Il sig. Nihat, già dal primo incontro con Can, aveva sospettato che il suo interesse verso Sanem non fosse solo di carattere professionale, ma la cosa non gli era dispiaciuta affatto. Quell'uomo gli piaceva: era garbato, di bella presenza e soprattutto ispirava fiducia e sicurezza ed ogni padre vorrebbe vedere un tipo così al fianco della propria figlia. Quando poi lo aveva rivisto, la mattina in cui aveva riaccompagnato a casa Sanem, aveva avuto la conferma del suo sospetto: quei due si piacevano e molto anche. Sperava solo che il passato non gettasse un'ombra sul loro amore e sul loro futuro. Stava pensando a questo, mentre preparava la cena, quando udì Sanem rientrare.
"Tesoro, sono in cucina..." l'avvertì.
"Papà dobbiamo parlare" fu la risposta di lei. Il tono perentorio che aveva usato, lo costrinse a porre il coltello che aveva tra le mani, per tagliare delle verdure e a prestarle tutta la sua attenzione.
"Va bene, figliola...dimmi"
"Perchè hai permesso alla famiglia Yilmaz di pagare le mie cure?"
Nihat ammutolì e guardò sua figlia senza sapere cosa rispondere. In quel momento le pareva un'estranea. Stava lì di fronte a lui, immobile, gli occhi freddi come la sua espressione, in attesa che lui dicesse qualcosa.
"Te l'ha detto il sig. Divit?"chiese.
"Allora è vero!" replicò lei che aveva sperato con tutta se stessa di aver compreso male.
Suo padre sospirò: "Sì è vero! Ferit Yilamz ha pagato tutte le tue cure e in cambio io non ho sporto denuncia contro suo figlio Cemal che ti aveva investito....Tua madre era morta da poco, non potevo sopportare l'idea di perdere anche te. Non vado fiero di quello che ho fatto, al contrario me ne vergogno profondamente, perché un genitore dovrebbe essere sempre in grado di badare ai propri figli, mentre io non ne sono stato capace. Avevo venduto tutto per far fronte alla malattia di tua madre, non avevo più una lira e così ho accettato l'offerta del sig. Ferit. Avrei venduto l'anima al diavolo se fosse stato necessario...e in un certo senso l'ho fatto. Non pretendo che tu capisca, ma, forse, un giorno, quando anche tu avrai dei figli, sentirai che l'amore che provi per loro è talmente grande che faresti qualunque cosa per renderli felici..."
"E tu credi che io sia felice?"
"Io ho curato le ferite del tuo corpo Sanem. Ma per quelle dell'anima, la forza per guarirle devi cercarla dentro di te. Ti ostini a vedere quello che hai perso e così non vedi ciò che ti è rimasto. Io so che dentro di te c'è ancora la vecchia Sanem, ma tu non vuoi ammetterlo. Sei così amareggiata con la vita, che la vita stessa ti sta sfuggendo tra le dita. Forse non potrai più ballare, ma puoi ancora amare ed è l'amore che ci rende completi, appagati, felici. Non privartene!"
"Io non so che fare, papà! Ora scopro che gli ultimi anni della mia vita sono stati un'immensa menzogna, mi sembra di andare alla deriva, non so più chi sono papà...." singhiozzò Sanem prendendosi il volto tra le mani.
"Sei una giovane splendida donna Sanem che ha paura di vivere, ma non devi..." a quelle parole, le stesse che aveva usato Can, lei rialzò il capo e abbracciò suo padre.
C'era tanta verità in quello che le aveva detto Nihat e prima ancora Osman, ma Sanem non era ancora pronta.
Il processo di guarigione era appena iniziato e richiedeva tempo.
Quella sera, mentre a letto cercava di prendere sonno, senza riuscirci, ricevette un messaggio vocale da Can, due semplici parole che però dicevano tutto: TI AMO!
Con le lacrime agli occhi ed il cuore a pezzi lei rispose digitando sullo schermo: "Mi dispiace, ma non sono ancora pronta. Perdonami se puoi..." e poi spense il telefono.
Stava rinunciando a lui e faceva male, tanto male. Un dolore che partiva dal centro del petto e si propagava in ogni parte del suo corpo, stordendola e rendendola incapace di reagire, ma lui si meritava di più, molto di più....
STAI LEGGENDO
LA MAGIA DELL'IMPERFEZIONE
Roman d'amourOgnuno di noi ha qualcosa che lo rende unico. Spesso questo qualcosa è invisibile agli occhi e sfugge a un primo sguardo, abituato a cercare la perfezione e dove non la trova non si sofferma, passa oltre perdendo così, il più delle volte, la vera be...