.RESTIAMO QUI.

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"Come ti senti in questi giorni?"

Fece scivolare le suole dei sandali sull'erba e distese le gambe guardandosi i piedi con un piccolo sorriso. A guardarlo, sorridevi anche tu, ma non sarebbe stato un sorriso da contentezza. Sarebbe stato come un sorriso di comprensione di rimando, come se il tuo corpo già sapesse. Gli erano cresciuti i capelli che si ondulavano un po' verso la fine così che le ciocche ribelli davanti gli incorniciavano il viso davvero a pennello. Jungkook lo guardava serio perchè quella conversazione gli importava e gli importava se Tae si fosse aperto con lui quella sera. Ogni piccola ma profonda conversazione del genere era preziosa per il maknae che sperava che i suoi hyung lo vedessero come un rifugio ogni tanto. Loro lo erano sempre stati per lui e non si trattava tanto di ricambiare il favore, non era quella la preoccupazione o il dovere, no, lui voleva solo sentirli vicini, sempre di più. Taehyung allora incrociò le dita delle mani e con quel sorriso immobile rispose:

"Vuoto."

Eppure, quella parola era pesante sul petto, la sentiva come un masso che all'improvviso gli era caduto addosso e Jungkook non capiva cosa facesse più male: se quella sensazione o l'impotenza che aveva su di essa. Annuì piano rimanendo il più rilassato possibile.

"Credo che andrò a letto." disse il maggiore smorzando la tensione che Jungkook cercò di velare.

"Non vuoi parlarne?"

Tae rise con quelle guance soffici che apparvero piano e poi scosse la testa.

"Va a letto presto Jeon Jungkook"

"Presto, presto, lo so."

Il vento gli dava fastidio agli occhi e sapeva sarebbe andato in camera anche lui di lì a poco, ma rimase ancora un po' seduto sulla sedia di tela a guardare lo specchio d'acqua nero che rifletteva quello del cielo. Pensò che c'era poco da fare per il suo hyung perché era sempre stato sfuggente e solitario quando affrontava periodi mentalmente difficili. Non era rassegnato, era preparato, quindi la sua preoccupazione non era molta. Avrebbe solo voluto poter conoscere la causa del malessere di Tae, anche solo per curiosità. Odiava pensarlo, ma i periodi negativi dei suoi hyung gli insegnavano sempre molto sulla vita e su come le persone possano reagire in modo diverso alle difficoltà e proprio per questo sapeva di essere più maturo degli altri '97 che conosceva. Così come a volte gli pesava questa consapevolezza della vita, altre volte lo rincuorava perché sapeva che sarebbe stato più bravo a reagire al peggio quando sarebbe arrivato.

Si distese sul materasso caldo grazie alla coperta termica e si addormentò in un batter d'occhio. Il respiro pesante che aveva quando dormiva non era affatto fastidioso, anzi. Era regolare e dolce e conciliava molto il sonno se ti piacciono quel tipo di cose. A Tae piacevano e quella sera, o meglio tarda notte, non riuscendo a dormire andò da JK e in silenzio posizionò una coperta di fianco al materasso che era poggiato direttamente sul rialzo di legno. Si portò anche il cuscino e si distese silenziosamente. Chiuse gli occhi e sentire quel flebile sussurro quando il minore espirava gli dava la pelle d'oca sulla schiena. Si rilassò in fretta e sentì la mente come dilatarsi e curarsi.

"H-hyung?"

Non aveva ancora capito quale hyung fosse, così allungò una mano nel buio fino ad incontrare i capelli spessi di Tae che fece uno strano rumore gutturale in quanto già mezzo addormentato.

"Taehyung?"

"Torna e respirare, per favore..." disse sconnesso. A quella frase Jungkook capì e le labbra gli si curvarono. Inconsciamente, era felice che almeno qualcosa poteva fare per lui.

"Buonanotte hyung"

Si girò, si mise di lato e chiudendo gli occhi sentì il petto decisamente più leggero di prima. Poi sentì un ginocchio toccare il retro della sua coscia e un braccio che si infilava sotto il suo.

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