.Capitolo 33.

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Mi resi conto in quei 15 minuti che anche Lawrence non aveva chiuso con il suo passato, anche se non aveva mai fatto trapelare nulla: si era come ghiacciato, immobilizzandosi senza emettere un fiato e a malapena si riuscivano a vedere le spalle alzarsi e abbassarsi sotto al suo respiro. Questo mi aveva fatto capire che più che violenza fisica, lui aveva affrontato un abuso psicologico. Era come se stesse cercando di sparire, rimandendo il più fermo e zitto possibile, sperando che io mi dimenticassi di lui e lo lasciassi andare.

Non me ne aveva mai parlato di cosa effettivamente era stato costretto a subire, sapevo solo che la famiglia del biondo era una famiglia difficile, e molto più permissiva e amorevole nei confronti di suo fratello e questo mi fa immaginare quale carico psicologico e di responsabilità lui si sia dovuto portare sulle spalle, ma anche la solitudine e la mancanza di amore e incoraggiamenti.
Non a caso, ora che può, è spensierato, con la testa tra le nuvole e un pò irresponsabile, vuole solo vivere quello che non ha vissuto, anche se è l'estremo opposto, e quando io gli do affetto o lo lodo, se li gode fino all'ultimo piccolo crecco.

Ripensai a cosa mi aveva detto Agnese, ora il mio ruolo era fondamentale per delineare con forza la linea tra quel passato pieno di abusi, e un presente fatto di amore, affetto, guida e qualche punizione e sgridata per delle scelte sbagliate. <<Lawrence...>> lo chiamai, finiti i 15 minuti. Il ragazzo sussultò, e non si mosse dall'angolo, forse timoroso e spaventato da me, dato che era la prima volta che impuntavo, non dandogliela vinta.
Cercai di addolcire la voce, chiamandolo a me:<< Lawrence, il tempo è finito, vieni qui....>> ma niente, il biondo rimase impassibile, e sapevo che non lo stava facendo per sfidarmi o simili, era semplicemente terrorizzato.

Ridacchiai, cercando di smorzare quella tensione:<< non sono un tirannosauro, anche se non ti muovi e non fai rumore, ti vedo lo stesso! Su cucciolo, vieni qui, non ti faccio niente...>> dissi, alzandomi in piedi e allungando la mano verso di lui, incoraggiandolo. Volevo lasciargli i suoi spazi, doveva capire che non doveva aver paura che gli facessi altro male, se non quello che si era meritato.

Finalmente Lawrence si girò verso di me, ma indietreggiò, chiudendosi con le spalle nell'angolino, cercando protezione. Per un attimo ebbi paura di aver esagerato e aver fatto un casino (anche perchè avrei ucciso Agnese per avermi consigliato ste stupidaggini), ma non mi scoraggiai subito:<< cucciolo, su. Non è successo niente, solo un paio di capricci, dei quali hai pagato le conseguenze. Non sono arrabbiato con te e ho nessun motivo per farti del male o simili... anzi ora che sei più calmo, possiamo parlare, e magari ti coccolo anche un pò, che è da tanto che non ti tengo un pò tra le braccia...>> dissi, dolcemente, facendo un passo avanti.

Il ragazzo stava per venirmi incontro, prima di fermarsi improvvisamente:<<n-no... le...le cose che ho combinato questo mese....tu...>> cercò di mettere una parola dietro l'altra, ma era intimorito. Ci misi un pò a capire a cosa si riferisse, ma presto intesi cosa lo spaventasse così tanto:<< Law, te lo giuro, non ti faccio niente. Ecco perchè voglio parlare.... mi hai detto che, secondo te, non hai fatto nulla di male in questo mese, io sinceramente la penso diversamente e vorrei affrontare questo discorso insieme a te. Perchè non ci mettiamo lì sul divano, prendendo le varie cose una per una e cercando di capire insieme perchè sono o non sono cose sbagliate? Magari potrei averle giudicate male.... magari volevi farmi capire cosa provavi o sentivi e non sapevi come farmelo capire, e ho frainteso....>> dissi, cercando di fargli capire il quadro per intero, ma soprattutto di fargli capire che le aveva prese perchè mi aveva risposto male e mandato a quel paese più e più volte, e che non avevo motivo di rimetterci mano.

Lawrence mi guardò un pò di sottecchi, cercando di capire quel mio comportamento, per lui strano e alieno:<< quindi non sei arrabbiato con me per quello che ho fatto in queste settimane? Allora perchè...>> disse, toccando leggermente il lato della coscia, riferendosi alle sberle che si era preso.
<<certo che no! Un pò scocciato dato che mi hai fatto ammattire, oltre ad avermi mandato a quel paese svariate volte, ma ne voglio parlare sia per capire cosa c'è che non va, sia per mettere in chiaro quali comportamenti sono sbagliati. E per prima....>> presi un respiro profondo, prima di parlare:<<... sapevo che non mi avresti ascoltato... e io non parlo tanto per dare aria alla bocca Law, ma perchè ci tengo, tantissimo, a te e a Marcus. Ho passato 4 settimane a vedervi andare allo sbaraglio in molto modi, e non posso permettervi di buttare via la vostra vita così...... lo capisco che dopo quello che avete passato volete "godervela" ma non è questo il modo. Era... era ora che io mi prenda questa responsabilità, voglio esserci, sia per fermarvi dal fare cazzate e continuare a crescere male, sia per essere il primo a lasciarvi liberi di godervi quello che vi è mancato>>

Io non so ancora come mi escono 'sti discorsi.... mah, sarò stato impossessato da Omero...
Il biondo mi guardò attentemante, ancora cercando la quadra, così sospirai, e applicai un altro dei metodi di Agnese:<< su Law, le hai prese perchè te le sei meritate, e mi sembra di averti avvisato almeno 8 volte prima di passare alle cattive: mi hai risposto male, in modo volare tra l'altro, e nonostante io cercassi di parlarne civilmente, tu ti eri impuntato che non volevi saperne. Quello che ho fatto è una conseguenza delle TUE azioni signorino.... anche perchè fai i capricci come un bambino, e io ti sculaccio come tale!>> dissi, incrociando le braccia e facendo arrossire il ragazzo fino alla punta del codino.
Dovevo dirgli le cose come stavano, dandogli una spiegazione concreta, per fargli anche capire che non avevo modo di sculacciarlo ulteriormente.

Sorrisi e aprii le mie braccia invitandolo, non c'era nulla da temere, e doveva capirlo da solo. Lawrence mi guardò un altro pò storto, stava mettendo un pezzo dopo l'altro, ma alla fine, mi corse incontro, buttandosi tra le mie braccia. Lo strinsi a me, lasciando che trovasse il suo posto nel mio petto, ma dopo un pochino, il ragazzo mi mise le braccia intorno al collo, saltellando sul posto per farsi prendere.
Scoppiai a ridere e lo presi in braccio, abbracciandolo stretto per dargli quel calore e quella protezione che lui, invano, aveva cercato nel muro. Mi sedetti con lui sul divano, iniziando ad accarezzargli la testa e la schiena, cercando di farlo rilassare.

<<va tutto bene vedi? Sarai o no il mio cucciolo monello?>> mi ritrovai a sussurrargli, godendomi i suoi risolini e come cercasse di nascondere il viso nell'incavo del mio collo, mentre il neurone senziente mi prendeva per scemo. Dopo una decina di minuti in coccole, Lawrence si era completamente steso in braccio a me, come piaceva stare a lui, e mi toccava con una mano la barba: era un piccolo vizio che gli era rimasto dalle prime coccole, ma era sinonimo che il ragazzo era rilassato, e sinceramente a me non dispiaceva sentirlo tranquillo. Talvolta, quando mi passava la mano vicino alla bocca, cercavo di baciarla, in una gara di velocità che lo faceva ridacchiare.

<<pronto per questa chiaccherata? Te lo prometto, non ci saranno conseguenze, voglio solo farti capire quali di queste azioni potrebbero comportarle in un futuro...>> dissi, sottointendendo che d'ora in avanti, partiranno le punizioni. Lawrence sospirò, e annuì, tirandosi su a sedere dalla sua posizione sdraiata. Gli baciai la fronte, lodandolo e cercando di incoraggiare ogni comportamento giusto, soprattutto ora che mi stavo imponendo come figura autoritaria.
Durante la chiaccherata mi resi conto che il biondo era semplicemente una peste, senza mezzi termini. Sapeva perfettamente che quello che aveva fatto era sbagliato, dall'università agli scherzi, e lo aveva pure fatto apposta. Mi trattenni, scoprendo questo, dal metterlo subito sulle mie ginocchia per dargli un lezione, giocando il bonus della "prima volta" e lasciandolo andare con un ammonimento, e una patacca non troppo leggera sulla parte alta della coscia.

<<Sei tremendo... ma non è che lo hai fatto per attirare la mia attenzione? Magicamente sei diventato più monello del solito, proprio dopo che io e Marcus ci siamo avvicinati...>> dissi, cercando di fargli sputare il rospo.
Il biondo brontolò, rintandosi nel mio petto cercando di scappare, ma un attacco di solletico sviò le sue intenzioni di fuga.
Non lo pressai a parole, più cercando con coccole e giochi di fargli capire che non doveva aver paura di parlarmi, soprattutto su queste cose e alla fine ci riuscii:<< un pochino..sì.... insomma, prima questo...rapporto speciale era solo tra me e te, mi ha dato un pò fastidio che ci sia entrato anche lui, cioè sono contento ma... insomma ti ha trattato di merda, tra poco anche picchiandoti... non è giusto... non se lo merita...>> cercò di mettere una parola dietro l'altra, senza successo. Era arrabbiato, si sentiva.
<<avete litigato e vi siete tirati dietro qualsiasi tipo d'insulto vero? E sono certo pure qualcosa che riguarda me e il fatto che mi occupo di voi un pò come un mentore, vero?>> domandai con fare inquisitorio, ma sorridendo. (No, non mi scapperà di dire padre davanti a uno di loro due, non adesso almeno)

Lawrence si limitò ad annuire, sospirando.
Lo sapevo... mi sembrava strano quei due fossero così distraccati di recente, con il biondo che stava in galleria a farsi gli affari suoi e Marcus che usciva e rientrava a orari folli.
<<cos'è successo?>> domandai.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, ma decise di parlarmene:<< sai, prima che arrivassi tu, soprattutto dopo...oggi... io e Macu ci dovevamo un pò arrangiare.... insomma, credo tu lo abbia dedotto... però anche da un altro punto di vista.... mettiamola così, prima mi sono spaventato perchè non mi sarei mai aspettato che tu mi punissi, soprattutto usando le mani. Ma... non è la prima volta che le prendo perchè ho fatto delle cazzate...e non sto parlando dei miei genitori...>> mi rivelò.

Cosa? Ho capito bene?

Saudade: &quot;L'amore che resta&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora