Capitolo 1 - Bestia

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Capitolo 1 - Bestia

Sento che tutti mi stanno fissando, ma ci sono abituato. Una delle prime cose che mio padre mi ha insegnato e che mi ripete spesso, è comportarmi come se nulla mi emozioni. Quando sei speciale, come lo siamo noi, la gente non può non notarti.

È l’ultimo mese del primo anno di liceo. Il supplente ci sta distribuendo le schede per eleggere la corte per il ballo di primavera, evento che ho sempre trovato stupido.

“Ehi, Zayn, c’è il tuo nome sopra” mi dice il mio amico Trevor Parker scuotendomi un braccio.
“Non dire idiozie.” Mi giro verso Trevor, e vedo la ragazza seduta accanto a lui – Anna, o forse Hannah – abbassare lo sguardo. Uh. È chiaro che mi stava fissando.

Esamino la scheda. Non solo c’è il mio nome, Zayn Malik, come candidato alle elezione di principe per il primo liceo, ma vincerò sicuramente. Non c’è nessuno in grado di competere con il mio aspetto e con i soldi di mio padre.

Il supplente è nuovo e quindi può essersi fatto la sbagliatissima idea che dato che la Tuttle è una di quelle scuole che hanno un ristorante macrobiotico dentro la mensa e offrono corsi di cinese – ovvero una di quelle scuole dove i newyorkesi coi soldi mandano i figli – noi non lo massacreremo come succede nelle scuole pubbliche. Grosso sbaglio.

Niente di ciò che dice ci servirà per l’esame, per cui iniziamo a pensare a come fare in modo che lo spoglio delle schede duri tutti i cinquantacinque minuti di lezione. Quantomeno la maggior parte di noi. Gli altri  stanno ripassando tra loro.

Sorrido. Un altro al mio posto avrebbe abbassato lo sguardo, cercando di fare il timido e il modesto, come vergognandosi perché il suo nome è lì – ma non ha senso negare l’evidenza.

“C’è anche il mio nome.” Trevor mi scrolla di nuovo.

“Ehi, attento!” Mi sfrego il braccio.

“Ma stai attento tu. Hai quel sorrisetto idiota stampato in faccia come se avessi già vinto, e un paparazzo stesse per scattare una foto.”

“Perché, ho torto?” Sorrido ancora di più, per infastidirlo, e faccio un cenno con la mano come la gente che saluta alle parate. Qualcuna scatta una foto col cellulare proprio in quest’istante, come un punto esclamativo alla fine di una frase.

“La tua esistenza dovrebbe essere illegale” dice Trevor.

“Ehi, grazie mille.”

Valuto l’ipotesi di votare per Trevor, tanto per essere gentile. Trevor è  bravo a far battute, ma sull’aspetto c’è parecchio da ridire. E nemmeno la sua famiglia è particolarmente speciale: il padre è un dottore o giù di lì.

C’è la possibilità che pubblichino i risultati delle elezioni sul giornale della scuola, e sarebbe piuttosto imbarazzante per Trevor arrivare utlimo o non avere nemmeno un voto.

Di contro, sarebbe fantastico per me avere il doppio o il triplo dei voti del secondo eletto. E Trevor, del resto, mi venera. Un vero amico vorrebbe farmi vincere alla grande.

Un’altra cosa che mi ripete sempre mio padre è: “Non essere un perdente, Zayn, e non fare mai niente per amicizia o per amore. Tanto finiresti sempre per scoprire che l’unica persona che ti ama veramente sei tu”.

La prima volta che me lo disse avevo sette o otto anni, e gli chiesi: “E tu allora, papà?”

“Io cosa?”

“Tu ami...” me. “Noi. La tua famiglia.”

Mi guardò a lungo e poi mi disse: “È diverso, Zayn”. Non gli ho più chiesto se mi ama.

Beastly || Zayn Malik [INTERROTTA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora