L'amore fa perdere il lume
È come l'inferno ma piovono piume
Io sono il tipo che sta sulle sue
Questa coperta non basta per due
Può fare freddo anche il 15 agosto
E tu sei dall'altra parte del mondo
So che è scontato guardare le stelle
Vivo un secondo che dura per sempre
-Il cielo nella stanza (Salmo feat. Nstasia)
Jimin quella mattina si svegliò non ritrovando il suo ragazzo al suo fianco, e preso dallo spavento corse al piano inferiore della loro dimora, trovandolo in soggiorno, sveglio con il telefono in mado e con la faccia distrutta <<Amore buongiorno>> disse accomodandosi ai piedi del divano, accanto a lui. Appena si girò verso il biondino, il moro dovette trattenersi dal non piangere, ma non ci riuscì come lui sperava. Si appoggiò alla spalla del suo compagno e lentamente calde lacrime gli rigarono il volto, mentre Jimin gli accarezzava i capelli aspettando che il più grande si calmasse, e dopo un po' così successe <<Mi ha chiamato mia madre, e mi ha chiesto come stessi e le ho parlato di te, ha detto che vuole conoscerti e mi ha chiesto se oggi potevamo restare lì per il week end, tu che ne dici?>> omettè il resto della loro conversazione, perché al momento non se la sentiva di parlarne <<Non sei obligato ad accettare, non voglio metterti pressione, io->> non riuscì a finire la frase che il biondino si catapultò sulle sue labbra mettendosi a cavalcioni su di lui <<Penso che sia anche lecito che i tuoi genitori debbano conoscerci - Parlò al plurale, riferendosi al più piccolo dei due - e se è un volere di tua madre, meglio prima che dopo giusto?>> appoggiò la testa sul suo petto mentre l'altro gli accarezzava i capelli cercando le parole adatte <<Jimin non gli ho detto che aspettiamo un bambino>> in quel momento Jimin percepì solo la parte negativa della frase e senza dire niente si alzò e gli sorrise <<Vado a preparare le valige e il cibo, sarà sicuramente un viaggio stancante, non credi Jungkook?>> appena il moro annuì Jimin si diresse in camera da letto più incazzato che mai e incominciò a preparare le valige.
***
<<Amore sei pronto?>> chiese amorevolmente Jungkook a Jimin, erano le dieci del mattino e già erano pronti per partire <<Si, eccomi>> con ancora la frase detta dal maggiore incollata al dito, si precipitò fuori la porta chiudendola poi a chiave. Mark era partito per l'America dai suoi genitori, e si erano salutati non molti giorni prima, così erano rimasti solo loro in quel grande appartamento. <<E' successo qualcosa?>> domandò Jungkook, dopo essersi accorto che Jimin gli rispondeva in malo modo <<Non preoccuparti, sto benissimo>> il maggiore sapeva che non era così, ma lasciò stare e per quasi tutto il viaggio non si rivolsero la parola.
Appena arrivarono a casa dei genitori del maggiore subito vennero accolti da una donna bellissima, carnagione molto chiara e con dei folti e lunghi capelli coloro nero pece, Jimin rimase subito estasiato da tale bellezza e percepì subito che Jungkook l'avesse ereditata tutta da lei <<Buongiorno signora Jeon, sono Park Jimin, è un piacere fare la vostra conoscenza >> cercò di piegarsi ma subito di alzò ricordandosi che stava entrando nel terzo mese di gravidanza e che comunque non doveva fare tali movimenti <<Oh caro non inchinarti, ormai fai parte della famiglia! - Battè le mani sorridendo in direzione dei fidanzati che si tenevano per mano, Jimin, anche se incavolato, voleva assolutamente un contatto con Jungkook, poiché aveva timore della sua famiglia - Chiamami semplicemente Maia>> sorrise dirigendoli in salotto, facendoli accomodare sul grande divano di pelle, coloro panna.
<<Allora cosa mi raccontate?>> chiese e Jimin arrossì quasi subito <<Mamma->> il suono del campanello insonorizzò tutta la stanza e prima che potesse andare a controllare chi fosse, un uomo alto e bello si presentò alla porta del salotto <<Scusami cara ma avevo dimenticato che avevo le chiavi di casa>> poi si voltò verso suo figlio e il biondino, sorridendogli felice <<Abbiamo visite?>> si avvicinò a suo figlio abbracciandolo mentre Jimin decise di mantenere le distanze, inchinandosi e sorridendogli <<Buongiorno signor Jeon, sono Park Jimin, è un piacere fare la vostra conoscenza>> disse con tono basso e intimidatorio a causa dello sguardo che il padre di Jungkook gli rivolgeva <<Jimin non chiamarmi signor Jeon, sono troppo giovane per quell'appelattivo - ridacchiò facendo sorridere l'altro - chiamami Min Joon>> si sedettero tutti e quattro in quella stanza e Maia si rivolse verso i due gentilmente <<Jungkook fai vedere la casa a Jimin, poi forse è meglio che vi riposiate. Il viaggio è stato molto lungo>> Jimin negò a quell'affermazione non volendo essere scortese nei loro confronti <<Non vorrei essere scortese nei vostri confronti, ma vi ringrazio lo stesso per l'ospitalità>> arrossì quasi subito facendo innamorare ancora di più la madre del moro che negando subito con la testa disse <<Assolutamente no! Non mi da nessun fastidio, anzi sono davvero contenta che tu sia qui, e poi vi farà bene riposarvi>> si avvicinò con le mani accarezzando quelle di Jimin <<Fai come se fossi a casa tua>>
Dopo aver visto il piccolo, ma accogliente, appartamento di Jungkook si diressero in camera di quest'ultimo e Jimin subito si catapultò sul letto morbido <<Ti piace la mia stanza?>> chiese mettendosi anche lui li vicino facendo appoggiare a Jimin la sua testa sopra al suo petto <<E' carina e davvero colorata>> disse facendo intenerire il più alto che a stento ci entrava in quel letto, poichè con gli anni si era allungato, forse anche troppo <<Perché non hai detto a tua madre del bambino? Forse ti vergogni di me?>> chiese finalmente a bassa voce fecendo alzare il moro dal letto e appoggiando le sue mani sulla piccola pancia del più piccolo <<Hey chi ti ha messo in testa questa stupidagine?>> chiese un po' offeso <<Quello che tu hai detto stamattina non mi è piaciuto più di tanto>> abbassò lo sguardo mentre Jungkook glielo alzava baciandogli la fronte <<Non c'è cosa più bella di voi Jimin, per me. Siete la mia piccola ancora di salvezza e l'unico motivo per il quale non ho voluto dirglielo era perchè volevo lo facessimo insieme>> accarezzò il ventre dell'altro baciandolo <<Quindi non ti vergognavi di me>> chiese per avere conferma che subito gli arivò quando Jungkook si buttò, dolcemente, su di lui e gli baciò tutto il viso <<Ti amo Jimin, e lo farò per sempre>>
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𝚃𝚊𝚍𝚋
FanfictionPassano le notti d'inverno E le aurore boreali Forse anche i supereroi Sognano di essere normali ma Siamo sulla stessa barca In un mare di gin tonic E balliamo un lento mentre Il mondo balla la tecktonik you do not like? do not ready DISCLAIMER...