次の人生で。

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"credo che il mio bias sia jungkook."

fu da questa frase che iniziò tutto, quel giorno di alcuni mesi fa, quando conobbe il gruppo per la prima volta.
ed ora, la ragazza era stesa a letto, il computer accanto a sè.
la voce dei sette ragazzi riecheggiava per la camera.
"Spring Day".
si era sempre sentita legata a quest'ultima canzone, non ne sapeva neppure il motivo.
o, forse, non riusciva soltanto a spiegarlo.
era una ragazza sempre con la testa tra le nuvole, ma con un cuore grande, abbastanza da farci entrare tutti.
e nonostante il crudele destino che l'aspettava, non aveva smesso neppure per un secondo di sognare ad occhi aperti, magari un incontro con uno dei sette ragazzi che tanto amava.
Jeon Jungkook.
un ragazzo normale, un comune mortale, che però aveva portato luce nella vita della povera fanciulla, salvandole letteralmente la vita.
benedetto il giorno in cui, per puro caso, capitò in una pubblicità con come sottofondo una loro canzone.
benedetto il giorno in cui guardò lo schermo, dopo aver conosciuto a fondo i sette ragazzi e le loro storie, e disse, ad alta voce, fiera e convinta "credo che jungkook sia il mio bias."
benedetto il giorno in cui trovò un motivo per continuare a lottare.

"tesoro, scendi, dobbiamo andare."

la dolce voce della madre gli arrivò alle orecchie, facendola alzare dal comodo letto, con fatica.
non appena arrivò in soggiorno, la donna le accarezzò la testa, sorridendole.

"pronta?"

la ragazza annuì, ricambiando il sorriso prima di seguire la madre in auto.
il vento sulla faccia, il caldo e luminoso sole, i colori della città, tutti le facevano pensare a quanto fosse bello il mondo.
quanto fosse bello il cielo.
quanto fosse bello poter sentire il profumo dei fiori, del prato.
e quando scese dall'auto, con le proprie flebili gambe, l'odore del prato fu la prima cosa che sentì.
"spring day".
la primavera le piaceva davvero tanto.

"ben tornata, signorina. oggi la trovo incantevole."

l'uomo sorrise alla ragazzina, che non nascose una piccola risata divertita.

"andiamo, ho preparato una stanza apposta per lei."

egli le fece l'occhiolino, rivolgendo poi una lieve occhiata alla madre prima di farsi seguire nella camera.

"le hai portate?"

la sedicenne si rivolse alla donna, prima di sedersi sulla sedia.
la madre sorrise ed annuì, porgendogli il suo solito mp3 e delle cuffiette viola, che la ragazza indossò subito.
chiuse gli occhi.
e sognò.

- Jungkook (BTS) Still With You.

"iniziamo?"

la donna annuì al dottore.
un altro giorno di chemioterapia.
un ennesimo cercare di temporeggiare e prolungare il più possibile la vita della ragazza.
e nonostante il bruciore, nonostante il male, nonostante il dolore, lei se ne stava lì, come al solito, ad occhi chiusi, ad ascoltare quella voce.
la voce che apparteneva all'uomo che l'aveva fatta lottare fino ad allora.
la voce che apparteneva all'uomo che la faceva stare bene soltanto con un video.
e seppur egli non sapesse della propria esistenza, e probabilmente mai avrebbe saputo di essa, a lei andava bene così.
le andava bene, come sempre.
perché finché fossero stati sotto lo stesso cielo, non sarebbero stati poi così tanto lontani.

[...]

"un altro giorno in paradiso."

la ragazza si svegliò, sorridendo.
il meraviglioso sogno appena fatto le aveva dato una mano a svegliarsi così felice.
lei non era pessimista.
cercava sempre una soluzione alle cose, voleva sempre che gli altri prendessero in considerazione la parte luminosa della storia, quella bella.
lei non aveva paura di morire.
era grata all'universo di svegliarsi tutte le mattine, accettava il proprio destino, voleva lottare fino alla fine, in modo da non aver rimpianti l'ultimo giorno.
eppure sapeva che l'unica cosa che voleva accadesse non sarebbe mai successa.
non avrebbe mai sentito la sua voce dal vivo.
non avrebbe mai avvertito il calore delle sue braccia, non l'avrebbe mai sentito ridere.
ma le andava bene così.
andava sempre bene.
la propria vita non era mai stata tutta rose e fiori.
suo padre era morto quando aveva solamente sei anni.
era rimasta sola con la madre, una donna forte, indipendente e dolcissima.
la propria preoccupazione più grande era proprio questa: lasciarla da sola.
cosa avrebbe fatto dopo?
come avrebbe trascorso le giornate?
dopo la morte del marito non si era mai neppure permessa di guardare un altro uomo.
si sentiva ancora felicemente sposata, e mai avrebbe tradito quello che, per lei, era la propria anima gemella.
e la ragazza così si sentiva.
sentiva un legame speciale, con jungkook.
sentiva di essergli collegata, in qualche strano modo.
non credeva di essere la donna che l'avrebbe sposato, o quella di cui il cantante si sarebbe innamorato, no.
a lei sarebbe bastato messaggiarlo.
voleva che il ragazzo gli raccontasse la propria giornata, cosa avesse mangiato, cosa avesse fatto.
voleva sapere se fosse stanco, se si sentisse bene, se volesse riposare.
voleva ridere con lui, piangere tra le sue braccia, perché sentiva che fosse l'unico in grado di poterla consolare.
ed a lui lo avrebbe detto.
con lui si sarebbe confidato.
a lui avrebbe detto che, anche se cercava di non farlo vedere, aveva terribilmente, tremendamente, paura di morire.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 28, 2021 ⏰

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in another life. - jungkook, oneshot.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora