io...

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Era un altro giorno come tutti gli altri, la solita noia di alzarsi dal letto, il solito risveglio con il richiamo di mamma per scendere giù a fare colazione.

Mamma: „LA COLAZIONE È PRONTAAA"

Ho sentito Nathan dall'altra stanza urlare qualcosa di indecifrabile alla mamma, mi son alzata con le braccia e le gambe pesanti, cercando di autoconvincermi che sono pronta per un altro MERAVIGLIOSO giorno di scuola, l'intento è fallito miseramente quando arrivata al ultimo gradino stavo per cadere di faccia, per fortuna ho fatto in tempo ad afferrare la ringhiera se no mi sarei beccata un naso rotto e un giorno di assenza a scuola per „le mie due gambe sinistre" e tutti quei Angeletti che ho in classe avrebbero pensato che fosse un assenza strategica per saltare le due verifiche di oggi.

M: Allora pronta per le verifiche di oggi?

I: non me lo ricordare per favore

Mi misi entrambe le mani tra i capelli preoccupata , e mamma dopo aver impiattato la colazione a tutti mi prese il viso con entrambe le mani e mi disse „In qualunque modo andrà, andrà bene, non ti preoccupare" quelle parole mi hanno rimesso il cuore a posto e l'hanno fatto battere a una velocità decente per una quattordicenne. Mi misi a tavola di fronte a Nathan e cominciai a fare colazione.

N: Allora, come va con Bea?

I: Come sempre, una meraviglia, è già una settimina che non mi parla più, non so più cosa fare, non so cosa io abbia fatto di male, se non mi dice cosa ho sbagliato se ho sbagliato qualcosa non potrò migliorare o almeno cercare di farmi perdonare, è la mia migliore amica dal asilo e senza di lei, non so...

Dissi tutto in un fiato rimanendo senza aria, tutti mi guardavano in cerca di un continuo, ma io non volevo continuare e ho lasciato la frase in sospeso, continuando a mangiare.

P: dai vedrai che si rimetterà tutto a posto, dalle un po' di tempo, verra a dirtelo lei, se lo vorrà

Io: ci siamo sempre detto tutto, non capisco cosa potrebbe averla spinta ad allontanarsi così da me, non riesco proprio a capire

Mamma mi mise una mano sulla spalla in senso di conforto, ma niente in quel periodo riusciva a confortarmi, volevo solo parlare con Bea , almeno sapere come stava e decisi che quel giorno avrei cercato per la millesima volta di parlarle cercando però questa volta di ottenere qualcosa e non solo sguardi vuoti.

Finita la colazione, corsi di sopra facendo attenzione sta volta a non cadere e rompermi qualcosa. Mi sono lavata veloce veloce i denti e corsi in camera a cambiarmi. Oggi volevo mettere qualcosa di diverso, non la solita tuta dalla adidas ma madonna se era comoda, oggi volevo essere un pochino più elegante del solito, neanche troppo perché comunque stando 6 ore a scuola dovevo anche stare comoda, quindi presi una maglietta, che ho colorato l'estate scorsa con Nathan e Bea in giardino, dei jeans neri e la mia felpa preferita, mi sta un po' grande, visto che è 2 taglie in più , ma la amo. 

La storia di una disagiataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora