«Sei sicura di voler andare a correre? Potremmo fare qualcosa di molto più divertente.»
«Tipo cosa? Rotolare nel mio letto come stai facendo tu da quando sei arrivato un'ora fa?»
«Perché no. E sii più riconoscente, sono stato qui per ascoltarti ripetere» borbotta Noa, disteso sul mio piumone con le gambe appoggiate alla parete.
«In realtà hai usato il cellulare per tutto il tempo.»
«Sottigliezze, riesco benissimo a fare due cose contemporaneamente.»
Scuoto la testa mentre apro l'armadio per prendere la mia felpa pesante nera. «Ho bisogno di andare a correre per sfogarmi, Noa, altrimenti non so se arriverò viva all'esame.»
«Se Mel fosse stata qui ti avrebbe detto che c'è solo un modo davvero efficace per sfogarsi come si deve.»
«Fortunatamente non c'è.» Mi volto per fargli una linguaccia.
Sorride prima di sospirare. «Peccato che le cose con Elia non siano andate nel verso giusto. Mi stava simpatico.»
Socchiudo le labbra per rispondere, ma le richiudo non sapendo cosa dire. Mi limito ad alzare le spalle come se l'argomento ormai fosse superato. Il che è così per certi versi.
Dopo il giorno della gara di nuoto ho pensato molto, specie alle parole che Elia mi ha confidato. A ogni messaggio che ricevevo da parte sua nella mia mente compariva il mio bacio con Enea, facendomi venire i crampi allo stomaco.
L'ultima cosa che voglio fare è ferire qualcuno, così mi sono sentita in dovere di dirgli in maniera diretta che non ho intenzione di frequentarlo, senza lasciare spazio a fraintendimenti. Ha impiegato circa venti minuti per rispondermi, ma alla fine mi ha chiesto almeno di essere amici.
Amici può andar bene.
«Dove stai andando?» Mattia si ferma sulla soglia con un libro enorme sottobraccio e mi maledico mentalmente per non essermi ricordata che oggi gli avevo promesso di aiutarlo a studiare.
«Scusami, mi era dimenticata. Mi cambio e vengo subito in camera da te.»
«Figurati, a me fai solo un favore. E poi c'è ancora tempo.»
Mi mordo il labbro inferiore, combattuta se andare a liberarmi dell'adrenalina in eccesso oppure rimanere qui ad aiutarlo. Noa abbassa le gambe dalla parete per poi alzarsi lentamente dal letto, come un gatto che si è appena svegliato da un sonno profondo.
Si volta verso Mattia e lo vedo leggere il titolo del libro. «Analisi? Se vuoi posso aiutarti io. Sono abbastanza bravo con i numeri.»
Mio fratello corruga la fronte e compie un passo indietro. «Tu non entrerai nella mia stanza.»
Noa ride. «Hai paura che ti salti addosso? Tranquillo, ho puntato altri soggetti con il mio radar attualmente. Le tue mutande con i gattini sono al sicuro per ora.»
Mattia alza gli occhi sul fitto. «Va bene. Solo perché non ci sto capendo nulla.» Sparisce dalla mia visuale senza neanche salutarmi.
«Sei sicuro che non è un problema per te? Posso rimanere io ad aiutarlo.»
«Il tuo piede destro non ha smesso di muoversi da quando tuo fratello è comparso. Hai bisogno di rilassarti e, chissà, magari la lezione aiuterà anche a me a distrarmi un po'. D'altronde la vista è notevole.» Mi schiaccia l'occhiolino.
«Noa!»
Esce dalla stanza ridacchiando mentre scuote la sua chioma cerulea. Afferro il borsone sotto la scrivania e mi dirigo al piano di sotto. «Ci vediamo tra un po'!» urlo a nessuno in particolare; non so neanche se i miei sono a casa.
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Divisa a metà
Genç Kız EdebiyatıPrefissarsi degli obiettivi, per qualcuno di noi, è indispensabile per affrontare le giornate e mantenere i nervi saldi. Ciò è quello che pensa Carla Amato, studentessa di ingegneria dell'università di Catania che ha programmato la sua vita da quand...