2- A little piece of happiness

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A little piece of happiness

Kimberly stava per uscire da scuola finalmente, non vedeva l'ora di andarsene così avrebbe potuto ascoltare un po' di musica e rilassarsi per lei era orribile la scuola

-k...kmiberly-

sentì la voce di un ragazzo cercare di chiamare il suo nome con voce un po' titubante, pensò subito che fosse qualcuno che volesse infastidirla e inizialmente non si girò ma poi pensò che chi vorrebbe infastidirla ,di certo non la chiamava con quella voce. Quando poi si girò quel ragazzo ringraziò il celo che si fosse girata e non lo avesse mandato a quel paese con modi non molto cortesi. Kimberly non poteva avere molti amici a causa del fatto che lei e sua madre spesso si dovevano traserire perché il suo stolker le perseguitava, in realtà sua madre era anche un po' egoista perché non riusciva a distaccarsi da sua figlia e la portava sempre con se ma d'altra parte non poteva affidarla a nessuno, non poteva fidarsi di nessuno, non voleva lasciarla in un orfanotrofio e neanche lasciarla alla polizia. Pochi anni ancora però e Kim sarebbe diventata maggiorenne e in caso volesse andarsene la madre la lascerebbe libera di andarsene.

-ecco volevo dirti...che...-

Jackson cercava dirle qualcosa ma non ci riusciva, fraceva mille giri di parole ma non arrivava al punto, di solito non era così però, spesso faceva l'arrogante e sembrava freddo ma Kim pensò che in qul momento persino lui si vergognasse di parlare con lei, tutti la conoscevano per la ragazza da allontanare quella a cui non bisogna mai rivolgergli la parola perché tanto rispondeva male ma nessuno sapeva che in realtà lei non era così avrebbe tanto voluto comportarsi in modo diverso

-vai al punto Jackson-

disse lei secca e annoiata del fatto che diceva mille cose ma non riusciva ad arrivare al punto. Lui scosse la testa stette per un secondo zitto e poi prese fiato.

-ho notato che ti piace la musica rock e metal volevo chiederti se...cioè tra qualche giorno ci sarà un concerto di beneficenza ti andrebbe di venire con me...qui non c'è molta gente che ascolta buona musica. -

rimase un po' sorpresa Kim non credeva che qualcuno potesse sapere qualcosa su di lei ma a quanto pare per quanto cercasse di rimanere chiusa in se il suo amore per la musica non accettava di rimanere nascosto. Fece finta di pensarci qualche secondo ma voleva gridare dalla gioia ma temeva anche che forse sarebbe stato pericoloso. Però di solito ad un concerto non ci sarebbe stata poca gente quindi molto probabilmente sarebbe stata la sicuro, temeva un po' per la madre ma per una sera non sarebbe successo nulla.

-va ben verrò dove si terrà il concerto-

chiese lei accennando ad un lieve sorriso mentre il suo compagno d'avanti a lei era visibilmente in ansia aspettando la sua risposta che ci metteva millenni ad arrivare. Jackson sembrava davvero molto sorpreso di quel sorriso sulle sue labbra.

-alla grande arena, è un po' distante quindi se vuoi ti posso venire a prendere a casa-

gli propose lui cercando di essere il più gentile possibile.

Jackson è un ragazzo molto carino, molte ragazze della scuola lo volevano, la maggior parte erano delle galline senza cervello mentre lui cercava ragazze con un po' di carattere e non come quelle. Quando però quelle ragazze lo videro parlare con Kimberly andarono su tutte le furie. Loro facevano di tutto per farsi notare da lui e lei che sembra una muta "entra nelle sue grazie", loro facevano questo ragionamento per loro giusto ma per chiunque con un cervello abbastanza sbagliato.

-Jackson perché parli con questa qui-

disse Virginia con la sua voce stridula e fastidiosa. Kimberly si irritò molto e Virginia vedendo la sua espressione ne godette ma Jackson a quanto pare era più irritato di Kim cosa che a virginia non fece piacere, avrebbe voluto tanto dirgliene non quattro ma quaranta.

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