Osman condusse Can in un locale attiguo alla palestra. Una parete era interamente ricoperta da specchi, mentre lungo un'altra correva una sbarra. Il pavimento era rivestito di lucido parquet, che in alcuni punti risultava essere più consumato, in un angolo, poggiata su un tavolino, una consolle che trasmetteva la musica alle casse acustiche: si trattava chiaramente di una sala da ballo.
Can lanciò uno sguardo interrogativo all'amico che lo invitò a guardare alcune fotografia appese accanto alla porta. Erano scatti di una bambina in tutù, poi di una ragazzina sorridente che teneva in mano le scarpe da ballo ed infine di un'adolescente, che reggeva un trofeo, affiancata da un uomo ed una donna. Osservando meglio, Can capì che si trattava di Sanem ma ne volle avere la certezza, così chiese: "E' lei vero?"
"Sì è Sanem" rispose Osman e poi continuò "sua madre era un'insegnante di danza, anche molto brava e conosciuta qui ad Istanbul e Sanem ha imparato a ballare ancor prima di camminare, si può dire: danza classica e moderna. Dopo la scuola passava qui tutti i pomeriggi a provare e riprovare, ma non perché fosse costretta a farlo, ma perché le piaceva davvero. Era la sua passione. Sognava di diventare una danzatrice famosa e ci sarebbe anche riuscita se non fosse stato per l'incidente che le è capitato alcuni anni fa. Era stata ammessa anche all'accademia di danza, ma poi ha dovuto rinunciare. Tutto questo stabile era della sua famiglia e qui, una volta, c'era la scuola di ballo della madre di Sanem. Quando poi si è ammalata il marito ha dovuto venderlo per pagare le cure ed io l'ho rilevato, lasciando questa stanza per Sanem..."
"Ne sei innamorato?" lo interruppe Can che aveva notato con quanto trasporto ne parlasse Osman.
Lui sorrise :"Lo sono stato, per molto tempo, ma non ha funzionato. Non è semplice amare Sanem: il peso che si porta dietro, tutta il dolore che ha patito non è facile da condividere e lei ha alzato dei muri attorno a sé che io non sono riuscito ad abbattere. Ma di una cosa sono più che sicuro: chi riuscirà a farsi amare da lei sarà un uomo molto fortunato, perché quando si concede non conosce limiti, da tutta se stessa come nella danza. Vederla ballare era uno spettacolo...e lo è ancora!"
"Vuoi dire che nonostante sia...sì insomma nonostante sia così danza ancora?" chiese stupito Can
"Oh sì! Ma tu piuttosto che rapporto hai con lei?" fece Osman
"Beh te l'ho detto, io mi fermerò qui ad Istanbul il tempo necessario per valutare la Green Cosmetics e poi tornerò a Londra, quindi direi che siamo colleghi...più o meno" rispose Can.
"Più o meno..." ripeté l'altro poco convinto "Ascolta Can, è una brava ragazza, non giocare con lei e non spezzarle il cuore, non merita davvero di essere solo un passatempo fintanto che tu rimani qui" concluse serio, lanciandogli un'occhiata che lasciava intendere tutto ciò che non aveva detto.
Can comprese e si affrettò a tranquillizzarlo: "Non è mia intenzione rimanere invischiato in relazioni senza futuro...Adesso però fammi vedere la palestra. Ho davvero bisogno di sgranchirmi un po'."
In realtà aveva bisogno di sfogare tutta la frustrazione che sentiva dentro di sé. Senza rendersene conto Sanem era entrata nella sua mente, era diventata un chiodo fisso e quello che più lo tormentava e di cui non si capacitava era come questo fosse potuto accadere. Un simile coinvolgimento lo aveva provato solo con Melis ma lì c'era stata frequentazione, scambio di effusioni, mentre con Sanem non c'era stato niente di tutto ciò, addirittura sembrava che lei lo detestasse. Come ne sarebbe uscito? Si chiese. Ma, soprattutto, voleva uscirne? Osman aveva detto che amare Sanem non sarebbe stato facile e probabilmente aveva ragione perché lei aveva toccato con mano la vita vera, che le aveva lasciato cicatrici profonde; aveva provato il dolore della perdita e della rinuncia eppure riusciva ancora ad essere combattiva. Avere una donna così al proprio fianco ed essere amato da lei avrebbe richiesto impegno e coraggio ma avrebbe anche significato l'apoteosi dell'amore stesso.
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LA MAGIA DELL'IMPERFEZIONE
RomanceOgnuno di noi ha qualcosa che lo rende unico. Spesso questo qualcosa è invisibile agli occhi e sfugge a un primo sguardo, abituato a cercare la perfezione e dove non la trova non si sofferma, passa oltre perdendo così, il più delle volte, la vera be...