Prologo

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Essere in ritardo non è contemplato nella vita di Calvin Allen. Avere una piccolissima macchia sulla camicia magari pure coperta dalla cravatta? Non scherziamo! Capelli in disordine? Neanche appena sveglio. Vita noiosa? Non per lui: per Calvin è perfetta. Nessun imprevisto, nessuno scossone, nessuna inutile ansia.

La sveglia suonava tutte le mattine alle sette; sotto la doccia alle sette e cinque precise; sette e venti colazione con una tazza di caffè e un muffin alle mele e cannella; sette e trentacinque vestizione con gli abiti già preparati la sera prima; otto meno dieci fuori dal proprio loft di SoHo; nove meno tre minuti ingresso nel proprio ufficio e giacca appesa alla gruccia affinché non si spiegazzasse.

Alle nove, immancabilmente, si affacciava alla porta il suo migliore amico e collega Andrew. Biondissimo, pelle diafana e grandi occhi azzurri incorniciati da occhiali da vista all'ultimissima moda con montatura nera. Era bello, Andrew e sapeva di esserlo. Però Calvin non badava a queste cose e, nonostante fossero entrambi gay, non aveva mai guardato l'altro con occhi diversi da quelli di un amico, quasi un fratello. Semplicemente non erano compatibili a livello sentimentale, ma erano molto amici e questo era confortante per Calvin, che di amici non abbondava di certo!

«Usciamo stasera?»

«No.» Andrew sbuffò platealmente.

«Dai, è venerdì!»

«E allora?»

«Per essere uno maniacalmente preciso in realtà sei poco convenzionale!» gli disse l'amico guardandolo a braccia conserte.

L'altro lo guardò arcuando un sopracciglio. «Che vuoi dire?»

«Tutto il dannato pianeta sa che il venerdì si esce a bere qualcosa con gli amici!»

«Potrei farti una lista discretamente lunga di chi non lo fa.» ribatté con un mezzo sorriso.

«Ah, ma la conosco anch'io quella lista: preti, suore, bambini, cadaveri e Calvin!» disse Andrew segnando ogni categoria con un dito «Anche gli astemi vanno a bere con gli amici il venerdì sera e se tu stasera mi abbandoni giuro che non ti rivolgerò più la parola!»

Calvin sospirò guardandolo dritto negli occhi. Gli aveva chiesto altre volte di uscire insieme, e qualche volta si era anche lasciato convincere, ma non era mai stato così insistente, doveva esserci sotto qualcosa.

«E, sentiamo, dove vorresti andare?» una piccola fiammella di speranza si accese negli occhi azzurri del biondo.

«Al "Redux".» rispose aprendosi in un sorriso oggettivamente bello.

«Il "Redux"? E che posto sarebbe?» domandò circospetto.

«È un locale aperto da un paio d'anni, si trova nel Village.»

«È un locale gay?»

«Misto. Pare sia stupendo!»

«Se è così stupendo come mai non ne ho mai sentito parlare?» domandò Calvin sospettoso. Andrew lo guardò arcuando un sopracciglio mettendo su un'espressione che la diceva lunga su ciò che stava pensando... e ovviamente esternò senza problemi il suo pensiero.

«Tu non sai neanche come si arriva al Village coglioncello che non sei altro! Che ne vuoi sapere dei locali alla moda?!»

«Modera il linguaggio, sai che detesto le parolacce.»

L'amico alzò gli occhi al cielo sospirando esasperato. «Allora, vieni o no?»

«Soltanto io e te?»

Andrew esitò un millesimo di secondo, ma Calvin se ne accorse e lo guardò con l'espressione che diceva "se stai per mentirmi meglio che non lo fai!", senza parolacce, perché lui non le pensava e non le diceva mai, neanche se sbatteva il mignolino del piede contro uno spigolo!

«Potrebbe esserci Matt.»

«Potrebbe?» non amava molto uscire e men che meno uscire in compagnia di Matt; quest'ultimo finiva sempre per ubriacarsi e Calvin si ritrovava a fare la crocerossina.

«Mi ha parlato lui del "Redux", cosa avrei dovuto dirgli? Grazie dell'informazione ci vado da solo con Calvin?!»

«Certo che no, ma se c'è lui io a cosa ti servo?»

«Tu sei più equilibrato di Matt e poi mi piace passare del tempo con te fuori da questo ufficio! Dai! È primavera, festeggiamo!»

«Non vedo cosa ci sia da festeggiare, comunque ok. Lo faccio solo perché mi preoccupa lasciarti solo con Matt. E massimo a mezzanotte me ne torno a casa!»

«E chi sei? Cenerentola?! Quel posto aprirà a mezzanotte! Facciamo le due?»

«L'una.»

«Sembriamo un padre con il figlio adolescente!»

«L'una o puoi anche uscire da solo con Matt.»

«Che palle! Ok!» cedette alla fine Andrew, tanto sapeva non avrebbero lasciato il locale all'una, perché lui si sarebbe fermato e Calvin non lo avrebbe mai lasciato da solo con Matt.

«Indossa qualcosa d'informale, non è posto per fighetti ben stirati.» fu l'ultima cosa che gli disse prima di uscire dal suo ufficio.

Qualcosa d'informale?Calvin non era certo di avere abiti informali nel suo guardaroba. Sospiròlasciandosi andare sulla poltrona dietro la scrivania. Iniziava già a pentirsidi aver accettato!

ANGELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora