𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟹𝟶

281 27 8
                                    

❝𝐿𝑎 𝑚𝑒𝑚𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑒̀ 𝑖𝑙 𝑑𝑖𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑐𝘩𝑒 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑛𝑜𝑖

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

❝𝐿𝑎 𝑚𝑒𝑚𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑒̀ 𝑖𝑙 𝑑𝑖𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑐𝘩𝑒 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑛𝑜𝑖.❞

||𝑂𝑠𝑐𝑎𝑟 𝑊𝑖𝑙𝑑𝑒||

Erano passati alcuni giorni da quando Kayla era tornata a Tokyo, e la presenza dei suoi compagni di squadra l'aveva aiutata a liberare la mente

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Erano passati alcuni giorni da quando Kayla era tornata a Tokyo, e la presenza dei suoi compagni di squadra l'aveva aiutata a liberare la mente.

Aveva raccontato solo a Kagami quello che era successo in quella sua breve partenza, infatti era colui che le aveva dato maggior aiuto, e di questo glie ne era grata.

In quell'istante si trovavano tutti ad un ristorante per cenare.
Il sole fuori stava ormai calando, lasciando il cielo in balia di un bellissimo arancione, uno spettacolo di cui difficilmente ci si stanca.

Kayla aveva finito da poco di mangiare e si era messa a rispondere velocemente ai messaggi di un suo amico, che sentiva regolarmente.

Le sue giornate sono piene di cose da fare, ma si riserva sempre del tempo per scrivergli, dopotutto non lo vede da un bel po' e quello è l'unico modo per i due di rimanere in contatto.

Accennò ad un sorriso quando lesse il suo messaggio, si stava lamentando di un suo compagno di squadra che non faceva altro che fermarsi ogni due per tre a compare dolciumi di vario tipo.

Il ragazzo si era trasferito da poco in Giappone, ma sfortunatamente viveva in una città abbastanza lontana da dove si trovava lei.
Se Kyoto era lontana, la prefettura di Akita lo era di più, però le sarebbe piaciuto andarlo a trovare qualche volta.

Rivolse uno sguardo a Kagami, impegnato a mangiare i pochi broccoli che gli erano rimasti sul piatto con la mano sinistra.

Avrebbe voluto dirgli che Himuro si trovava in Giappone, ma visto il rapporto che intercorreva tra di loro aveva preferito evitare, almeno per il momento.

«Si può sapere cosa stai facendo?» Domandò la ragazza all'amico con un lieve sorriso, mettendo il telefono sul tavolo e poggiando la guancia sul palmo della mano.

𝑼𝒏𝒎𝒆𝒊 𝒏𝒐 𝒂𝒌𝒂𝒊 𝒊𝒕𝒐 || 𝑨𝒌𝒂𝒔𝒉𝒊 𝒙 𝑶𝑪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora