CAPITOLO 8

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"Bene, siamo arrivati" disse all'improvviso il castano dopo che l'auto si fermò davanti al vialetto di casa.
"Già io...grazie del passaggio"
"Non c'è di che".

E poi di nuovo silenzio.
Entrambi rimasero fermi sui loro sedili senza spiccicare parola, nel frattempo la mano di Louis si posò sulla radio spegnendola. Sembrava che nessuno dei due avesse intenzione di muoversi, rimasero a fissare il finestrino e i loro respiri appesantirono l'aria.

Come un lampo accesosi nella testa del più piccolo, improvvisamente il ricordo del sogno della notte precedente tornò nitido e...oh.
Scrollò la testa spargendo ovunque i suoi morbidi ricci e slacciò di scatto la cintura, quasi come se il sedile avesse iniziato ad ardere sotto di lui.

"Io...devo andare a studiare"
"E' solo il primo giorno, ti hanno già sommerso di compiti?".

La verità era che Harry non aveva assolutamente niente da fare, tranne che stargli lontano e seguire il consiglio di Lottie.
Comunque non poté fare a meno di chiedersi per quale motivo il castano fosse così gentile con lui e si spinse addirittura a fare domande, ma scacciò anche quest'idea per l'ennesima volta.

"No, in realtà no. Però non vorrei iniziare a non fare nulla e ritrovarmi sommerso di cose da fare"
"La scuola qui non è pesante come a casa tua, ce la farai. Comunque... ci vediamo domani"
"Non tornerai per cena?" ed Harry davvero non sapeva perché quelle parole erano uscite dalla sua bocca.
Era accaduto, semplicemente.

"No, starò fuori per la notte" disse, e il riccio decise di non fare domande.
"Capisco, allora ciao" disse timido,
"Ciao" rispose il maggiore sorridendo appena e ripartendo con l'auto.

Il riccio rimase impalato davanti alla porta di casa per quelle che gli parvero ore incapace di muoversi o di pensare mentre guardava l'auto del ragazzo sparire lentamente dietro una siepe curata in fondo all'isolato.

Devi stargli lontano Harry si disse di nuovo, ma onestamente ogni volta che se lo ripeteva da quella mattina faceva sempre più fatica a finire la frase con un tono convinto.

Pensò che no, era impossibile che Louis, lo stesso Louis che era rimasto a guardarlo nell'aula di musica mentre suonava il pianoforte per non disturbarlo, potesse essere lo stesso Louis di cui gli aveva parlato sua sorella. Alla fine i fratelli si odiano sempre, no? Che Lottie si sbagliasse?

Eppure viveva con lui da tutta la vita, mentre loro avevano passato insieme un totale complessivo di....quanto? Tre ore?

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Si voltò per aprire la porta di casa ripensando alla prima, strana, giornata di scuola ripercorrendo mentalmente tutte le aule e il cortile e ripensando al ragazzo biondo (Niall, giusto?) che si era dimostrato tanto gentile e disponibile con lui.

Poi ad un tratto ricordò la conversazione con Louis prima di salire in macchina;
"Devo passare comunque da casa" aveva detto, ma dopo averlo portato lì se ne era andato senza nemmeno scendere dall'auto.
Ma che davolo...?
Non aveva bisogno di prendere qualcosa e di cambiarsi?
Che avesse cambiato idea lungo il tragitto?

"Harry, caro, com'è andato il primo giorno di scuola?"
Il riccio scattò sentendo una voce provenire dal salotto, poi lo vide: era Mark.

"Oh sì, è andato tutto bene. Lottie è da una sua amica, ha detto che tornerà per cena"
"Sì, mi ha chiamata prima per avvisarmi non ti preoccupare. Sei... era davvero mio figlio quello che ti ha dato un passaggio a casa?"
"Sì, perché?" e Harry non capiva il motivo di quella domanda.

"Oh no, nulla. Stavo solo... lascia perdere. Ti ha detto dove andava?"
"In realtà no, ha detto solo che sarebbe stato fuori per la notte e che non tornerà per cena. In realtà mi ha detto che doveva tornare a casa per cambiarsi e prendere qualcosa, ma non è sceso dall'auto"
"Questo è strano"
"Avrà cambiato idea durante il tragitto"
"No, non quello. E' che di solito non passa mai da casa dopo scuola"
E...cosa?

"Oh"
"Già, ma tranquillo. Mio figlio è... imprevedibile, diciamo così. Non lasciarti intimorire però, Louis è un cielo in tempesta ma sono certo che, sotto sotto, c'è il Sole dentro di lui"
"Io... credo che tu abbia ragione. Lottie mi ha detto di stargli lontano, però"
"La vita è la tua, Harry, devi decidere tu cosa vuoi fare e chi vuoi avere intorno. Ascolta sempre il tuo cuore, non sbaglierai mai"
"All'inizio volevo seguire il suo consiglio, ma oggi non mi è sembrato così cattivo"
"Non lo è, solo che... gli è successo qualcosa, ne sono sicuro, ma come tutti gli adolescenti si rifiuta di parlare con noi e non si vuole aprire. E' un mare in tempesta, sta a te decidere se ancorarti al sicuro in qualche porto o affrontare la marea e sentirti vivo. E chi lo dice che magari, prima o poi, la burrasca non si calmerà?"

"Stai dicendo che potrei cambiarlo?"
"In altre parole...ma sì. Non speriamo in un miracolo, ragazzo, non ti sto nemmeno chiedendo di farlo se non te la senti. Solo... vi ho visti qui fuori, in auto, e mi sembrava... diverso. Era in silenzio come sempre, ma mi sembrava un silenzio pieno di tranquillità"
"Io... credo di sì"
"Ad ogni modo, non voglio trattenerti troppo. Vai pure a riposarti, devi essere stanco"
"Moltissimo. Grazie della chiacchierata Mark"
"Grazie a te Harry".

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Dopo che ebbe controllato per la sesta volta che la porta del bagno fosse chiusa a chiave, nonostante il castano non fosse in casa, finalmente il riccio si decise a spogliarsi e ad entrare in doccia lasciando che l'acqua calda sciogliesse la tensione e lavasse via la stanchezza.

Rimase lì dentro abbastanza a lungo da perdere la cognizione del tempo e lo capì quando sentì la porta di casa aprirsi e la voce di Lottie risuonare in tutta la casa.

Uscì dalla doccia e indossò un semplice paio di pantaloncini bianchi dell'Adidas e una maglietta nera a maniche corte, poi uscì dal bagno lasciando che il vapore svanisse lentamente dallo specchio e dall'enorme finestra.

"Harry, sei arrivato a casa senza perderti!"
"Si uhm... a dire la verità mi ha dato un passaggio tuo fratello"
"Mio fratello? Sei sicuro fosse lui?" disse lei con una faccia tra il sorpreso e lo sconvolto.

"Sì, Lottie, sono abbastanza certo che fosse lui" rispose il riccio ridendo.
"Ma che... oh. Comunque, com'è andato il primo giorno?"
"Molto bene, ho conosciuto un ragazzo che segue il mio stesso corso e sembra molto simpatico"
"Come si chiama?"
"Niall, è irlandese"
"Ommiodio, Niall!"
"Lo conosci?"
"Scherzi? E' il mio migliore amico!"
"Davvero? Questo devo ammettere che non me lo aspettavo"
"Devo uscire con lui domani dopo la scuola, vuoi unirti a noi?"
"Mi piacerebbe, se vi va"
"Certo! Vedrai, diventerete buoni amici" disse lei fiduciosa, con una nuova luce negli occhi.

"Bene, ora che vuoi fare?"
"Mhh, non so. Monopoly?"
"Certo, ma Parco della Vittoria è mio!"
"Non ci provare! E' mio!"

E così i due corsero nella camera della ragazza in una disperata lotta per accaparrarsi le proprietà migliori.

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"Ragazzi, è pronta la cena!" Jay urlò dalla cucina.
"Lottie, lascia perdere, tanto ho vinto io!"
"Non è detto"
"Sei in debito di tre alberghi, come vogliamo metterla?"
"Uffa, e va bene. Ma voglio una rivincita il prima possibile"
"Affare fatto"
"Bene, andiamo a mangiare ora, sto morendo di fame"
"Anche io" disse il riccio, e insieme di avviarono al piano di sotto.

"Lottie, Harry, eccovi!
"Jay, ciao. Com'è andata a lavoro?"
"Oh caro, questi turni sono molto stancanti, ma amo il mio lavoro. E tu come stai?"
"Molto bene, ho scoperto che un ragazzo che ho conosciuto oggi è il migliore amico di Lottie"
"Niall? L'irlandese"
"Sì! Domani devo uscire con lui e ho chiesto ad Harry se vuole venire con noi"
"Sono felice che tu stia facendo amicizia tesoro"
"Anche io, molto. Non me lo sarei mai aspettato"
"A quanto pare oggi è stata una giornata imprevedibile un po' per tutti" disse Mark facendogli un occhiolino, Harry abbassò lo sguardo e rise appena.

"Che cosa state dicendo voi due?"
"Nulla cara, non ti preoccupare. Cose da uomini, vero Harry?"
"Verissimo"
"Questa cosa mi puzza mamma, non mi fido"
"Nemmeno io Lots. Amore, porta sulla cattiva strada Harry e chiedo il divorzio"
"Mi ringrazierete tutti, prima o poi. Fidatevi di me"
"Oh, ora si che sono tranquilla papà, grazie" disse provocando una fragorosa risata generale.

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Il resto della cena passò tra risate e chiacchiere su com'erano andate le loro giornate e, per tutto il tempo, Harry non poté fare a meno di guardare l'unica sedia vuota e fredda nell' angolo.

the starry night over new york| lxuistmlnsn Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora