mio genere e non vi si può ascoltare>>

Lui quasi si strozzò con l'acqua.

<<Come non ci si può ascoltare?>> chiese allibito.

<<Siete stonati, uno peggio dell'altro>> spiegò lei come se parlasse del tempo.

<<Ma se siamo stati fantastici!?>> obbiettò lui.

<<Se lo dici tu>> rispose lei.

<<E sentiamo, chi sarebbe il peggiore?>> chiese Harry ad un tratto.

Lei si girò a guardarlo.

<<Sicuro di volerlo sapere?>>

<<Assolutamente>>

Lei riportò lo sguardo dritto di fronte a sé.

<<Ti offenderai>> sentenziò.

<<No, non lo farò>> rispose lui, serio.

<<Come vuoi>>

Lo guardò di nuovo.

<<A parer mio il peggiore sei tu>> disse in tono piatto e riportò lo sguardo dritto davanti a sé.

Lui non poteva accettare una cosa del genere, lei non poteva dirgli che non sapeva cantare. Quella era la sua vita, l'unica cosa che sapesse veramente fare, la sua unica certezza e lei non poteva criticarlo su quello.

<<Sei odiosa, lo sai?>> replicò lui offeso e arrabbiato.

Lui tornò sul palco, al diavolo lei e Simon che l'aveva voluta assumere, al diavolo il suo sorriso e tutto quello che la riguardava, non l'avrebbe perdonata.

<<Te l'avevo detto che ti saresti offeso>> 

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