Non sei mia

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Cheryl's pov
Cheryl: -cosa?-
Evelyn: -posso farti vedere tuo fratello- ripete con calma. In questo momento mi sento mancare. Tutti i ricordi che ho con JJ sembrano passarmi davanti gli occhi.
Cheryl: -cosa?- ripeto continuando ad essere imbambolata, con la frase che rimbomba nella mia testa.
Evelyn: -è questo che fa la fattoria. Aiuta gli altri, riportando in vita le persone che purtroppo se ne sono andate-
Cheryl: -aspetta, è impossibile. Lui è morto-
Evelyn: -è morto solo il suo corpo, la sua anima è ancora in questo mondo-
Cheryl: -non è possibile-
Evelyn: -unisciti alla fattoria, potrai vederlo e far cessare tutte le tue sofferenze- non rispondo, sono troppo concentrata a pensare.
Evelyn: -sappiamo entrambe che ti manca. Il suo sorriso, la sua presenza, la sua voce-
Cheryl: -potrò sentirlo?-
Evelyn: -certo- mi parlerà di nuovo.
Cheryl: -io- mentre sto per accettare, ritorno in me.
Cheryl: -no, lui è morto e non mi farò prendere in giro da questa stupida associazione-
Evelyn: -Cheryl, ti stai negando la felicità-
Cheryl: -Toni è la mia felicità, ok? È finché ho lei, non ho bisogno di nessun altro- le do i capelli in faccia, girandomi e dirigendomi verso il parcheggio. Per fortuna tutti se ne sono già andati, perciò non devo nascondere le lacrime. Penso di aver sbagliato. Penso di aver davvero rifiutato la felicità. Penso di aver appena perso l'unica possibilità che avevo per rivedere JJ. Penso, anzi sono sicura che io non merito di essere felice. Salgo in macchina, stringendo il volante, talmente forte che le mie nocche sbiancano. Scrivo un messaggio a Toni. Sicuramente ora si arrabbierà perché non l'ho filata neanche oggi, però non voglio che mi veda in questa condizioni, so quanto si preoccupa ogni volta che mi vede piangere.
Cheryl: -TT, non aspettarmi, oggi non posso, scusa- risponde subito.
Toni: -va bene, tanto ero già tornata alle roulotte- visualizzo senza neanche rispondere, buttando il telefono sul sedile accanto e partendo verso lo SweetWater River. Questo è l'unico posto dove posso vedere JJ e percepire la sua anima, con o senza quella stupida fattoria.
Cheryl: -JJ, forse ho appena rifiutato di vederti- immergo la mano nell'acqua tiepida.
Cheryl: -vorrei davvero vederti, però se entro in quell'associazione, tutti sapranno il mio punto debole, ossia tu, e tutti gli insulti e le battutine che ricevevo al secondo anno, compariranno di nuovo, cercando di abbattere la mia fortezza-
Cheryl: -non voglio più provare dolore. Non ne posso più- mi rendo conto che sto piangendo sempre di più. L'argomento sulla morte di mio fratello è sempre stato il mio punto debole; appena qualcuno lo menziona, tutti i momenti che ho passato insieme a lui iniziano a riemergere nella mia testa, creandomi un dolore allucinante. Non riesco a respirare, non riesco a parlare, non riesco a muovermi, sono come paralizzata, mentre l'ultimo ricordo che ho di lui, la foto con la testa colpita da una pallottola, inizia a farsi sempre più vivido nella mia mente.
Mi sale la nausea ed inizio a prendere grandi boccate d'aria per non vomitare. Quando mi calmo, mi alzo, scuotendo la mano per asciugarla. È una giornata abbastanza calda, soffia quel tipico venticello tiepido di settembre che dovrebbe farmi sentire rilassata, però io sono tutto tranne che questo; sono scossa, talmente tanto che rabbrividisco, nonostante facciano almeno venticinque gradi. Rivolgo un'ultima occhiata al fiume, tornando poi nella macchina.
Cheryl: -hey-
Toni: -amore, tutto ok?-
Cheryl: -sì, sì, tutto bene-
Toni: -sicura?-
Cheryl: -certo TT-
Toni: -va bene, ci vediamo domani-
Cheryl: -perché?-
Toni: -penso che preferite stare da sole-
Cheryl: -che intendi?- lei visualizza e non risponde. Perché dovrei voler stare da sola? E con chi soprattutto? Intende Evelyn? Però posso giurare di aver visto la sua moto andare via da scuola, non può averci viste. Forse gliel'ha detto Jughead. Giuro che se è così, ammazzerò quel barbone con le mie stesse mani. Parto verso ThistleHouse, anche se ora come ora vorrei solo andare da qualche parte, lontano da Riverdale, lontano da tutti. Forse non proprio da tutti. Vorrei andare da qualche parte del mondo, con Toni, scoprire nuovi posti, conoscere nuove persone, non vedere mai più Riverdale, con le sue case a schiera, i suoi stupidi misteri, la sua stupida storia da brivido. Tutto mi ha stancato qui, voglio iniziare una nuova vita, con Toni, lontano da chiunque io conosca. A volte vorrei essere l'unica persona nel mondo, solo con la mia anima gemella; potrei sembrare egoista lo so, però mi manca la tranquillità, cosa che non ho più da quando è morto JJ. Basta pensarci. Arrivo a casa e prima di entrare mi asciugo le lacrime, passando una salvietta sugli occhi per togliere il trucco colato. Da quando ho iniziato a piangere in macchina, l'unico posto in cui non potessi essere vista, ho creato una vera e propria riserva di salviette.
Guardo meglio e noto che è rimasto solo mezzo pacchetto. Wow, ho davvero pianto così tante volte in questa dannata macchina? Mi guardo nello specchietto e quando sono sodisfatta del mio viso, ancora arrossato a causa del pianto, entro in casa. Inspiro e noto subito che c'è qualcosa che non va. Io non uso questo profumo. Abbasso lo sguardo e vedo che nell'ingresso ci sono dei tacchi che io non ho mai portato. Ne prendo uno in mano. Taglia 39. Solo lei ha questo numero. Attentamente, in punta di piedi mi dirigo verso il soggiorno. La luce della lampada è accesa. Vedo una sagoma seduta sul divano. No, non è possibile. Mi sento mancare. Apro più volte la bocca per dire qualcosa, ma non esce nessun suono. Finalmente prendo coraggio e parlo.
Cheryl: -madre- lei posa il libro che sta leggendo e si volta verso di me. I suoi occhi mi penetrano, facendomi rabbrividire. Non vedo quello sguardo, che non traspira nessuna emozione, da un sacco e non posso dire che mi sia mancato. Lei alza di poco il mento, assumendo la sua tipica aria di superiorità.
Penelope: -ragazzina, che ci fai qui? Pensavo vivessi da quella sudicia Serpent- torna solo oggi dalla prigione e già inizia ad insultare me e la mia ragazza.
Cheryl: -ti sei sbagliata- lei mi guarda dalla testa ai piedi. Mi ricordo questa sensazione, mi sento completamente nuda davanti ai suoi occhi, vulnerabile, senza nessuna via di fuga.
Cheryl: -come hai fatto ad uscire?-
Penelope: -sai, le guardie del carcere sono state felici di aiutarmi-
Cheryl: -di che parli?-
Penelope: -diciamo che li ho offerto un piccolo favore in cambio della libertà- capisco all'istante cosa intende. Si sa che le guardie in quella stupida prigione costruita da Hiram Lodge, lavorano nella noia più totale, a volta anche a loro serve un po' di divertimento, o perlomeno questo è quello che pensano loro e mia madre. Guardo meglio il soggiorno e noto che ci sono tre valigie.
Cheryl: -vai da qualche parte?-
Penelope: -sì, alle Hawaii, basta Riverdale e poi non ho niente che mi lega qui- giusto, non hai una figlia del resto.
Penelope: -per tutte le spese puoi non preoccuparti, hai tutta l'eredità-
Cheryl: -e tu?-
Penelope: -ho già un uomo che penserà a me- faccio una smorfia disgustata. Lei si alza dal divano e dopo aver preso le valigie, si avvia verso l'ingresso, aprendo la porta e portandole fuori.
Sicuramente avrà chiamato un taxi per farla portare in aeroporto. Io rimango in casa, mentre lei sta in piedi sulla soglia della porta, dandomi le spalle. Dopo qualche minuto arriva la macchina. Si gira verso di me e i nostri sguardi si incontrano. Si gira per andarsene ma io la richiamo.
Cheryl: -mamma- si volta. Apro le braccia.
Cheryl: -ti prego, abbracciami- mi sembro così dannatamente banale, però penso che non mi abbia mai abbracciata, perlomeno in questi dieci anni. La guardo con gli occhi lucidi, con la paura che mi assale. Lei mi guarda con disprezzo, quel fottuto sguardo che ogni volta mi fa sentire sbagliata.
Penelope: -non essere ridicola, io non ho una figlia- esce dalla casa sbattendo la porta. Non ho una figlia.

Before the sparkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora