CAPITOLO 102

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Si svegliò gradualmente, ancora stretto tra le braccia di Lashrael. Niente incubi, niente tremori, si sentì così grato che non riuscì a fare a meno di girarsi per abbracciare il compagno ancora più strettamente, e solo a quel punto si rese conto che il ranger stava ancora dormendo, perché emise un mugolio assonnato. In dieci anni era forse successo tre volte che Lashrael dormisse più a lungo di lui, sorrise e cercò di restare immobile, per non svegliarlo del tutto. Sapeva che aveva passato settimane infernali e insonni, doveva essere davvero molto provato.

Ascoltò il suo respiro dolce che gli sfiorava la gola. Quella era stata una buona notte per entrambi, cominciò a sperare che ne sarebbero venuti fuori anche prima del previsto.

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Strofinò il naso su qualcosa di consistente e caldo. Aprì lentamente gli occhi e vide un corpo azzurro. Alzò una mano e lo sfiorò. «Daw?» mormorò assonnato.

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«Ti sei svegliato, finalmente! Non so bene che ore sono, ma credo che siamo oltre la metà della mattinata.» Gli passò l'indice sulla lunghezza del naso. «Dovevi essere proprio a pezzi.»

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Sorrise, ancora un po' assonnato. «Ero un po' stanco, sì,» rispose, riuscendo a vedere la luce del sole finalmente. «Però se mi dessi un bacio, forse mi sveglierei meglio.»

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Spostò l'indice sotto il mento per fargli alzare un po' il viso e lo baciò sulle labbra, un bacetto tenero. «Sei abbastanza sveglio, adesso?»

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«Non del tutto,» bofonchiò, spingendo la bocca verso di lui.

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Sorrise e lo baciò di nuovo, premendo e insinuando la lingua, le dita che si infilavano tra i capelli, scostandoli dal viso, dalle guance, delineando la mascella. Gli mordicchiò delicatamente il labbro inferiore. «E ora?» bisbigliò.

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«Vagamente meglio,» rispose senza cambiare posizione.

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Gli solleticò la nuca, tirando leggermente la chioma indietro e infilò il viso sul collo per mordicchiarglielo. La pelle liscia, il nervo teso, ascoltò il lieve mormorio compiaciuto che proveniva dal profondo della gola di Lashrael, come una vibrazione delicata sulle labbra.

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«Ecco, basta, prima che sia tardi.» Ridacchiò imbarazzato. «Buongiorno.»

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Sorrise, con le labbra ancora premute contro il suo collo. «Forse... Forse potremmo andare a vedere se nella sala comune ci hanno lasciato qualcosa da mangiare, hai fame?»

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«Va bene. Ti senti abbastanza in forze?» chiese mentre si stiracchiava.

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Si mise seduto e si stiracchiò a sua volta. «Mi sento bene,» disse, ed era vero.

Quando si alzò dovette comunque fare i conti con un giramento di testa, ma quando passò riuscì perfino a vestirsi da solo. Scesero nella sala comune, c'era già qualche avventore, più che altro passanti che si fermavano per un bicchiere di vino o per qualche spuntino veloce.

Riuscirono a fare colazione con alcuni avanzi della sera precedente e Daw chiese a Lashrael di andare al mercato cittadino per acquistare un po' di semi da piantare quell'autunno.

«Domani riprendiamo la strada di casa?» disse, mentre camminavano sulla strada principale.

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«Se ritieni di sopportare un viaggio così lungo sì,» rispose. «Oppure possiamo chiedere un carro in prestito alla locanda, anche per fare scorta di cibo,» propose.

Strange Story - Daw e LashraelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora