Misunderstandings

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Arthur sapeva che sarebbe successo prima o poi.
Tutti hanno un limite di sopportazione, anche la persona più calma, dolce e paziente.
Ma il fatto che se lo aspettasse, non significava che facesse meno male.
Anzi, il contrario.
Inizialmente neanche ci aveva fatto caso, ma giorno dopo giorno aveva iniziato a capire che qualcosa stava cambiando.

Dopo tre anni di convivenza più altri quattro di relazione, Merlin si era stancato di lui, del suo carattere difficile, della sua incapacità di esprimere liberamente i suoi sentimenti.
Così erano ormai quasi due mesi che andava a dormire da solo, si svegliava da solo e durante la giornata vedeva appena il suo fidanzato.

La prima volta che si era svegliato senza Merlin attorcigliato a lui, aveva pensato che l'avesse chiamato suo zio Gaius per un imprevisto in farmacia, non sarebbe stata la prima volta che succedeva.
Ma proprio Gaius l'aveva chiamato a metà mattina per chiedergli di dire a Merlin di passare a dargli una mano nel pomeriggio, così quando Merlin era tornato a casa gli aveva chiesto dove fosse andato, più per curiosità che per preoccupazione, e lui aveva detto che Morgana gli aveva chiesto di badare alla sua cagnolina Aithusa dato che la sua solita dogsitter aveva l'influenza.
La sera poi gli aveva mandato un messaggio dicendo di non aspettarlo perché faceva tardi da Gaius e avrebbe cenato con lui.
I due giorni seguenti Arthur doveva andare al lavoro, per cui usciva di casa prima di Merlin. Di solito nella pausa pranzo Merlin lo raggiungeva per pranzare assieme in un bar vicino, ma stavolta il moro aveva detto che non poteva lasciare la farmacia e quindi Arthur aveva mangiato da solo. Entrambe le sere quando era tornato a casa, Merlin non c'era ed era rientrato quando Arthur era già nel dormiveglia.

Una mattina Arthur si era svegliato mentre Merlin si stava vestendo, dicendo che faceva colazione con Gwen e poi la accompagnava a fare shopping, salvo poi incontrare proprio Gwen al supermercato. Lei aveva tentato di coprire l'amico, ma era davvero incapace di mentire. Mezz'ora dopo Merlin l'aveva chiamato dicendo che dopo aver riaccompagnato Gwen a casa aveva continuato a fare il giro dei negozi per trovare una nuova sciarpa, salvo poi tornare a casa a mani vuote giustificandosi che non aveva trovato niente che gli piacesse. Il pomeriggio poi aveva detto di andare da Gaius, mentre Arthur era rimasto a casa e aveva pensato di preparargli la sua quiche preferita, poco prima del suo solito orario di arrivo aveva cercato un film su Netflix e aveva apparecchiato sul tavolino davanti al divano per passare una rilassante serata assieme. Ma Merlin quando era tornato non si era neanche affacciato alla cucina, men che meno al divano dove Arthur lo stava aspettando, borbottando di essere stanco e di preferire andare a dormire.
Da quel momento Arthur aveva iniziato a diventare sospettoso, ma era certo che presto Merlin gli avrebbe dato spiegazioni.

Dopo tre settimane, Merlin non aveva ancora detto niente e ogni giorno aveva un qualche impegno che lo teneva fuori casa.
In più, un giorno era tornato a casa con una camicia non sua.
<< Che strano, non ti ho mai visto con questa camicia addosso. >> aveva detto con finta nonchalance Arthur.
<< Oh ehm sì, è di Gwaine. >> rispose il corvino osservandosi.
<< Perché indossi la camicia di Gwaine? >>
A quel punto Merlin aveva sbarrato gli occhi ed era arrossito, come faceva sempre quando mentiva.
<< Eravamo da... Starbucks, si, e mi sono buttato il caffè addosso. Lui per fortuna in macchina aveva una camicia di ricambio e me l'ha prestata, tutto qua. >> aveva risposto leggermente balbettando.
Arthur aveva avvertito un nodo alla gola, ma non aveva fatto altre domande.
<< Vado nello studio, ho delle pratiche da consegnare domani a mio padre. >> aveva invece detto. In realtà quelle pratiche erano da consegnare tra una settimana e lui le aveva già finite, aveva solo bisogno di allontanarsi da Merlin e il profumo di Gwaine addosso a lui.
Mentre era nel suo studio, sentì il cellulare di Merlin squillare e la porta della cucina chiudersi. Un'idea si formò nella sua mente, un'idea totalmente scorretta che fino a poco tempo prima avrebbe trovato inaccettabile. Ma ormai era dietro la porta e non poteva più tornare indietro.
<< Ehi... Oddio è fantastico! ... Tra cinque minuti? Certo! ... No, è nel suo studio a lavorare, neanche noterà la mia assenza... Sei un tesoro! A tra poco! >>
A quel punto Arthur era rapidamente corso nel suo studio prima che Merlin uscisse dalla cucina.
<< Arthur, sto uscendo! >>
<< Va bene, a dopo! >> aveva risposto mentre sentiva il portone d'ingresso aprirsi, per poi aggiungere frettolosamente << Ti amo! >>
Invece di sentire il portone chiudersi, aveva sentito i passi di Merlin venire verso di lui.
<< Cos'hai detto? >>
<< Ti amo. >> affermò deciso.
Il corvino aveva corrugato la fronte.
<< Anch'io. Va tutto bene? >>
<< Si, certo, perché? >>
<< No, niente... beh io vado, a dopo. >>
<< A dopo. >>

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