"Nell'oscurità nella luce del giorno
Nel silenzio perfetto mentre piove a dirotto
Sul livello del mare sopra il tetto del mondo
Anni luce distanti io di istanti un secondo
E così all'infinito perdendone il conto."
Isak è seduto a terra, di fianco alla finestra, con un libro poggiato sulle gambe mentre guarda la pioggia battere insistentemente sul vetro. Dovrebbe studiare per l'interrogazione fissata per la settimana seguente ma la sua testa è altrove e non riesce a concentrarsi.
Una mosca avrebbe una concentrazione più alta della sua, probabilmente.
Potrebbe chiedere una mano a Noora, magari facendosi aiutare con degli schemi o qualcosa di simile ma non ha voglia di alzarsi, andare fino in cucina e... no, troppa strada. Troppa fatica.
Ha promesso a sua madre di impegnarsi al 100% a scuola per evitare la bocciatura e vuole mettercela tutta, ma allo stesso tempo appena legge due righe la voglia di chiudere il libro e fare altro è davvero alle stelle."Mantieni il bacio
Oltre l'errore del tempo
Fanne qualcosa di eterno
Non lasciarne cadere neanche solo un frammento
Come polvere sul pavimento
Non staccare le labbra neanche un solo secondo
E non farti distrarre dal rumore di fondo
Perché alla fine ogni volta
È l'amore che ci salva
Dalla ferita del mondo."
All'improvviso ripensa al sorriso di Even, ai suoi occhi azzurrissimi e vispi, alle sue carezze della sera prima mentre guardavano un film; film poi messo nel dimenticatoio perché, bhè, il motivo è ben chiaro a tutti, ai suoi coinquilini in primis.
Infatti, la prima cosa che gli ha detto stamattina Eskild è stata "vedo che ieri sera vi siete divertiti parecchio" facendolo arrossire fino alla punta delle orecchie.
Meno male che il biondo se n'era già andato, scampandosi una conversazione parecchio imbarazzante.«Tu non dovresti studiare?» sente chiedere da una voce alle sue spalle.
Non si volta nemmeno, ormai la riconoscerebbe anche tra milioni di voci che parlano contemporaneamente.
«Hai detto bene, dovrei.» risponde sbuffando. «Non ce la faccio, non riesco a concentrarmi.»
"Soprattutto ora che ci sei tu qui." vorrebbe aggiungere, ma non dice nulla.
Rimangono entrambi in silenzio per un po', gli unici rumori che si sentono sono i loro respiri e la pioggia.
E Isak non riesce a non pensare agli insulti che sono arrivati pochi giorni prima, mentre erano semplicemente seduti, uno di fianco all'altro, a parlare di tutto e di niente mentre aspettavano i loro amici. Forse è anche per questo che non riesce a concentrarsi sullo studio.
Ha provato a non darci peso, come gli ha detto il suo ragazzo, ha provato a distrarsi anche ieri sera, e le sere precedenti, senza nessun risultato.
Quelle parole continuavano a ronzargli in testa, come se tutto il resto – lo stare bene con Even, le sue attenzioni, i brividi quando lo sfiora – contasse poco, quando in realtà è tutto il contrario. E ormai l'hanno notato tutti.«So che c'è qualcosa. Lo noto. E capirei se non volessi parlarmene, ma sono qui se vuoi farlo.» gli dice poi, prendendo posto sul letto.
Ed è solo in quel momento che si volta per guardarlo.