"ɴᴏɴ ᴛɪ ʟᴀsᴄɪᴏ sᴏʟᴀ."

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Eravamo pronti a fare irruzione in quella specie di casolare dove avevano portato Armin e Jean, quegli idioti non si erano nemmeno accorti che li stessimo seguendo.

Connie ci aveva detto che erano solo in quattro e a giudicare dal loro modo di agire erano davvero inesperti.
Sembravano uomini presi a caso.

La gendarmeria non avrebbe mai fatto fare queste cose a qualcun'altro, si sarebbero sicuramente voluti prendere loro il merito e tutta questa situazione sembrava sempre più complicata.



"Pronta?"
Mikasa, al mio fianco, dopo avermi chiamato si lanció subito con il movimento tridimensionale verso l'interno di quel posto.
La seguii immediatamente, sperando che in quei pochi minuti non avessero fatto del male a nessuno dei due.

Appena entrate, senza pensarci due volte atterrai un uomo, con fin troppa facilità, non sembravano essere bravi nemmeno a combattere.

"Presto Connie liberali! Veloce! T/n, Sasha, leghiamo questi qui e andiamocene." Mikasa a giudicare dal tono di voce era tornata abbastanza tranquilla.




Armin e Jean erano di nuovo con noi sani e salvi, e la carrozza che portava Eren e Historia era seguita dal Capitano Levi che in questo momento doveva essere con Nifa e non so chi altri, sicuramente gli uomini della squadra di Hanji che mi aveva detto.

Merda.

Chissá quanto era furioso in questo momento con me.
"T/n? Ci sei ? Andiamo!"
Armin venne vicino a me e lo abbracciai.

"Stai bene?"

Armin:"Si piú o meno. Tu piuttosto, perché sei così strana? Hai una faccia.."

Aveva ragione.

"Non lo so ho una strana sensazione."
Armin:"Dai stai tranquilla, ora usciamo da qui."
Ci stavamo incamminando quando dei rumori abbastanza forti ci fecero sobbalzare.
Spari.
Tanti spari.




"Chi cazzo sono quelli al comando della carrozza? E perché Eren e Historia sono sdraiati in quel modo? Cazzo."
"Avviciniamoci! Non permetto che me lo portino via un'altra volta!" Urlai, quella scena davanti ai miei occhi mi ricordava troppo ció che già era successo in passato, non potevo perdere di nuovo il mio migliore amico.

Lo sapevo.
Lo sapevo che sarebbe successo qualcosa.

C'erano degli uomini armati a bordo della carrozza e non erano dei nostri, così io e gli altri ci lanciammo subito all'inseguimento, e in pochi secondi ecco che sbucó anche lui davanti a noi.

Grazie a dio stava bene, Levi era sano e salvo, anche se la faccia e la maglia macchiata di sangue che aveva addosso significava che era successo qualcosa.

"Questi sono addestrati a combattere uomini non giganti! Sparate alla prima occasione mi avete capito? Ora muoviamoci!" Ci urló.

Sembrava abbastanza preoccupato ed era strano vedere un soldato forte come lui in quelle condizioni, forse la situazione era più grave di quanto non pensassimo.

Levi: "Jean, Armin, sulla carrozza! Riprendete il comando. ORA!"

È impazzito per caso? Perché non posso andarci io?

"Voi due state dietro di me."
Mikasa mi si avvicinó e sussurró per non farsi sentire da lui.
"Che intenzioni ha? Per quale motivo non vuole farci combattere?"

"Non lo so. Ma se si mette male non staró qui a guardare. Non mi importa se disobeddisco a un ordine, non è la prima volta che lo faccio e non sarà nemmeno l'ultima. La vita dei miei amici è più importante."
"Sono d'accordo con te ma ti prego sta attenta." Mi sussurró la corvina.

𝚄𝚗 𝚌𝚞𝚘𝚛𝚎 𝚍𝚒𝚟𝚒𝚜𝚘 𝚒𝚗 𝚍𝚞𝚎.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora