.Capitolo 32.

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Entrai in casa dei ragazzi  (sì, ho una copia delle chiavi) poichè avevo scritto a Lawrence che sarei arrivato a breve e che dovevamo parlare. Inutile dire che la risposta fu tutt'altro che gentile, anzi, era molto propensa al "vai a farti fottere" ma spronato da Agnese, ero pronto a farmi rispettare e a dare ai ragazzi quello che si meritavano, una volta per tutte.
Il biondo era sdraiato sul divano a fare niente, e non mi salutò neanche:<< meno male che avevi detto che mi avresti rispettato, ti dico di lasciarmi in pace e tu vieni a casa mia... wow, siamo diventati coerenti vedo...>> disse freddo e acido.

Avevo scoperto che Lawrence da nervoso era molto sarcastico e sbruffone, meno volgare e aggressivo di Marcus ma ugualmente inacidito. Gli sorrisi, e, facendo un respiro profondo, inziai a mettere in atto gli insegnamenti di Agnese: parlai con tranquillità e dolcezza, non come se mi trovassi davanti un ragazzo sulla difensiva pronto a buttarmi fuori dalla sua vita, ma un bambino che stava tenendo il broncio: << suvvia Lawrence, che ti succede? È da un mese che sei così tutti i giorni... cosa ti è preso? Ho fatto qualcosa che ti ha fatto stare male?>> dissi, sedendomi accando a lui sul divano.

Oddio, quella donna aveva ragione!
Tutto l'acido e la freddezza che l'artista aveva addosso, lo abbandonarono quasi subito, lasciando il posto a stupore:<< cosa? Bah, come se ti interessasse... senti non importa, hai detto che dovevamo parlare, bene parla.>> disse, cercando di tagliare corto. Sentii la barba pizzicarmi, c'era qualcosa sotto e sono certo che avesse a che fare con il fatto che io e Marcus ci fossimo avvicinati in quell'ultimo periodo. Ma sapevo che non avrebbe parlato di sua volontà mentre mi faceva la guerra, allora decisi di mettere in atto il mio piano di rieducazione prima.

<<beh, in effetti hai ragione, avevo detto che dovevamo fare due chiacchere.... e queste due chiacchere riguardano il tuo comportamento, Lawrence, che nell'ultimo mese è stato tutt'altro che lodevole!>> dissi, cambiando il mio tono di voce, sempre restando calmo ma rendendolo più severo.
<<COSA? Ma cosa ne sai tu?? L'unica cosa che hai saputo fare è stressarmi e rendermi la vita un inferno!!!>> disse rizzandosi in piedi e dirigendosi a grandi passi verso la sua camera, pronto come al solito a scappare dalle mie sgridate. Ma io stavolta non glielo avrei lasciato fare.

Mi alzai di scatto a lo acchiappai per il braccio, per poi spingerlo di nuovo verso il salotto con decisione ma delicatezza:<<oh no signorino, la musica da oggi cambia! Sono stanco di questi vostri capricci, vi state comportando in maniera irresponsabile e, visto che ci tengo a voi, è mio dovere farvelo capire!>> dissi, incrociando le braccia e mettendomi tra il ragazzo e la camera. Come mi aveva detto Agnese, gli ricordai che lo facevo perchè gli volevo bene, iniziando a marcare la linea tra il loro passato di abusi e la mia attuale disciplina. Lawrence mi guardò stupito:<<stai scherzando spero?>> mi chiese, non capendo cosa stesse succendendo. Lo vedevo che era un pò intimorito da me e da questa mia presa di posizione, ma non mi lasciai impietosire e piuttosto, continuai a tenere la voce bassa.

<<no Lawrence, non sto scherzando. Come vi siete comportati in questo mese è stato davvero un pasticcio, per una lunga serie di motivi... possiamo metterci a tavolino e parlarne come due persone civili?>> domandai, cercando il dialogo. Ma il biondo non se la beveva, e anzi, partì all'attacco come lui faceva di solito... dando la colpa agli altri:<< cosa??? Cioè se Marcus si comporta da cretino, devo pagarla io? Mi stai prendendo per il culo spero? Io non "mi metto a tavolino" a farmi sgridare da te per non aver fatto niente di male!!!>> disse subito, arrabbiato.
Scossi la testa, senza alzare la voce continuai:<<io e Marcus faremo una chiaccherata sul suo comportamento in privata sede più tardi, ora io sto parlando di te. Hai la più pallida idea di quante ne hai combinate in questo mese?>> gli domandai, ma notai che quando avevo citato un momento di privacy tra me e il moretto, il biondo aveva alzato gli occhi al cielo.
Era geloso.

Saudade: &quot;L'amore che resta&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora