"Marcel!".
Harry incede a passo svelto lungo il corridoio della scuola diretto alla lezione di Chimica, la testa bassa e le spalle leggermente incurvate più per il fatto che è troppo alto per la sua età che per l'effettivo peso dello zaino.
"Marcel!".
La campana è suonata da tre minuti buoni e lui ha perso tempo a cercare il manuale di Chimica nell'armadietto - sepolto sotto libri di Biologia, Matematica, quaderni con appunti, schizzi, abbozzi di poesie - perciò copre correndo la distanza che lo separa dall'aula.
"Marcel, che diamine!".Sulla soglia della porta, Harry si sente afferrare per un braccio e si morde la lingua per non imprecare. I suoi gli hanno insegnato che non è educato e sono sempre stati molto severi a riguardo.
"Li hai fatti i compiti di matematica?", domanda colui che lo ha poco gentilmente strattonato, impedendogli di entrare in classe e rubandogli tempo prezioso.
Harry si aggiusta gli occhiali che gli sono scivolati sul naso. Improvvisamente ha le mani sudate e deve fare uno sforzo affinché la voce non gli esca sotto forma di un miagolio indistinto.
"Certo che li ho fatti".
Il ragazzo di fronte a lui sbatte le sue lunghe ciglia da bravo affabulatore quale è.
"Me li passi?".
Harry deglutisce il groppo che ha in gola. Perché Louis Tomlinson, capitano della squadra di calcio, studente modello, ragazzo più desiderato della scuola e – questo probabilmente dovrebbe stare in cima alla lista – combinaguai di prima categoria, che gli ha rivolto la parola sì e no tre volte in sette anni, vuole i suoi compiti?
"Non li hai fatti?".
Louis incrocia le braccia sul petto.
"Mi pare ovvio di no se li sto chiedendo a te".
Harry non è abituato a essere scortese e neanche a negare un favore a chicchessia, però tentenna.
"Coraggio, Marcel, non lo scoprirà nessuno", insiste Louis con un sussurro, come se stessero complottando chissà quale crimine.
"Ok", cede Harry, togliendosi lo zaino dalle spalle e cominciando a cercare il quaderno di matematica. Lui e Louis non sono amici, l'altro ragazzo non sa neanche quale sia il suo vero nome, però Harry non ha altra scelta. Passa spesso i compiti ai suoi compagni di classe e non ha una scusa plausibile per rifiutarli proprio a lui, adesso.
"Perfetto", replica Louis quando Harry gli passa il quaderno. "Ci vediamo a Matematica!".Harry rimane imbambolato a fissare la schiena dell'altro ragazzo, che si allontana sicuro di sé verso la parte opposta del corridoio.
Louis non si è quasi mai fatto trovare impreparato in questi anni, Harry lo sa perché lo ha osservato, sa che è uno degli studenti migliori della scuola, tutti gli insegnanti lo amano nonostante la sua lingua lunga e la sua faccia tosta e sono pronti a perdonargli qualsiasi cosa, perché lui è Louis Tomlinson, uno che conquista tutti con un sorriso e una battuta sarcastica. Per questo qualcosa non torna, ma lui non ha tempo di scervellarsi sulla questione. Infatti, scrolla le spalle ed entra in classe, mormorando una scusa per il ritardo al professore – non sarà Louis ma si è guadagnato un occhio di riguardo da parte degli insegnanti per il suo stacanovismo e il suo quasi maniacale rispetto delle regole – e si siede accanto al suo migliore amico.
"Dove diavolo eri finito?", bisbiglia Zayn, la testa sepolta tra le braccia.
Harry risponde senza staccare gli occhi dalla lavagna.
"Louis mi ha chiesto i compiti di matematica".
Anche senza guardarlo in faccia Harry sa che Zayn ha gli occhi sgranati.
"Tomlinson? Ha chiesto i compiti a te?".
Il riccio giocherella con la matita.
"Tutti chiedono i compiti a me".
Zayn si mette dritto sulla sedia.
"Louis Tomlinson non è tutti", replica accoratamente. "Sei sicuro che non sia una specie di scherzo?".
Harry si sistema gli occhiali sul naso per l'ennesima volta. Anche solo parlare di Louis lo mette in agitazione.
"Che genere di scherzo potrebbe architettare col mio quaderno di matematica?", domanda, incredulo.
In qualsiasi altra situazione, Harry sarebbe la vittima principale degli scherzi e delle cattiverie di gran parte della scuola. Tuttavia, in questa situazione - quella cioè dove si ritrova per caso o per un colpo di fortuna a essere il migliore amico di Zayn Malik – ha una sorta di immunità, che gli ha risparmiato anni di angherie e prese in giro. Certo, molti studenti gli parlano alle spalle, altri hanno l'ardire di ridergli in faccia, la maggior parte lo ignora, però nessuno si sognerebbe mai di mettergli una mano addosso pur di non vedersela con Zayn. Questi emana un'aura di superiorità e intimidazione – coi suoi giubbotti di pelle, gli anfibi, l'immancabile sigaretta dietro l'orecchio - che gli ha fatto guadagnare il rispetto di tutta la scuola. Poco importa se la protezione di Zayn raramente si estende al di fuori dell'orario scolastico, Harry raramente ha una vita sociale al di fuori dell'orario scolastico.
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Every time-(larry stylinson)
Fanfiction"Cos'è un Marcel?", domanda, non tanto sicuro di volerlo sapere. Louis si gratta il mento. "Un Marcel è uno che si veste come il mio bisnonno, usa talmente tanto gel da fare invidia al cast di Grease, indossa occhiali tre volte la sua faccia e non t...