Capitolo 27

542 20 1
                                    

April 's Pov

"Che hai?" Le chiedo accarezzandole la nuca, lei storce un po' il naso ma poi sorride.

"Nulla." Fa una piccola smorfia tirata con le labbra e si libera dalla mia presa.

"Non sai mentire sai?" Allungo la mano sul suo braccio attirandola di nuovo a me. "Che vuoi chiedermi?" Comincio a lasciare dei piccoli baci sul collo.

"Che avevate di così importante da dirvi che ti ha fatto fare tardi?" Deglutisce e ciò mi fa bloccare, in modo tale da non distrarla.

"Nulla, abbiamo parlato del più e del meno. Abbiamo fatto conoscenza; la scuola che frequenta, se sono solo loro due eccetera." Le sorrido, lei inumidisce le sue labbra per poi intrappolare il suo labbro inferiore tra i denti.

"Va bene." Sorride finalmente. "Adesso mangiamo, sono già le 6 e mezza e tu devi andare a prepararti per la scuola." Mi bacia castamente e prende la busta con i cornetti. Cominciamo a mangiare e nel mentre ridiamo e scherziamo parlando del sogno strano che ha fatto stanotte.

"Come hai dormito?" Le chiedo mangiando l'ultimo pezzo di cornetto.

"Magnificamente." 

"Non mi stai mentendo?"

"Hai detto che non so mentire quindi no, non sto mentendo." Alza le sopracciglia. "Sei sporca qui." E indica con l'indice una parte vicino alla sua bocca.

"Qua?" Caccio la lingua cercando di pulirmi.

"No stupida, qua." Allunga la mano pulendomi con il pollice. "Fatto." Prima di togliere la mano, accarezza le mie labbra.

"Devo andare ora." Le bacio il pollice e mi alzo dal letto. Lei fa il labbruccio con tanto di occhi da cane bastonato.

"Uff, vero. Hai chiamato un taxi?" Mi domanda mentre si alza.

"Non ancora, ora lo faccio." Prendo il telefono e cerco il numero di un taxi. Quando lo trovo inoltro la chiamata e mentre attendo Kendall comincia a lasciare caldi baci sul mio collo, mordendolo di tanto in tanto. Il tassista risponde ma talmente presa dall'ecstasy non rispondo subito. La sento sorridere sulla mia pelle per poi staccarsi così da poter dare le indicazioni giuste. Attacco il telefono e mi giro verso di lei, che sta seduta sul letto con le gambe penzolanti.

"Ci hai messo un po' per dare delle semplici indicazioni." Mi prende in giro.

"Sei una stronza, ecco cosa sei." Mi avvicino posizionandomi fra le sue gambe. "Mi vendicherò." Assottiglio lo sguardo e lei ride.

"Dovrei avere paura?" Si lecca le labbra guardando le mie labbra.

"Si." Avvicino il mio viso al suo e quando sta per baciarmi, giro la faccia facendo scontrare le sue labbra contro la mia guancia. Comincio a lasciarle dei piccoli baci sugli zigomi e piano piano mi dirigo verso il suo collo, lasciandole vari succhiotti che vanno a far compagnia a quelli di ieri sera. Le sue mani sono salde sui miei fianchi e ciò provoca in me miliardi di farfalle nello stomaco.

"Dovresti andare April, veramente." Prova a staccarsi ma quando indietreggia la fermo mordendole un po' più forte il collo. "Stronza." Impreca.

"Ora posso andare." Scocco un ultimo bacio sul suo collo rosso, ormai, e raccolgo le mie cose. Sto per aprire la porta ma lei mi ferma e prima che io possa dire o fare qualcosa, le sue labbra sono sulle mie, che si muovono delicatamente ma allo stesso tempo sono decise e passionali.

"Ora puoi." Sussurra staccandosi.

"Appena arrivo a casa ti mando un messaggio." Sorrido e lei fa lo stesso annuendo. Apro la porta e me ne vado.

L'amore oltre la malattiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora