thirty six

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Sto ancora stringendo Louis quando il sole inizia a tramontare. E’ inverno e da quello che presumo potrebbero essere le cinque.
 


Nell’ora passata mi detti la premura di accarezzare Louis e ad assicurarmi che non fosse scomodo.

Ogni piccolo sussulto, ogni piccolo spostamento mi rendeva sempre più cosciente della piccola creatura che tenevo tra le mie braccia.

Ogni leggero singhiozzo trattenuto malamente, ogni lamento smorzato dal tessuto della mia maglia che Louis teneva ancora stretta tra le mani come ne dipendesse la sua salvezza mi ricordava il presente chiaro e crudo.

Il calore che emanava il suo corpo, le piccole chiazze rosse che coloravano le sue ginocchia, probabilmente doloranti da dio solo quanto tempo passato a terra, mi ricordavano della vita fragile che tenevo stretto al mio petto. Il suo respiro che, dopo diversi minuti si stabilizzò, mi coccolava nel pensiero che Louis fosse vivo.
 
Mi diedi il permesso di sbirciare le scritte sui fogli sparsi a casaccio sotto di noi.

Lottie stavo pensando che per le vacanze di Natale possa venire da te, magari potremmo parlare e… continuava occupando tutto lo spazio bianco ma mi fermai e spostai lo sguardo su un altro foglio.

Lottie forse potremmo andare a trovare la mamma, so che non vuoi parlarmi ma farebbe le piacere, e anche a me… Era la scritta di Louis, erano lettere.

Mi obbligai a spostare lo sguardo su un altro foglio ancora, non sembrava neanche fosse lui a scriverle, il tono che usava sembrava così gentile e dolce.

Perfavore potresti almeno aprirle? Ho bisogno di qualcuno, papà sta esagerando in questi giorni forse potrei venire da te per qualche tempo? Non disturberò ma..

Mi costrinsi a smettere, se Louis avesse voluto aprirsi con me lo avrebbe fatto, non avrei più curiosato nelle sue cose anche se la curiosità mi stava divorando.
 
Passai superficialmente le dita sul suo braccio che, alzato, andava ancora a toccare la pelle del mio collo. Sentii sotto i miei polpastrelli la pelle d’oca che gli invadeva le braccia e d’istinto lo tirai ancora più stretto a me.

Non lasciarmi non lasciarmi.

Doveva avere freddo e il pavimento di marmo non aiutava affatto.
 
<< Louis >> mormorai scostando di poco i suoi capelli ancora umidi che gli coprivano la fronte imperlata da piccole goccioline di sudore.

<< Vuoi che ti porti a letto? >> bisbigliai contro la mia volontà e stringendogli un po’ il braccio, non avevo assolutamente intenzione di lasciare il corpo di Louis adesso che sapevo che sarebbe potuto scomparire da un momento all’altro.
 
Ci fu un momento di silenzio e pensai si fosse addormentato senza che io me ne accorgessi. Un minimo movimento della testa che assomigliò a un “si” mi diede il via libera.

Provai ad alzarmi senza dare troppo disturbo a Louis e con mia spiacevole sorpresa il suo corpicino mi risultò alquanto leggero da tirar su. Appena avrei avuto tempo gli avrei sicuramente preparato qualcosa da mangiare anche al costo di risultare assillante.
 
Mi avvicinai al suo letto sfatto e scontrai le mie ginocchia al bordo rischiando di cadere in avanti sopra di Louis.
Mi piegai lentamente godendomi gli ultimi momenti del suo piacevole calore. Inspirai il suo profumo un’ultima volta cercando di non darlo a vedere e mi sporsi in avanti porgendo il ragazzo alle, speravo calde, coperte scure.

La mia ricerca di equilibrio durò pochi secondi perché proprio nel momento in cui la schiena di Louis toccò il materasso il suo corpo si irrigidì e le sue mani si strinserò di più a me quando lui si tirò in su, cercandomi e seppellendo la sua faccia nel mio petto. Sgranai gli occhi e mi riportai diritto poggiando un ginocchio sul bordo del letto vuoto.
 
<< io->> mormorò sul mio petto.
<< penso- ecco penso di aver bisogno di una doccia>> si passò una mano sul viso imbarazzato.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 24, 2021 ⏰

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Lasciati Accarezzare // Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora