Capitolo 1

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Ciao a tutti! Se mi seguite su "My kind of drug" eccovi la sorpresa di cui vi ho parlato ieri: una nuova (breve) fanfiction!

Tre capitoli: pubblicherò oggi, giovedì e sabato.

Non l'ho mai detto nelle note di "My kind of drug", ma in contemporanea con la pubblicazione qui su Wattpad in italiano la sto condividendo su un'altra piattaforma, ma in inglese (volevo allenare un po' la lingua). Long story short, tra i commenti ho ricevuto un prompt: una ragazza mi chiedeva se avessi potuto scrivere qualcosa in cui fossero coinvolti Lando Norris e l'asma. Non potendo accontentarla con un capitolo di quella storia (perchè è già interamente scritta) avrei voluto fare una one-shot, ma la cosa è sfuggita di mano. Ed eccoci qua.

Sarà una storiella leggera, ma a me ha divertito parecchio scriverla, come spero piacerà a voi leggerla :)

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Ospedale di Bristol, Aprile 2013

Ho sempre odiato i ritardatari. Da sempre nella mia breve vita. Perchè se io faccio di tutto per arrivare puntuale ad un orario concordato (tipo usare una linea della metro e due autobus), non vedo perchè gli altri debbano mandare a monte tutto.

18 minuti di ritardo. Sbuffo. Almeno dopo la visita potrò tornare a casa con mamma. Ringrazio di essermi ricordata il mio nuovo iPod Nano di colore viola, almeno avrò un po' di compagnia.

Mi sfilo gli auricolari non appena vedo aprirsi la porta di fronte a me, un'infermiera indica le sedie libere al mio fianco "Tu puoi accomodarti qui in attesa che vengano a prenderti. Emma." Mi alzo speranzosa che sia finalmente arrivato il momento della mia visita. "Il dottor Connors è stato chiamato per un'urgenza, arriverà tra un quarto d'ora al massimo. Mi ha detto di porgerti le sue scuse."

"Non è un problema, aspetterò." All'esterno riesco comunque a essere cordiale, ma dentro di me sbuffo ancora una volta. La porta si richiude e io mi butto nuovamente sulla sedia di plastica che mi ha ospitato finora.

Estraggo il mio cellulare dallo zainetto per ingannare il tempo, mentre il ragazzo appena uscito dalla porta si accomoda alla mia sinistra, ad una sedia di distanza. Con la coda dell'occhio valuto che debba avere più o meno la mia età.

Lo sento parlare velocemente al suo telefonino "Sì, ho appena fatto. Ti aspetto qui, va bene." Sbuffa leggermente chiudendo la chiamata. "Anche tu qui per un certificato?"

Ci metto qualche secondo a capire che sta parlando con me. Mi osservo rapidamente attorno, ma siamo i soli nel corridoio. "No, insomma più o meno. Una visita di controllo." Non mi va molto di raccontare le mie peripezie mediche ad un completo estraneo.

"Asma immagino." Non è una domanda, è una constatazione.

"Come hai fatto a indovinare?" Domando incuriosita.

"Ti spunta lo spray dalla tasca della giacca." Effettivamente ha ragione. "Lo usavo pure io fino ad un anno fa."

Istintivamente caccio la bomboletta bianca e verde in fondo alla tasca della mia giacca. Adesso che abbiamo iniziato a parlare, posso osservare il mio interlocutore direttamente. Ha il viso tondo, porta i capelli scuri tagliati corti e ha le orecchie leggermente sporgenti. "Adesso non lo usi più?" E' passato qualche secondo dalla sua risposta, ma avevo voglia di saperlo.

"No, non ne ho più bisogno. Te l'avranno detto che spesso l'asma migliora crescendo."

Sì, me l'avevano detto. E da quando lo sapevo non avevo smesso di sperare che capitasse anche a me. I pollini del mese scorso evidentemente non erano stati d'accordo, e avevano pensato bene di farmi venire un attacco durante un'ora di lezione di educazione fisica. Ero crollata a terra durante una partita a pallavolo in cortile, i polmoni in fiamme alla disperata ricerca di aria. Per questo avevo dovuto fare avanti e indietro dall'ospedale nelle ultime 3 settimane, ricalibrare tutta la terapia era una vera seccatura. Ma andava fatto. E comunque non c'era bisogno che il mio interlocutore lo sapesse.

Breathless - Senza fiato // Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora