Capitolo 1

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Pov Edoardo

Era il compleanno del mio migliore amico. Come ogni sedicenne su questo pianeta, aceva deciso di festeggiare alla grande mentre i suoi genitori erano via per lavoro. Sarebbero stati assenti per più di una settimana e fortuna vuole, che quella settimana comprendesse anche il compleanno del figlio. Samuele era certamente dispiaciuto di non ricevere subito i regali dai suoi genitori però d'altro canto aveva la possibilità di invitare non solo tutti i suoi amici più stretti ma anche compagni di classe e altre persone che eventualmente si sarebbero portati dietro. Insomma, una reazione a catena che avrebbe portato un sacco di adolescenti nello stesso posto anche se non tutti sapevano il motivo vero e proprio dell'incontro. Quindi ora mi ritrovavo fra una miriade di gente sconosciuta o che avevo incrociato una volta o due nei corridoi della scuola senza sapere esattamente come comportarmi. Fortunatamente, vedo il mio migliore amico dall'altra parte della stanza con un bicchiere in mano che mi riconosce nella folla e riesce a farsi strada, non facilmente, per arrivare da me.
"Non potevi invitare ancora un po' di gente già che c'eri?" gli chiedo subito un po' seccato dall'andamento della serata.
"Mi sto facendo un po' di pubblicità e vedrai che nel giro di qualche giorno tutti a scuola parleranno solo di questa festa. Dovresti pensare anche a te a divertirti."
Lo guardo un po' di sbieco. "Avremmo dovuto festeggiare il tuo compleanno non passare la serata fra gente sudata che a momenti manco sa come ti chiami."
"Dai, Edo smetti di fare così e ripeto di-ver-ti-ti. È pur sempre una festa, anche se non conosci manco metà dei presenti. Bevi un po', balla e magari riesci a trovarti un bel ragazzo muscoloso con cui lasciarti un po' andare. E non guardami male. È pieno di gente e, se chiedi a me, quel ragazzo lì nell'angolo non vede l'ora di divorarti." Mi indica la direzione dove si dovrebbe trovare questo ragazzo, e mi fa l'occhiolino. Guardo in quella direzione e noto due occhi scuri, il cui colore non riesco bene a differenziare a causa della distanza, che mi fissano intensamente e continuano a farlo anche dopo che lo colgo sul fragrante. Devo ammettere che non è male, con i capelli neri un po' mossi completamente spettinati, bicipiti fortemente delineati dalla maglietta nera abbastanza aderente che porta addosso e una posa altamente menefreghista. Stereotipo vivente di qualcuno che sa di essere figo e non ha paura di metterlo in mostra,
"So a cosa stai pensando: che dovrei andare a parlargli, scegliere una stanza di sopra e farmelo. Bene. Non ho intenzione di fare ciò."
"Sì lo so, lo so. Non farai mai il primo passo e non vuoi avvicinarti troppo a nessuno. Ma una piccola avventura così non ha mai fatto male a nessuno. Guarda, tieni." E mi porge il bicchiere che aveva in mano. "Bevi, inizia a ballare e vedi come va da lì. Magari il ragazzo misterioso si fa avanti."
Mi giro nella direzione di prima e il ragazzo è ancora lì e, ovviamente, mi sta ancora fissando, solo che questa volta mi sorride, anche se sembra più un ghigno che un sorriso. Prendo il bicchiere dalle mani del mio magliore amico e lo butto giù tutto d'un fiato. Forse è arrivato il tempo di lasciarmi un po' andare.

Ehi ragazzi! È la prima storia che scrivo e spero davvero che vi piaccia! Lasciate pure dei commenti per farmi sapere come sta andando :))

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