Iniziai a camminare ancora incredula per il corridoio del secondo piano dell'albergo. Mi ripetevo nella testa che era solo un sogno, un brutto sogno, ma era evidente che non era così.
Appoggiai la valigia destra per terra e con la mano presi la chiave dell'appartamento che avevo in tasca. Non doveva essere molto lontano però ci avrei messo un eternità da sola. Harold era stato così gentile da avermi liquidata dicendomi che doveva andare a fare delle compere con i suoi amichetti, certo come no; se mi avesse chiesto pure di portargli su le valige li avrei risposto sputandogli in un occhio seriamente. Ma in fondo il fatto che mi cercasse di evitare era un buon segno.
Eccola davanti a me, era il numero 145. Posai le valige fuori ed entrai lentamente. Subito vidi un meraviglioso letto a due piazze davanti a me. La cosa era davvero deprimente. Il letto era coperto da un piumone ricamato a mano che rendeva la cosa ancora più triste di quanto non lo fosse già. Poi mi accorsi di due finestre che affiancavano il grosso materasso. Mi precipitai a vedere fuori; si affacciavano su un campo innevato di calcio e un giardino probabilmente appartenente all'albergo; il cielo era limpido e non troppo lontano si potevano notare le montagne ricoperte di neve. L'aria fresca che tirava mi fece dimenticare di quello che avrei dovuto passare durante la mia presenza in quella stanza. Per dimenticarmi ancora di più, senza pensarci due volte, mi buttai sul letto di peso morto e poi mi misi a fissare il tetto. Rimasi per qualche minuto senza pensare a niente in quella posizione comoda e rilassante dopo tutto il viaggio. Poi con lo sguardo furbetto mi girai verso destra dove vidi una porticina del bagno con un armadio e poi, girando lo sguardo a sinistra, vidi solo un armadietto con un comodino.
"È no, l'armadio con il bagno è mio!" Dissi scendendo giù dal letto. Oramai mi ero dimenticata proprio tutto cercando di ragionare con leggerezza. Così mi precipitai a prendere le valige che avevo lasciato fuori chiudendo la porta e iniziai a disfarle e mettere il contenuto nell'armadio. Adesso la mia preoccupazione era quello, dovevo fare solo la mia parte di brava conquilina pensando a me stessa e quelle due settimane sarebbero potute passare velocemnete, ma non sarebbe stato per niente semplice, anzi.
Ad un tratto sentii in lontananza, per quanto mi ero concentrata a mettere tutto in ordine, una voce mezza rauca e calda sull'uscio della porta. Ero troppo indaffarata a mettere apposto per occuparmene e poi non avevo affatto voglia di sentire altre critiche.
"Vedo che hai fatto come se stessi a casa tua senza neppure consultarmi!" disse .
" si,si , ecco, quello è il tuo armadio e non rompermi!" Dissi indicandogli l'armadio dietro di me senza neppure vederlo in faccia, continuavo a fare quello che avevo cominciato da mezz'ora.
"Okay, Okay, come vuoi te, ora metto la mia roba a posto!" disse. Strano non avrei mai pensato che avrebbe obbedito senza contraddirmi. C'era qualcosa che non mi quadrava nel suo comportamento, di solito ci prendavamo sempre a parolacce o piuttosto non andavamo quasi mai d'accordo, come mai? La cosa mi fece pensare, forse aveva qualcosa in mente. Ma cosa? Continuai a ordinare le mie cose silenziosamente senza girarmi a vedere cosa stesse facendo; forse veramente aveva deciso di fare il bravo per rendere le cose più facili a tutti e due.
Di certo tutti i miei pensieri sul suo strano cambiamento di umore e di comportamento erano sbagliati. Appena mi rigirai una volta che avevo finito vidi lui sdraiato sul letto con le mani dietro la nuca .Tutte le valige erano aperte e i vestiti sparpagliati su tutta la camera; sembrava la terza guerra mondiale. La cosa che mi sorprese ancora di più era che aveva fatto tutto molto silenziosamente. Allora mi scaldai e mi girai a fissarlo. Cosa aveva fatto tutto questo tempo? Pensava davvero che gli avrei fatto tenere quel disordine?
" E tu questo lo chiami ordine?" dissi mettendomi le mani sui fianchi. Mi era difficile fare la seria.
"Non ho tempo da perdere!" disse voltando lentamente lo sguardo verso di me.
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Teenage Dream I
RomanceA quel punto sia Emma che lui si lanciarono uno sguardo da compiaciuti, era ovvio: avrebbero dormito insieme! Da quel poco che avevo sentito e capito.La prof. continuava a camminare verso l'albergo, probabilmente si era accorta della complicità tra...