CAPITOLO 14 ~ Achille&Patroclo🫀

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<<Finalmente mi hai risposto!
Dove sei finito? È tre giorni che ti chiamo e suona la segreteria… >>
Dopo un lungo sospiro, decise di rispondergli. Non disse molto
<<Sono da mio nonno… in Francia… qualche giorno…
…in questi giorni ti richiamo>>.
Esitando attaccò, per non far sentire al suo amico il dolore che tanto lo affliggeva da qualche giorno.
Marcus sperava di trovare conforto nella casa tranquilla e silenziosa di suo nonno.
Era seduto sull’erba che si affacciava ad una scogliera… una scogliera alta, bianca.
I fili d’erba erano mossi dal dolce venticello che caratterizza le zone di costa
<<Oh figliolo… quante cose che non sai…
Quante cose avrei voluto dirti prima… ma che, purtroppo, sono costretto a dirti ora.>>
Mi rivolsi verso la voce, e ne vidi i pochi capelli bianchi volare per aria.
Accecato dal sole, distolsi lo sguardo e continuai a guardare le mie mani che si intrecciavano con i fili d’erba.
<<Quando ero giovane ero confuso… molto confuso…
Al mare mi ero innamorato di questa persona, ma era un maschio. Così feci di tutto per nasconderlo. Feci veramente di tutto. Preferii fare il don Giovanni, piuttosto che cadere nel buco nero creato dalla società. Cambiai ragazza tantissime volte. Ricevevo sberle, borse sul petto, che non facevano altro che trafiggermi l’anima.
Un giorno però successe una cosa strana…
Camminavo esattamente qua, dove siamo noi ora, su di questa bellissima scogliera,
e si presentò alle mie spalle una donna stupenda… la tua cara nonna…
Mi resi conto, qualche mese dopo, di essermi innamorato.
E io ero felice.
Ma ero anche molto confuso.
Mi piacevano sia i maschi, sia le femmine…
Oggi però esiste il termine bisessuale.
Da una parte significa che stiamo raggiungendo la libertà di espressione, dall’altra la libertà sta creando una barriera.
I giovani di oggi sono come rinchiusi in una gabbia.
Definiti da un’etichetta che portano costantemente sulla fronte…>>
Alzai nuovamente lo sguardo verso il suo viso e riuscii a notare vari dettagli, grazie alla nuvola che aveva iniziato a coprire il Sole.

<<Non mi va di incolpare nessuno però… mi dovrei incolpare da solo…
Io ho fatto un grandissimo errore nella crescita di tuo padre.
Io e tua nonna eravamo costantemente occupati con il lavoro e con la serie di epidemie in corso.
Non avevo mai tempo da dedicargli, così, non gli ho mai raccontato la MIA esperienza, e l’ho lasciato crescere dalla società.
Ho lasciato mio figlio nelle mani di una società tossica.>>
Si fermò due secondi per prendere il respiro. Si vedeva che aveva molto da dire e raccontare.
<<Una volta sentii dire dal padre di un mio amico “i veri uomini sono quelli forti che vanno in guerra, non quei gay tutti effemminati”>>
Mi venne in mente un pensiero al quale, poco dopo, diedi voce
<<Come se Achille, il più grande guerriero di tutti i tempi, fosse stato veramente “amico stretto” di Patroclo>>.

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