capitolo 5

0 0 0
                                    

Pov Ayle:
Quindi quel ragazzo dall'aria misteriosa era il figlio del capo dell'accademia, aveva notato in lui qualcosa di particolare; una specie di aura, però in quel momento ne era certa. Lui era un angelo, certamente strano; in quanto ,era diverso da Matthew o dagli altri ragazzi/angelo che aveva visto in accademia. La signora Camille, tornò a sedersi dietro la sua scrivania e disse -bhe, dato che ci siete... Paride porta Ayle in palestra- ;cosa! Io dovrei andare in giro con lui? -dovrei allenarla?- chiese lui, interrompendo i suoi pensieri. Camille lo guardò divertita a disse -certo, sei eccellente nel combattimento- , lui osservo Ayle da testa a piedi e poi rivolse nuovamente lo sguardo verso la madre. Lei si sedette alla scrivania -inizierai l'addestramento oggi- annunciò ad Ayle, -va bene signora- rispose lei un pò agitata; non aveva mai combattuto con nessuno. Il massimo sforzo fiducia che aveva fatto era andare in bicicletta, come diavolo avrebbe fatto? Da dove avrebbe cominciato? Era sicura che quel ragazzo misterioso, l'avrebbe fatta a pezzi. Si avviò verso l'uscita, seguita dal misterioso ragazzo; anzi forse è meglio dire dal misterioso angelo, -non esagerare, è la prima volta per lei- gli ordinò la madre prima di uscire.

Lo seguì lungo un corridoio che già conoscevo, arrivammo davanti alla sala d'addestramento; entramo e lui mi disse -non puoi allenarti cosi- poi indicò il mio abbigliamento. -Cosa diavolo dovrei fare? Non mi porto mi ca l'armadio appresso- gli rispose schiettamente, lui alzo un angolo delle labbra divertito. Poi alzò un braccio in direzione di una porta, e disse -abbiamo un armeria, ci sono anche le divise- lo guardò sconcertata; poi si rese conto, che diceva sul serio e disse -ah certo, è del tutto normale-. Lui si diresse verso una porta, la aprì e disse -prego- poi aspettò che Ayle, entrasse per prima e richiuse la porta alle loro spalle. Li dentro c'era di tutto, c'erano tante di quelle armi da non conoscere il nome; era scioccante la quantità di armi che questi possedevano, Ayle arrivò a chiedersi se non fosse illegale. Il suo sguardo si soffermò su una spada ,era bellissima; la lama affilata e lucente, l'elsa elegante e con decorazioni intricate. Sembrava veramente elegante, tanto quanto letale; il suo sguardo si posò poi su un delicato arco, intagliato detagliatamente. Erano due armi al dir poco perfette, le sue riflessioni furono interrote da quella voce baritronale che le disse -oggi non useremo armi-. Poi gli lanciò dei vestiti e disse -dovrebbero essere della tua taglia- poi uscì dalla stanza e lei si cambiò.

Si ritrovò con addosso un top sportivo e un pantalone aderente, con dei tessuti particolari ;sembravano particolarmente resistenti, di un tessuto che non aveva mai visto. In quali altre stranezze si sarebbe imbattuta? Uscì da quella stanza e si ritrovò davanti il misterioso angelo, in soli pantaloni di tuta; certo il suo aspetto non era male, sicuramente meglio del suo carattere. Lui la becò a fissarlo e chiese -Intendi rimanere lì a fissarmi? Oppure iniziamo con l'allenamento?-, Ayle si avicinò con riluttanza a lui.

"Il coraggio è resistenza alla
paura ,è dominio della paura,
ma non assenza di paura."
-Mark Twain

Pov Paride:
L' angioletto era davanti a lui, ovviamente senza la minima idea di ciò che doveva fare. La osservò ed incrociando le braccia sul petto disse -hai qualche esperienza?- , lei lo guardo spaesata. Certo che no ha alcuna esperienza, pensò irronico; mi osserva come se avesse paura che io la faccia a pezzi. Sicuramente non avrei difficoltà a farla a pezzi, ma non lo farei. È indifesa, non le farei del male; ma qualcun'altro si. Pensò prima di iniziare a fargli vedere, qualche tattica di auto difesa; sicuramente era agile, ma non abbastanza forte. -Bhe, si può fare decisamente di meglio- disse ,mentre la cingeva con un braccio in vita e l'altro intorno al collo. La sentì diventare fredda come il ghiaccio, poi si liberò velocemente dalla sua presa; con un salto riusci a superarlo e con una rapidità allucinante ,a metterlo in ginocchi. A Paride venne da sorridere, la ragazzina aveva appena usato i suoi poteri. Bhe niente male per una novellina, pensò fra sé. Poi si liberò rapidamente dalla sua presa e tenendola stretta a sé gli disse -non devi barare-; poi incontrò i suoi occhi e rimase stupito, erano d'argento. Ma non erano come quelli degli altri angeli; pur essendo argentati rimanevano delle sfumature azzure. Non aveva mai visto degli occhi simili, in nessun'angelo o demone ;erano unici e strani, molto strani. La lasciò andare e si girò dall'altra parte, interdetto e scombussolato da ciò che aveva appena visto. Quegli occhi erano spettacolari. Ma erano come incompleti, ci mancava qualcosa; lui sapeva che gli occhi degli angeli ,stavano a rappresentare il loro potere. Quindi, perché i suoi rimanevano in parte azzurri?

Azzurro Ghiaccio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora