"ᴀɴᴄʜᴇ ɪᴏ."

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Sentivo gli occhi di tutti i presenti puntati addosso a me.
Eravamo seduti in cerchio davanti a un fuoco, stavano mangiando tutti qualcosa e per quanto mi fossi opposta Levi mi aveva costretta a fare lo stesso.
Lo stomaco non voleva collaborare peró, infatti ora cercavo di trattenere i conati di nausea che mi venivano.

Parlavano tutti di quello che era successo oggi, ma nemmeno stavo ascoltando.
La mia testa continuava a essere da un'altra parte e non potevo farci nulla.




"Non pensi sia ora di dormire?"
Mi girai e notai che gli altri si stavano alzando per andare verso i loro letti improvvisati, mentre Armin era rimasto di fianco a me e probabilmente si aspettava che sarei stata con lui stanotte.
D'altronde, era sempre stato così.

Quando succedeva qualcosa c'eravamo l'uno per l'altro.
Solo che in quel momento io ero a pezzi e lui non era da meno.

"Sì ma non ho sonno ora, vai se vuoi"
Mi accorsi del mio tono di voce piatto e senza emozioni, se ne rese subito conto anche lui e la cosa lo fece preoccupare ancora di più.

Mi guardó triste per poi avvicinarsi e appoggiare la sua mano sulla mia.
Alzai gli occhi e finalmente lo guardai in faccia.
Era tutta la sera che evitavo lo sguardo di chiunque.
Armin:"Sai che sono sempre qui per te. Ti prometto che usciremo da questa situazione più forti di prima. È così ogni volta no?"

"Hai ragione è sempre stato così. Ma quanto ancora possiamo sopportare Armin?"

Abbassó la testa cupo.




"Arlert a letto. Vi avevo detto di andare a dormire pensavo di essere stato chiaro."
Ero talmente sovrappensiero che non avevo visto arrivare Levi, che ora era in piedi davanti a noi abbastanza infastidito e fissava le nostre mani, ancora una sull'altra.

Sbuffai alzando gli occhi al cielo.

Armin si alzó subito scusandosi e mi balbettó un "buonanotte mi spiace".
"Hai finito? Ti sembrava il momento?"

Quella sua gelosia era insopportabile.
Soprattutto in situazioni del genere.

Levi:"Tch."
Giá mi immaginavo che avrebbe risposto in quel modo.

"Levi, Armin non sta bene. Come non sta bene Mikasa, come non stanno bene tutti gli altri. Fammi andare da loro, almeno stanotte. Ne hanno bisogno.. e probabilmente ne ho bisogno anche io."

È vero, avevo bisogno anche di Levi.
Anzi, forse soprattutto di lui, ma i miei amici c'erano sempre stati per me e ora erano a pezzi.
Dovevo esserci per loro, per quanto stessi male anche io.
"Fa come vuoi. Buonanotte."

Prima che potessi rispondergli, se n'era giá andato.

Mi sarei sorpresa di una reazione diversa sinceramente, ormai avevo imparato a capirlo, speravo solo che con il tempo imparasse a capirmi anche lui.




"T/n? Pensavo che.."
Mikasa sembrava sorpresa, ma quasi sollevata nel vedermi lì.
Come immaginavo, lei Armin e Jean non stavano dormendo, Connie e Sasha erano fuori, impegnati nel turno di guardia.

"No, non stasera"

Armin mi sorrise e mi fece posto vicino a lui.
Mi sedetti e prima che potessi parlare, Jean inizió di nuovo a riempirmi di scuse.
"Sono stato uno stupido, me ne rendo conto. Ho messo in pericolo la mia vita e la vostra solo per non essere riuscito a sparare."

"No Jean. Avrei tanto voluto averci pensato su anche io, invece non l'ho fatto. L'unica cosa che mi rincuora, è che ti ho salvato la vita."

"Te ne saró sempre grato, t/n. Davvero. La prossima volta non sbaglieró."

𝚄𝚗 𝚌𝚞𝚘𝚛𝚎 𝚍𝚒𝚟𝚒𝚜𝚘 𝚒𝚗 𝚍𝚞𝚎.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora