maggio 1860

157 25 6
                                    

Kaoru non aveva mai amato le feste di fidanzamento. Un ragazzo e una ragazza costretti a sposarsi per volere dei genitori, cosa c’era da festeggiare? Non era per niente una cosa romantica.
Tantomeno, se tra i futuri sposi c’era la persona che amava. 
Eccolo lì, infatti, Kojirou, che con un sorriso tirato stringeva le mani di uomini d’affari che non aveva mai visto, mentre ringraziava per gli auguri di un matrimonio che non voleva. 

Con quel completo scuro, sembrava più che altro pronto per un funerale. Già, quello della nostra relazione, pensò il più grande, sorridendo amaramente. In realtà, anche lui era vestito di nero, quindi chi era per criticare?
La donna che avrebbe dovuto sposare, invece, sembrava piuttosto allegra. Kaoru non si ricordava il suo nome, nonostante i suoi genitori l’avessero ripetuto così tante volte; non voleva ricordarlo. Il suo viso era quasi radioso, conversava animatamente con gli ospiti e di tanto in tanto prendeva a braccetto Kojirou. Indossava un abito giallo canarino, probabilmente confezionato proprio per quell’occasione, e i capelli castani le scendevano delicatamente sulle spalle, incorniciandone il viso.
Sarebbe anche potuta essere una festa carina, secondo il ragazzo dai capelli rosa, ma sembrava tutto così sbagliato. Doveva essere lui al posto di quella ragazza. Avrebbe dovuto essere lui a dargli tutti quei baci sulla guancia, prenderlo per mano, salutare gli ospiti e accettare i loro regali. Perché devo essere io a soffrire? Loro non si amano. Perché non posso essere io a sposarlo? La risposta sembrava abbastanza ovvia. Perché erano due uomini. 

Kaoru sedeva ad un angolo del grande giardino della villa in cui si stava tenendo il party, quasi come una di quelle vecchie zie rimaste vedove. Quelle che durante le cerimonie di questo tipo si assicuravano di mettere tutti quanti di malumore, riportando alla mente la morte del loro “caro e buon marito”. 
Con un calice di vino in mano, osservava da dietro gli occhiali tutti quei visi falsamente gioiosi. Falsamente per modo di dire, un lato felice c’era sempre in un’unione del genere, almeno per qualcuno. Due famiglie benestanti stavano per unirsi grazie al matrimonio di quei poveri ragazzi, un’opportunità unica per chi era avido di denaro.

“uhm, Kaoru…” lo sposo, a quanto pareva, era riuscito a sfuggire dalle grinfie di parenti e figure di alta borghesia che continuavano a gioire e congratularsi per il matrimonio, raggiungendo il suo amico d’infanzia.
il diretto interessato, sentendo la voce del ragazzo si morse il labbro amareggiato, coprendosi il viso con il suo ventaglio. 
“cosa c’è, razza di gorilla? Torna a festeggiare, forza.” disse duramente. Aveva sopportato per tutta la mattinata presenziare a quella pagliacciata, ma non sapeva come avrebbe fatto a reggere un affronto con il suo amante davanti a tutti. 
“ti andrebbe di seguirmi un attimo?”
“vuoi chiedermi di essere il tuo testimone, per caso?” 
“veramente-“
“questa volta passo, kojirou. Vai a festeggiare, ora” cercò di scacciarlo, indicando con il ventaglio il vivo della festa.
Nonostante la situazione, un sorriso divertito si fece spazio nel viso di Nanjo. “sei per caso geloso?”
L’altro si limitò a guardarlo male. Come poteva non esserlo?
“okay, scusa, ho detto una cosa stupida. Però devo parlarti seriamente.”
L’espressione del ragazzo si tramutò, e Kaoru non poté fare a meno di assecondare il suo amante, improvvisamente diventato serio. Si alzò lentamente, richiudendo il ventaglio, e si lasciò guidare dal più alto.
Non appena furono lontani dalla portata degli altri invitati, Kojirou prese a correre lungo la parete della grande villa, come faceva sempre da bambino. Il più grande alzò gli occhi al cielo, ma, proprio come anni prima, inizio anche lui ad accelerare, cercando di batterlo. 
In realtà, era una cosa che i due ragazzi facevano spesso. Era come tornare indietro nel tempo, percorrere tutto il perimetro della reggia estiva dei Nanjo fino ad arrivare all’entrata del piccolo boschetto, dove si sarebbero fermati all’ombra di un albero per riprendere fiato. Litigarono, come sempre, su chi fosse arrivato prima. Nessuno dei due l’avrebbe mai ammesso, ma arrivavano sempre insieme. Non c’era un vincitore. 
Quello che differenziava questa loro tradizione, con il passare degli anni, era il piccolo bacio che Kojirou lasciava sulle labbra del ragazzo.
“stupido che non sei altro, e se qualcuno ci vedesse?” come da copione, Kaoru non aveva tardato a lamentarsi.
“ti stancherai mai di ripeterlo ogni volta?”
“no.”
“come non detto.”
Il più basso accennò un sorriso, mentre l’altro lo prendeva per mano. 
Era tutto talmente familiare, come se uno dei due non stesse per sposarsi. In quel momento, per loro non esisteva altro che Kaoru e Kojirou, Kojirou e Kaoru. 
Dopo un interminabile minuto, il ragazzo dai capelli verdi prese un bel respiro, rompendo così la magia che si era creata. 
“scappiamo insieme.”
Ecco, l’aveva detto. Dopo anni, era riuscito a fargli quella proposta. Gli ci era voluto un matrimonio combinato, per muovere quel passo. 
“io...” Sakurayashiki sembrava davvero sorpreso. Si aspettava una confessione del genere, di certo non era stupido, eppure quelle parole, e la fermezza con cui erano state pronunciate, l’avevano scosso. “possiamo davvero?”
“non mi interessa di essere ricco, di avere una posizione sociale alta. Io, ecco…” una breve pausa, pochi secondi che sembrarono un’eternità “sto bene solo se sto con te, ecco.”
Entrambi arrossirono, quasi come se fosse la prima dichiarazione d’amore. 
“stupido gorilla” mormorò Kaoru, coprendosi la faccia con il suo amato ventaglio. “sappi che vale anche per me.” Sputò fuori come un insulto, e il fidanzato non poté fare a meno di sorridere per i modi bruschi con cui l’altro dimostrava i suoi sentimenti. 
“Dio, ti amo” si lasciò scappare, mentre l’altro arrossiva mantenendo il suo sguardo duro. 
Kojirou pensò che fosse il momento giusto per rigargli un altro bacio, stavolta più appassionato, ma l’unica cosa che ricevette, mentre si avvicinava al suo viso, fu un pizzico sul braccio. 
“sei dannatamente imbarazzante.”
“lo so, in realtà è quello lo scopo!”
“ti odio.”
“ew, non essere così smielato, quattrocchi, metti un freno al tuo entusiasmo!”
Il più grande, a quanto pare, non prese troppo bene quella battuta, poiché decise di pestare un piede all’altro. 
Avevano quasi entrambi 19 anni, eppure si comportavano come dei bambini. 
I lunghi capelli di Kaoru, precedentemente raccolti in modo ordinato, ora si erano sciolti. Il nastro usato per legarli era sicuramente caduto durante la corsa, ma non gli interessava, d'altronde il suo amante l'aveva visto in condizioni ben peggiori di quella. 
I due si sedettero all'ombra di un albero, mano per la mano.
"Quando… quando vorresti partire?" Sussurrò Kojirou, spostando una ciocca di capelli dal viso dell'altro.
"Anche ora, se potessi."
"Che ne dici di stanotte? Avremmo il tempo di preparare tutto il necessario, all'alba saremo giá lontani dalla cittá. Conosco un vecchio maniero abbandonato dall'altra parte del paese… sarebbe bello ricominciare una nuova vita"
Un sorriso si fece strada sulle labbra di Sakurayashiki.
"Ci sto. Ci vediamo qui a mezzanotte?"
L'altro annuì, facendo una piccola pausa prima di tornare a parlare. "Non vorrei dirlo, ma credo che dovremmo tornare alla festa…"
Lo so, stupido, sto cercando di non pensarci. Kaoru gli diede un bacio, come per zittirlo. Era un evento davvero raro, nonostante fosse stato lui a fare il primo passo qualche anno prima.
Kojirou rimase qualche secondo a guardarlo, sorridendo. "Fallo ancora"
Come risposta, ricevette una botta in testa con il ventaglio. "Devi guadagnartelo. Ora torniamo dalla tua mogliettina" sospirò riluttante.
"aw, Kaoru, allora sei davvero geloso!"
"Allora sei davvero scemo, povero me." Lo canzonò lui.
"Ehi!"
"Certo che sono geloso, chi si crede di essere? Ti si struscia addosso come se fosse già tua moglie!" 
Detto questo si alzò, togliendosi con la mano la polvere rimasta sui pantaloni. 
"Andiamo, gorilla. Prima che mi interrompersi la signora Hasegawa mi stava raccontando del nuovo amico di suo figlio, ero abbastanza interessato alla conversazione. Langa è il mio cugino prediletto."
I due si presero per mano, stuzzicandosi ogni tanto. Ormai era quasi il tramonto,  il caldo primaverile di maggio stava lasciando spazio ad una leggera brezza serale. 
I ragazzi si separarono solo prima di girare l'angolo che li avrebbe portati alla festa; Kaoru tornò a parlare con sua zia, Kojirou riprese a fingere intrattenendo animatamente gli ospiti. Sembrava tornato tutto come qualche ora prima, eppure una cosa differenziava i due giovani: la consapevolezza che il giorno dopo sarebbero stati liberi di amarsi, lontano da chi proibiva la loro relazione.
Kaoru sorrise. Le feste di fidanzamento non erano così male, quando c'erano risvolti di questo tipo.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 26, 2021 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

"sto bene solo se sto con te" || matchablossomDove le storie prendono vita. Scoprilo ora