Domenica 9 maggio, un giorno comune come tutti gli altri,ma allo stesso tempo un giorno di cambiamento, di avvenimenti,di scosse, di tremoli e di brividi lungo la pelle. È la festa della mamma, primo amore di ogni figlio, festa per ricordare quanto amiamo le nostri madri e quanto loro amano noi, o almeno credono di amarci, cercano o provano di farlo, come nel mio caso, che assaporo un altro anno il ricordo di un abbandono, di un addio, un giorno da dimenticare e da cancellare, dolore e rabbia si appropriano di me, e cerco di non pensare; penso che l'unico posto dove mi posso sentire a mio agio, dove la mia anima trova riparo è lì, nel mio posto magico, nel posto di solitudine e di magia, il mio unico compagno, il mare.
E mi ritrovo qui seduto, sopra una giacca gialla usata come telo per evitare sporcarmi, e osservo e sento,guardo l'immenso mare davanti a me, e mi perdo dentro di esso. Chiudo gli occhi e penso a tutto ciò che è trascorso in questo ultimo mese, penso a te, ancora una volta e ricordo la tua voce accompagnata dal rumore del vento che spostando i miei capelli mossi entra nelle mie orecchie e mi sussurra, ascolto questa melodia delle onde unirsi tra di loro per lasciarsi cadere nella sabbia, come io mi lasciavo cadere su di te, quando mi facevo trascinare dal tuo sguardo fino alla Riva, e penso al tuo sorriso è al tuo ritorno, sei tornato ma non ho coraggio a rivederti, e tremo al pensiero di farlo. Il vento soffia sempre più forte ed è come se volesse entrare di prepotenza dentro la mia pelle, ormai raffreddata, secca, insicura, come di fatti la mia anima. Mi sdraio sulla sabbia e continuo a scrivere, chiudo gli occhi e mi faccio guidare dalle mille emozioni che sento dentro di me, penso a quello che hai detto, a quello che hai chiesto questa mattina ai nostri amici,penso alle tue parole, ai tuoi pensieri e alla tua ennesima promessa non mantenuta. Il mare è così agitato, e come se lui mi capisse, come se sentisse ogni movimento del mio cuore e come si agita al pensare a te, a come non riesco a trattenere le mie lacrime al pensarti, e sento come il clima intorno a me si raffredda sempre di più. Lo sai o lo pensi? Credi di sapere quello che sento? Credi di sapere come vivo io? Credi di sapere come mi sento io? No niko tu non lo sai.. non hai la minima idea di come è sentire questo sentimento opprimersi ed essere accoltellato ogni giorno da un tuo gesto , non hai la minima idea di come è vedere come la persona per cui scrivi ogni giorno si allontana ogni giorno di più come una barca che dal porto pian piano si allontana e io rimango lì a vedere, a non poter fare niente, a pensare di essere io l'errore della tua maligna indifferenza. Quale è la mia colpa? Cosa sento io? Perché tu? Forse non meritavi nemmeno questo sentimento che sento, perché alla fine penso che non ti conosco, perché tu sei quella onda che arriva di prepotenza nella terra ferma, cammino sulla riva del mare e le mie scarpe lasciano le impronte sulla sabbia bagnata, ma poi arriva l'onda e le toglie tutte, con prepotenza, non chiedendo come posso sentirmi io, tu hai fatto la stessa cosa con me, ho camminato 3 settimane accanto a te, mare, onde, e tu arrivi e cancelli tutto, mi cancelli, mi elimini dalla tua vita come se fossi l'errore più grande che avessi mai commesso, e cammino e tu continui a cancellarmi giorno dopo giorno e io mi immergo nel mare, questo amore a sapore di addio. Osservo una bimba, dolce , con la piccola faccia innocente inconsapevole della cattiveria della vita, ha in mano con se un secchiello, prende la sabbia che necessita per fare il suo castello, il suo regno di favole, magari dove lei è la principessa e aspetta un principe azzurro che sta per arrivare, vorrei vederla costruire ma poi vedo che si allontana dalla riva e va in fondo alla spiaggia, dove le onde non arrivano, dove la terra è arida e priva di umidità. La osservo ancora e vedo che si mette a costruire il suo castello , lontano, forse ha paura o è consapevole che le onde arriveranno a distruggere tutto ciò che ha costruito o che avrebbe voluto costruire. E così penso a te, penso che la bambina magari fa ciò che io non ho coraggio di fare, prendere tutto ciò che è necessario per andare avanti e allontanarmi da te, penso a come tu ogni giorno ciò che creo, lo distruggi, lo cancelli e mi cancelli, tu che eri prima il secchiello, dove mettevo tutti i miei sogni, le mie debolezze e la mia anima spogliata dalle paure e dalle debolezze, dove poi costruivo giorno dopo giorno questo sentimento che io provo verso di te. Osservo il cielo così fermo, così azzurro, così immobile e poi il mio sguardo si abbassa e vedo il mare così agitato e le onde che si muovono a grande ritmo, come il battito di un cuore innamorato, e mi immedesimo, penso a come io possa essere così agitato al incontrare il tuo sguardo e il tuo sorriso, nonostante tu sia li immobile senza fare niente, senza provare niente, semplicemente li, ma nonostante questo io mi agito per te, e il mare si agita perché è innamorato del cielo, nonostante sanno che non potranno mai toccarsi ne stare insieme, il mare sente, il mare guarda, il mare si muove solo per quel cielo. I miei piedi sono uniti sulla sabbia, e le onde cercano costantemente di toccarmi, ma non ci arrivano, come quando io cercavo costantemente il tuo sguardo e la tua attenzione e non l'ho mai avuta, ma ad un certo punto, sento le scarpe bagnarsi, mi alzo di scatto e mi spavento, non so che fare, e penso, a come tu fai lo stesso effetto in me , quando arrivi e incroci il mio sguardo , mi alzo e improvisamente non so che fare, scappare, lasciarmi trasportare dalle onde, queste onde del mio sentimento, che fare?
Ricevo una chiamata e improvvisamente il mio umore e la anima tornano ad esser fragili come il castello costruito in riva alla spiaggia, torno ad essere piccolo come un granello di sabbia, e parliamo di te, di quello che tu sai, ma non hai coraggio di chiedermi, di parlarmi, ora chi è che non ha coraggio? Io o te? Semplicemente una domanda: Senti qualcosa per me? 4 patetiche parole unite in una frase di senso compiuto e dai mille significati ma da sue uniche risposte,a cui io non saprei rispondere. Continuo a sentire il freddo sempre più nelle mie vene, stavolta il pianto non mi domina, ma il senso di vuoto e di abbandono si fa più forte, e penso alle parole tue dette stamattina, ognuno farà la sua vita, parole dure e fredde come l'acqua di questo mare salato, osservo il cielo è ti penso nuovamente, perché? Ti sembra giusto? Perché quelle promesse infondate che non sarebbe cambiato niente fra noi? Non capisco, perché mentirmi, perché farmi soffrire, perché anche tu come tutti mi abbandonano, e improvvisamente tutte le persone attorno a me cominciano a scomparire e mi ritrovo solo, e il dolore del cuore si fa insopportabile, il mare si agita e persino la sua melodia cambia, sembra impazzito, come lo è la mia vita ora, e guardò il cielo è vedo una rondine volare lontano, e penso quanto in questo momento vorrei essere al suo posto e scappare da questo immenso dolore dove tu mi hai immerso e penso alle parole di un amico, la barca si è rotta e mi ritrovo in mezzo al mare aperto, fa freddo e non ho un salvagente e tu mi lasci affogare nel profondo dolore, io che sento tutto questo per te, io che l'unico mio sbaglio è stato darti la mia anima, darti la mia amicizia, darti il mio affetto e i miei 6 giorni spenti senza te, mi ripaghi con questo, ognuno con la sua vita, mi cancelli come le onde, le impronte. Questa acqua e così trasparente come io lo ero con te , come io ero senza veli, come ero me stesso con te, ma tu cosa eri? Chi sei veramente ? Non ti conosco, penso solo alle tue menzogne, penso solo a quanto per te possa essere facile accantonare una persona che prima di sentire questo per te, ti ha dato la sua amicizia incondizionata, ma tu nonostante questo sei passato prepotente come la onda e mi hai cancellato, mi alzo e osservo per un ultima volta il mare, osservo tutto il mio dolore espresse, il senso di abbandono sempre più grande, tu mi hai abbandonato per quello che sento, e ripenso a come oggi molti bambini soffrono l'abbandono di una madre e che si chiedono quale è stato il loro errore, essere nati? Chi di noi ha scelto di essere messo al mondo? E penso a te che mi abbandoni consapevole solo del fatto che l'unico cosa che ti ho fatto è stato credere ed innamorarmi di te,cammino lunga la riva del mare, i miei ultimi passi pensando e scrivendo a te vengono cancellati dalle onde , N I k o, mi giro un ultima volta e controllo , non ci sei, non ci sei mai stato,ma la colpa è stata mia per credere in te, per credere nelle tue inutili promesse, vorrei odiarti, ma ripenso alla bambina che dopo aver costruito il castello ritorna nelle onde e si immerge e penso a me , che ritorno da te, e penso alla mia mente che non fa altro che pensarti e al mare che ama costantemente il cielo, osservo, e cammino, due stradi diverse, la mia è la tua, due vite separate da ora in poi, è un unico dolore, il mio, di sapere che anche tu mi hai abbandonato, che non sono stato degno di avere il tuo affetto, che sono semplicemente stato l'errore di un cuore fragile che si affeziona semplicemente, mi allontano dalle onde ma nonostante questo sento il freddo, tu con la tua vita e io con la mia, e io solo che percorro la strada verso casa, quella casa vuota priva di amore, e sentimento, come la mia vita, che non la merita, come io non merito te, e cammino ascoltando le onde un ultima volta, sentendo il vento gelido e assaporando un mare con sapore di addio..
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Al cuore non si comanda
PoetryA volte accade che i primi nemici di noi stessi, siamo noi stessi, le nostre emozioni, i sentimenti che proviamo che ci uccidono lentamente, sentimenti che nascono destinati a morire prima di crescere, questo accade quando un ragazzo gay si innamora...