Capitolo 33

1.1K 120 23
                                    


 Erano ancora a letto seduti l'uno di fronte all'altra. Can vide, di nuovo, negli occhi d Sanem l'ombra del dubbio: "Cosa c'è che non va Sanem? Ti prego parlami..."

Lei distolse lo sguardo e cominciò a tormentarsi le mani nervosamente. Non sapeva proprio come affrontare l'argomento. In cuor suo sapeva che poteva fidarsi di lui e che non aveva nulla da temere ma voleva sentirselo dire.

"Sanem..." la richiamò lui, prendendole il mento tra le dita e costringendola a voltare la testa, incatenando gli occhi ai suoi. "Se non mi dici cos'hai non posso aiutarti..."

"Ecco, so che è una sciocchezza dopo questa notte e quello che hai detto a Melis....ma ieri Guliz ha affermato di avervi visto mentre vi baciavate...e io, io non capisco..."

"Ahh... allora è per questo che mi sei sfuggita per tutta la giornata...E' vero! O, meglio, è vero che Melis mi ha baciato, ma io l'ho respinta..."

"Perché?"

Can la guardò sbigottito: "Come perché! Perché è te che voglio, che desidero...E' con te che voglio fare l'amore, non con lei!" e nel pronunciare quelle parole si avvicinò di più a lei che cominciò ad agitarsi.

"E adesso, cosa ho detto di sbagliato?" le chiese, incominciando ad essere in grande difficoltà.

Capiva la sua timidezza, ma non era più una bambina!

"Io, io.." cominciò a balbettare "non so come dirlo sig. Can.."

"Sig. Can???" la interruppe lui bloccandosi all'istante. Sanem si accorse del suo smarrimento e si maledisse per essere così impacciata "Can, volevo dire Can" si corresse e poi, traendo un profondo respiro confessò "non ho mai avuto un ragazzo prima e non sono mai stata con un uomo...non so cosa fare, come comportarmi...ecco l'ho detto!" Le veniva quasi da piangere per quanto si sentisse imbarazzata, mentre Can trattenne a stento una sonora risata, ma non poté fare a meno di sorridere e di essere felice per quella rivelazione.

Era così buffa e allo stesso tempo così attraente!

"Non devi aver paura Sanem, devi solo lasciarti andare e ascoltare quello che ti dicono il tuo cuore ed il tuo corpo...Come nella danza..."

Lei, allora, lo guardò e si protese verso di lui che la accolse di nuovo tra le sue braccia. Quello, ormai, era diventato il suo posto, il suo porto sicuro.

"Credo di essere innamorata di te Can" ammise.

"Credi??" la provocò lui.

"Beh considerando che è la mia prima volta, non ho termini di paragone e mi sento confusa" ora era lei che voleva prendersi gioco di lui.

"Ahhh....sei confusa dici??? A me sembra che tu stia imparando in fretta; comunque vediamo se riesco a schiarirti le idee..." e così dicendo le afferrò la nuca e avvicinò le labbra alla sua bocca che ricopri di piccoli baci prima di soffermarsi su di essa in una muta richiesta. Sanem fu soggiogata da quel contatto, che diventava via via sempre più esigente e dischiuse le labbra. Sentì che lui la invitava a distendersi sul letto sovrastandola col proprio corpo e per quanto si sentisse ancora intimorita non aveva volontà di opporsi. Si lasciò andare e si affidò a lui che con dolcezza infinita la guidò in un mondo di sensazioni ed emozioni ma provate, dove entrambi, finalmente, trovarono la pace di cui avevano un disperato bisogno.

----------------------------------------------------------------------------------------------------

"Can...."

"Mmmmm, dimmi"

"Io dovrei andare a casa o mio padre incomincerà a preoccuparsi..."

"E' la prima volta che stai fuori tutta la notte?"

"Ohhh no, è già capitato. Ormai sa che se faccio tardi mi fermo da Osman..."

"Da Osman?!" Le fece eco lui piuttosto contrariato.

"Sì, siamo amici....Non sarai mica geloso?" gli chiese notando che aveva cambiato umore.

"Beh geloso no, ma la cosa non mi piace per niente"

"Oh, sì, tu sei geloso eccome!" lo prese in giro Sanem.

Lui le lanciò un'occhiataccia " E va bene, lo ammetto sono geloso. Vivo a Londra, è vero, ma nelle mie vene scorre sangue turco e su certe cose sono piuttosto all'antica.."

"Non ne hai motivo, davvero" lo tranquillizzò lei.

"D'accordo, ora basta parlare dei miei difetti...li scoprirai poco a poco.. Adesso, intanto che ti prepari, vado anch'io a fare una doccia, poi facciamo colazione insieme, così ti presento mio padre e quindi ti porto a casa."

"Tuo padre??" si spaventò Sanem.

"Sì, ma non preoccuparti. Lui ti conosce già. Gli ho già parlato di te..."

"Gli hai parlato di me???"

"Certo, anch'io ho bisogno di confidarmi con qualcuno ogni tanto" le rispose facendole l'occhiolino e lasciandole un bacio sulla punta del naso "Ci vediamo di là..."

Il sig. Aziz si rivelò una persona molto affabile e Sanem si sentì subito a proprio agio con lui.

Quando si congedò lui l'abbracciò e le sussurro: "E' da tempo che non vedevo Can così felice, grazie!"

Altrettanto alla mano si dimostrò il sig. Nihat che fece finta di non conoscere Can.

"Lei è il revisore? Quello venuto da Londra?" Gli chiese.

"Sì sono io. Ma sono nato e cresciuto ad Istanbul . Mi sono trasferito a Londra per motivi di studio e di lavoro.." un'occhiata d'intesa suggello quel patto inespresso.

"E come mai ha accompagnato lei mia figlia questa mattina? Non eri da Osman?" proseguì rivolto a Sanem

"Sì, ma vedi..."


"NO!" intervenne Can " Ieri sera usciti dal locale, Sanem ha avuto un piccolo incidente, ma nulla di grave: è caduta e si è ferita un ginocchio, ma non voleva farla preoccupare così ha passato la notte da me..."

"E' tutto?" volle sapere il sig. Aydin.

Can e Sanem si guardarono complici e, all'unisono, risposero " Sì è tutto!"

LA MAGIA DELL'IMPERFEZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora